Cookie Consent by Free Privacy Policy website L'arte del sorriso. La caricatura a Roma dal Seicento al 1849
giugno 08, 2016 - Zetema Cultura

L'arte del sorriso. La caricatura a Roma dal Seicento al 1849

Museo di #roma Palazzo Braschi

9 giugno - 2 ottobre 2016




Sarti, cappellaie e rammendatrici di calze, accanto a soffiatori di vetro, burattinai e musicisti. Ma anche servitori gobbi che fanno bella #mostra di sé a fianco a personaggi del calibro di papa Benedetto XIV e del cardinale Silvio Valenti Gonzaga, immortalati nel celebre quadro di Giovanni Paolo Pannini.

Sono le 120 opere esposte nella #mostra L’Arte del sorriso. La caricatura a #roma dal Seicento al 1849, al Museo di #roma dal 9 giugno al 2 ottobre 2016, e provenienti da diverse istituzioni culturali (Palazzo Chigi di Ariccia, Accademia Nazionale di San Luca, Archivio Storico Capitolino, Galleria Nazionale d’Arte Antica di Palazzo Barberini, Istituto Centrale per la Grafica di #roma, Museo del Risorgimento di #roma e la Collezione d’Arte della Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca) oltre che dal Gabinetto delle Stampe di Palazzo Braschi.


L’esposizione, promossa da Roma Capitale - Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali, è a cura di Angela Maria D’Amelio, Simonetta Prosperi Valenti Rodinò, Simonetta Tozzi, con i servizi museali di Zètema Progetto Cultura. Catalogo a cura di Campisano Editore.


A lungo ritenuta un genere minore, la caricatura è tuttavia presente nella produzione di molti grandi artisti, da Leonardo ad Annibale Carracci, a Gian Lorenzo Bernini che per molti aspetti è considerato il vero iniziatore di questo peculiare tipo di ritratto irriverente. Ma è solonel Settecento che l’arte della caricatura, forma artistica affidata quasi esclusivamente al disegno, ha iniziato ad affermarsi acquisendo una sempre maggiore impostazione intellettualistica.


Come già nel secolo precedente, la caricatura a #roma nel XVIII secolo mirava a ‘colpire’ non la collettività ma il singolo personaggio, com’è evidente nella prolifica produzione di Pier Leone Ghezzi (1674-1755), protagonista indiscusso di questo genere, soprannominato il ‘Cavaliere delle caricature’ per la sua abilità nel ritrarre con arguzia natura e costumi degli uomini di ogni ceto sociale.


Altro magnifico interprete fu l’architetto pontificio Carlo Marchionni (1702-1786) che, con la sua penna bonaria, si dedicò alla caricatura per svago e diletto ma con grande qualità grafica e profondità d’introspezione psicologica. Anche un suo allievo, Giuseppe Barberi (1746-1809), coltiverà assiduamente questo genere parallelamente alla quotidiana attività di architetto raffigurando, oltre i membri della propria famiglia, molteplici personaggi tra nobili, intellettuali, diplomatici, collezionisti, prelati, artigiani e venditori ambulanti.


Con differente stile i tre artisti ci offrono una capillare e sagace cronaca della loro epoca non solo attraverso le caricature ma anche, e soprattutto, con le annotazioni manoscritte poste a margine dei disegni, relative alla vita pubblica e privata dei personaggi ritratti. Una sorta di “diari figurati” che, con le loro microstorie, ci regalano uno spaccato sociale assolutamente inconsueto e affascinante.


Con la fine del Settecento si conclude la fortunata stagione della caricatura a #roma, gradualmente soppiantata dalla vignetta satirica quale illustrazione di una stampa politica e strumento di critica sociale. Sull’esempio dei primi due giornali satirici francesi La Caricature (1830-35) e Le Chiarivari (1832-93) - entrambi fondati a Parigi da Charles Philipon e aperti alla collaborazione di disegnatori quali Honoré Daumier, Grandville, Paul Gavarni - a #roma ne nascono molti simili, tra i quali spicca il notissimo Don Pirlone. Di stampo socialista e anticlericale, esso abbandona definitivamente il tono indulgente della caricatura settecentesca per uno assai più immediato e incisivo, di forte impegno civile.