Cookie Consent by Free Privacy Policy website LA VITA MODERNA. GIANNI CROCE, FOTOGRAFIE 1920-1960 allo Spazio Ex Enel di Piacenza
aprile 21, 2016 - Fondazione di Piacenza e Vigevano

LA VITA MODERNA. GIANNI CROCE, FOTOGRAFIE 1920-1960 allo Spazio Ex Enel di Piacenza

L’esposizione, attraverso 100 immagini, lastre originali e un video documentario, racconta il percorso di un narratore del Novecento piacentino e di un innovatore del linguaggio fotografico.
Dal 9 aprile al 29 maggio 2016, lo spazio Ex Enel di #piacenza ospita l’antologica di #giannicroce (1896-1981), un innovatore del linguaggio fotografico e un cantore del Novecento piacentino.
L’esposizione, curata da Donatella Ferrari, Roberto Dassoni, Maurizio Cavalloni, promossa dalla Fondazione di #piacenza e Vigevano, col patrocinio del Comune di #piacenza, in collaborazione con il #museo per la #fotografia e la Comunicazione visiva di #piacenza, presenta 100 fotografie, lastre originali e un video documentario, realizzate da #giannicroce in oltre quarant’anni di lavoro, dal 1921, anno in cui apre lo studio in corso Vittorio Emanuele a #piacenza, fino alla prima metà degli anni sessanta.
Benché aderenti alla storia della sua città, le immagini di #giannicroce guardano con attenzione alle sperimentazioni italiane ed europee del Novecento. Nei suoi scatti, Croce non restituisce la cronaca semplice e diretta del reale, ma usa gli sfondi urbani come la quinta dove rappresentare la realtà e le proprie storie, interpretate dai protagonisti della vita sociale, siano essi gli aristocratici che le persone umili, rendendo vive le piccole passioni, le storie, le memorie private e collettive.
Il percorso espositivo è suddiviso in sette sezioni e abbraccia tematiche come l’architettura, non colta nel nudo dato costruttivo, ma come sperimentazione su richiami a impressioni, atmosfere, astrazione del reale. Le principali opere architettoniche sorte a #piacenza tra le due guerre come il Liceo Gioia di Mario Bacciocchi, il Liceo Scientifico di Luigi Moretti, la Galleria Ricci Oddi non sono mai riprese nella loro interezza; l’attenzione è piuttosto per i giochi architettonici o, in altri casi, come per la cripta del Duomo o per il refettorio del Collegio Alberoni, per la pulizia metafisica richiamata da una serie ordinata di colonne.
E ancora i ritratti, databili tra gli anni venti e trenta del secolo scorso in cui, sullo sfondo creato dalla città, mette in posa e fa recitare personaggi veri, con il loro preciso ruolo sociale. Croce non cerca la realtà, quanto una sua personale interpretazione, quasi che i protagonisti delle sue fotografie fossero testimoni di un’epoca quasi idilliaca dove la bellezza rappresenta un grande valore. Non è un caso che Croce interveniva direttamente sulle lastre con la matita per nascondere le rughe sui visi e rendere i volti senza tempo e senza anima, lasciando ai soli abiti il compito di identificare l’epoca.
Particolarmente interessanti e curiose sono le sezioni dedicate al Sabato fascista, ovvero le manifestazioni ginniche del Ventennio, dove le pose ‘olimpiche’ dei ragazzi servivano al regime a rendere memorabile l’evento politico, o ancora quella della Città invisibile, con scorci privi di figure umane e con forti contrasti di luci e ombre, o dei Minimi sguardi, in cui si racconta la ripresa civile ed economica degli anni ‘50 e ‘60.
La #mostra è accompagnata da installazioni video e da un documentario sulla figura umana e professionale di Croce realizzato dal regista Roberto Dassoni con interviste a Daniele Panciroli, Angela Madesani, Paolo Barbaro, Maurizio Cavalloni, William Xerra, Paolo Dalla Noce, Rossella Villani, e altri.
Il catalogo, pubblicato dall’Archivio Fotografico Croce di Maurizio Cavalloni, presenta testi di Donatella Ferrari e Daniele Panciroli.

Gianni Croce. Note biografiche
Nato a Lodi nel 1896, dopo studi tecnici, entra come collaboratore nello studio di Giuseppe Marchi noto esponente della #fotografia liberty. Nel 1921, si trasferisce a #piacenza dove apre il proprio studio fotografico e si specializza in ritratti. Inizia in questo periodo anche la sua attività di pittore conoscendo e frequentando altri artisti piacentini e legandosi in particolare a Bot, Ricchetti, Arrigoni, Cavaglieri. L’attività del suo studio continua fino al 1976 ma egli proseguirà fino al 1980 a collaborare coi sui successori Maurizio Cavalloni, oggi curatore dell’Archivio Croce, e Franco Pantaleoni.

Piacenza, 30 marzo 2016

LA VITA MODERNA. #giannicroce. FOTOGRAFIE 1920-1960
Piacenza, Spazio Ex Enel (via Santa Franca 56)
9 aprile - 29 maggio 2016

Orari:
da martedì a venerdì, 16.00-19.30
sabato e domenica, 10.30-12.30; 16.00-19.30

Ingresso gratuito

Informazioni: tel. 0523.311111; info@lafondazione.com; www.lafondazione.com