Cookie Consent by Free Privacy Policy website Palazzo Grassi presenta la prima esposizione retrospettiva dedicata in Italia a Sigmar Polke
luglio 13, 2016 - Palazzo Grassi

Palazzo Grassi presenta la prima esposizione retrospettiva dedicata in Italia a Sigmar Polke

Dal 17 aprile al 6 novembre 2016 #palazzograssi presenta la prima esposizione retrospettiva dedicata in Italia a #sigmarpolke (1941-2010). La #mostra, ideata da Elena Geuna e Guy Tosatto, direttore del musée de Grenoble, in stretta collaborazione con The Estate of #sigmarpolke, ripercorre tutta la carriera dell’artista, dagli anni sessanta del Novecento agli anni 2000, illustrando le diverse sfaccettature della sua pratica artistica attraverso quasi novanta opere provenienti dalla collezione Pinault e da numerose collezioni europee pubbliche e private.
La manifestazione si inscrive nella programmazione di #palazzograssi, che ospita alternativamente esposizioni tematiche basate sulla collezione Pinault e monogra e di grandi artisti contemporanei, e celebra nel 2016 una doppia ricorrenza: il decennale della riapertura di #palazzograssi a opera di François Pinault e il trentesimo anniversario della partecipazione di #sigmarpolke alla Biennale di #venezia nel 1986, per la quale ricevette il Leone d’Oro.
Associare i due eventi sembra naturale. #sigmarpolke, infatti, ha sempre testimoniato il proprio attaccamento alla città dei Dogi, aderendo regolarmente agli inviti della Biennale; l’artista occupa inoltre una posizione particolare nella collezione Pinault, segnatamente grazie al ciclo eccezionale di dipinti intitolato Axial Age, presentato a più riprese a Punta della Dogana.
Sigmar Polke, gura artistica fondamentale degli ultimi cinquant’anni, ha profondamente rinnovato il linguaggio pittorico della ne del XX secolo. Il suo incessante desiderio di sperimentazione riguarda tanto le immagini – delle quali mette in discussione la gerarchia e analizza la manifesta- zione – quanto il supporto, coinvolto al punto di essere pienamente costitutivo della composizione e, ancora, i colori di cui insegue le potenzialità sia siche sia plastiche. Il suo approccio si sviluppa attraverso media di erenti: la #pittura e il disegno naturalmente, ma anche la fotogra a, la fotocopia, il lm, l’installazione, che all’interno della sua opera si incrociano e arricchiscono vicendevolmente. La sua pratica si colloca in una prospettiva di rivitalizzazione del potere sovversivo dell’arte e si fonda tanto sulla destabilizzazione dei meccanismi di percezione quanto sul rivolgimento dei generi e delle categorie.
In occasione della Biennale del 1986, #sigmarpolke ha ideato un’installazione straordinaria per il Padiglione tedesco, intitolata Athanor. Dall’opera che associava #pittura gurativa o astratta e installazione, partendo dai colori termosensibili applicati direttamente sui muri di pietra di quarzo e meteorite, emergevano fondamentalmente due tematiche, l’alchimia e la politica, individuate oggi come assi portanti dell’esposizione di #palazzograssi. Tuttavia, per rispettare lo spirito dell’artista profondamente refrattario a ogni sistematizzazione e a ogni regola prestabilita, il percorso si emancipa regolarmente da questo schema, derogando tanto alla tematica quanto alla cronologia.
L’esposizione inizia presentando per la prima volta nel patio centrale di #palazzograssi Axial Age (2005-2007), ciclo monumentale di sette dipinti (fra cui un trittico) esposto nel Padiglione centrale della Biennale nel 2007. Questo capolavoro a ascinante, vero e proprio testamento artistico di Polke, evoca l’intreccio originale tra visibile e invisibile e le di erenze tra pensiero e percezione, facendo sempre riferimento alla teoria di Karl Jaspers sull’età assiale.
La #mostra si sviluppa poi sui due livelli del palazzo secondo un percorso cronologico a ritroso, dalla ne degli anni 2000 all’inizio degli anni sessanta, disseminato di cicli eccezionali come Strahlen Sehen (2007), serie di cinque dipinti sulla visione e i suoi ostacoli, Hermes Trismegistos (1995), magistrale evocazione in quattro parti del fondatore dell’alchimia, Magische Quadrate (1992), sette variazioni madreperlate sui quadrati magici e sui pianeti, Laterna Magica (1988-1992), composto da sei pannelli dipinti sul recto e sul verso in cui il quadro si fa vetrata o Negativwerte (1982), tre dipinti di un viola intenso e tossico. Queste opere permettono di cogliere per intero l’ambizione della pratica di #sigmarpolke sulla tematica dell’alchimia delle forme e dei colori a partire dall’inizio degli anni ottanta.
Il suo gusto per la sperimentazione della materia pittorica si manifesta anche nei piccoli formati con la serie dei Farbprobe, summa di tutte le possibilità in termini di mescolanza di materiali eterogenei, così come emerge il suo piacere nel giocare con le immagini secondo modalità diverse: manipolandole con la fotocopiatrice (Für den Dritten Stand bleiben nur noch die Krümel, 1997), sovrapponendole come nelle trasparenze di Picabia (Alice im Wunderland, 1972) o frammentandole grazie all’ingrandimento della trama fotogra ca (Man füttert die Hühner, 2005). Un piacere del gioco che, nell’artista, è sempre sinonimo di umorismo e leggerezza.
Insieme a queste opere aperte su ciò che si trova oltre le apparenze, dove gurazione e astrazione si confondono, l’artista, fedele all’approccio critico nei confronti della società contemporanea adottato n dagli esordi, continua a realizzare dipinti dalla forte connotazione storico-politica. Il percorso espositivo ne riunisce alcuni fra i più rappresentativi, come Polizeischwein (1986), e Amerikanisch-Mexikanische Grenze (1984), incentrati rispettivamente sulle forze dell’ordine e sul- le frontiere ed entrambi presenti alla Biennale del 1986, ma anche come Hochstand (1984) sui campi di concentramento e Schiesskebab (1994) sulle guerre fratricide della ex Jugoslavia... Alcune opere aventi per soggetto la Rivoluzione francese, come Jeux d’enfants (1988) o Message de Marie-Antoinette à la Conciergerie (1989), evocano il rapporto di #sigmarpolke con la Storia.
Gli anni settanta sono rappresentati da un’importante selezione di lavori che illustrano sia la frenesia iconoclasta di Polke in questo periodo – come Cameleonardo da Willich (1979) con la sua sovrapposizione di caricatura e fumetto – sia la sua volontà di sperimentare tecniche pittoriche a 360 gradi: ne sono un esempio Untitled (1970-1971) e la sua oritura cromatica o Indianer mit Adler (1975), con i dipinti metallizzati realizzati con la vernice spray e l’utilizzo delle sostanze psicotrope più diverse cui rimandano i funghi di Alice im Wunderland, 1972.
Al termine del percorso espositivo, in negli anni sessanta fanno luce sulla genesi di quest’arte fuori del comune. In Telepathische Sitzung II (William Blake - #sigmarpolke, 1968) emerge l’interesse per i fenomeni paranormali già manifestato dall’artista, mentre la celebre Karto elhaus (1967/1990), un capanno da giardino costellato di patate, attesta in particolare il suo gusto per l’assurdo e i suoi legami con Fluxus. La sua attenzione si focalizza sulla #pittura con la messa a nudo dei meccanismi dell’immagine fotogra ca nei dipinti basati sulla trama di quest’ultima, Interieur (1966) o Vase II (1965), gli ammiccamenti all’estetica del kitsch, con Reiherbild I (1968), o alle manie della modernità con Bohnen (1965) e Schrank (1963). Polke assimila anche la questione del supporto del #dipinto attraverso l’utilizzo di tessuti stampati i cui motivi decorativi dialogano con il soggetto #dipinto, come in Das Palmen-Bild (1964) o Lampionblumen, 1966.
A complemento dell’esposizione saranno presentati i Venice Films (1983-1986) e alcune serie di fotogra e. Al Teatrino di #palazzograssi sarà inoltre proiettata in autunno una selezione dei lm più signi cativi dell’artista.


SIGMAR POLKE
17/04/2016 – 06/11/2016
A CURA DI ELENA GEUNA E GUY TOSATTO

www.palazzograssi.it