Cookie Consent by Free Privacy Policy website Museo Bardini, Firenze - Ultimi giorni per visitare la mostra John Currin Paintings
settembre 29, 2016 - Civita Opera Laboratori

Museo Bardini, Firenze - Ultimi giorni per visitare la mostra John Currin Paintings

A partire dal 13 giugno prossimo e fino al 2 ottobre, #johncurrin, tra i più apprezzati artisti del nostro tempo, sarà protagonista di un grande evento al #museo Stefano Bardini di #firenze. Si tratta della prima #mostra personale di Currin in uno spazio pubblico italiano. Pittore sofisticato per tecnica e cultura visiva, Currin è conosciuto e apprezzato per ritratti elegantissimi e scene anche lascive interpretate con un ironico, impudico realismo. Nei suoi dipinti, molte volte quadri di piccolo formato, Currin dissimula una conoscenza spiccata della storia dell’arte e un gusto assai sofisticato della composizione figurativa. Con ambientazioni mai banali e sottintesi sarcastici, e una scelta dei soggetti che ricordano per definizione formale anche la grafica di riviste patinate o pornografiche, l’artista statunitense ha saputo ridefinire la ritrattistica contemporanea. L’interpretazione dell’eros femminile, e della psicologia borghese americana, risulta nelle sue opere quasi surreale o grottesca, estremamente perturbante.  Ma la sua satira figurativa non è mai urlata, o plateale, mai caricaturale o di cattivo gusto. Le sue figure, vestite o atteggiate come comparse di romanzi rosa o come imperturbabili manichini di un centro moda, dallo spirito zelante anche nel caso di pratiche sessuali solitarie o di gruppo, svelano segni ed espressioni di inequivocabile alterazione psico-fisica. L’anatomia sproporzionata, o prospetticamente deformata, l’espressione facciale, altera l’ideale rappresentazione del corpo o del volto femminile rinascimentale. In questo senso la sua #pittura si situa nella scia di Pablo Picasso e di Willem de Kooning piuttosto che su quella di John Singer Sargent o di Edward Hopper. Una  #pittura di prima, ma sempre lussuriosa, o meglio una sorta di colta e raffinata “volgarizzazione” dell’arte figurativa classica, permette a Currin di esaltare la #pittura stessa, e con essa definire una nuova forma di bellezza artistica che si avvantaggia in effetti di una inedita immaginazione o “maniera” figurativa.  Quei corpi e quei volti, a volte resi perfino disdicevoli, appaiono belli in virtù della loro trasfigurazione pittorica, attraverso la ricercata volgarizzazione del codice classico.  In alcuni dipinti  donne e uomini fanno sesso come interpretando una scena porno, i suoi personaggi vivono il corpo e la sessualità in maniera esibizionistica e alterata. Sembrano recitare a soggetto in una scenografia allestita per un film o un selfie. In questo senso Currin ricerca e attiva qualcosa di paradossale: tra reale e fittizio, tra contemplazione e voyerismo, tra osceno e raffinato, tra verità fotografica e invenzione figurativa. Figure illanguidite o intorpidite, non per via di droghe o pratiche estreme, quanto piuttosto per fiacchezza morale sono il pretesto artistico per dipingere con deliberata onestà e studiata franchezza liberandosi di ogni nostalgia accademica e di ogni ideologica avversione verso la #pittura figurativa. Mai sgradevole, mai disgustoso, e mai scontato, Currin affronta generi e stili diversi scegliendo e alternando temi e registri differenti come il ritratto, la natura morta, l’osceno e il triviale, il lirico e il sentimentale. La sua abilità si manifesta in ritratti eseguiti con pennellate veloci e sprezzanti come in Frans Hals e Édouard Manet  in nature morte eseguite con la perizia calligrafica di un pittore olandese rinascimentale, in tappezzerie e mazzi di rose di una freschezza impressionistica. La nudità viene ostentata, così come i genitali, che appaiono esibiti con minuziosa impudicizia,  allo stesso modo di una capigliatura, di una stoffa, di un elemento di decoro o di arredo, di un servizio di porcellana, di una caraffa ricolma di acqua, di un tacchino o di un astice. Spesse volte le donne ritratte in accoppiamenti o conversazioni galanti, sorridono e digrignano, soffrono e godono nello stesso istante e modo. Rabbia, isteria, sintomatici difetti inscrivono termini da ‘commedia’ all’interno di nobili composizioni. In molti casi dietro la scintillante bellezza, la lussureggiante sensualità, affiora un senso di vacuità e di glaciale indifferenza, come se il benessere e il lusso, avessero reso insensibili pelle e anima, trasformando l’amore romantico in apatico consumo sessuale. Le sue donne possono essere superdotate (seni e fianchi rotondi e gonfi), o al contrario esibiscono la propria magrezza, una sterilità che è sia del corpo sia dell’anima. La voracità sessuale sembra una conseguenza esagerata della frigidità morale di una classe sociale plasmata dal lusso e dal consumo. Allo stesso tempo si avverte un senso di genuino stupore di fronte al miracolo della #pittura quando con essa è dato immortalare il trascorrere della vita in un’espressione o in una forma, una sensazione elettrizzante o piacevole, un sentimento di benevolenza o compassione in una linea o in un colore fissando per sempre quel magico momento in cui l’esserci stesso di una cosa, o di una donna, di un’espressione  non tramonta ma risorge pittoricamente ogni volta e per sempre. Nella sua carriera, Currin, ha affrontato generi e soggetti nobili e volgari, in modo ora oltraggioso e perfino grottesco, svelando difetti, vizi, pene, idiosincrasie, il lato patologico della libido e quello angoscioso dell’eccitazione, inscrivendo ogni elemento perturbante, fosse anche la sofferenza, il dolore, l’angoscia, in una superficie pittorica analoga o contraria. La stesura pittorica, infatti,  appare ora sprezzante e veloce ora lenta e meditata, ora puntigliosa e meticolosa ora immediata e beffarda. In #mostra saranno presentati una serie di dipinti inediti per l’Italia, scelti dall’artista in dialogo con le straordinarie raccolte di #pittura e scultura del #museo Stefano Bardini, grandissimo antiquario e collezionista fiorentino del XIX secolo. Si tratta di ritratti familiari (Rachel, sua moglie, i tre figli Francis, Hollis e Flora), di ritratti allegorici (Flora, The Penitent, The Lobster) e di ritratti muliebri (Bent Lady, Anna, Big Hands), di nudi femminili (Nude in a convex mirror), opere presentate per la prima volta in Italia affiancate a Madonne donatelliane, bronzetti e porcellane, cornici intagliate, dipinti seicenteschi, sculture lignee medievali. Saranno esposti pure alcuni disegni, a ben rappresentare la prodigiosa tecnica di Currin, in dialogo con la “sprezzatura” grafica di Tiepolo e Piazzetta, di cui  al #museo Bardini si conserva una serie assai pregevole di esemplari.  In occasione della #mostra, curata da Antonella Nesi e Sergio Risaliti, verrà pubblicato un catalogo (Forma edizioni) con riproduzioni a colori delle opere di #johncurrin, saggi critici dei curatori e  un’intervista di Angus Cook all’artista. La #mostra promossa dal Comune di #firenze, è organizzata dall’associazione Mus.e, in collaborazione con Gagosian Gallery e con il sostegno di Faliero Sarti. 

 

John Currin è nato nel 1962 a Boulder in Colorado. Ha conseguito la laurea in Belle Arti nel 1984 presso  la Carnegie Mellon University a Pittsburgh e nel 1986 il master, sempre in Belle Arti, presso la Yale University nel Connecticut. Mostre personali sono state organizzate nel 1995 presso il Fonds Regional d’Art Contemporain a Limousin in Francia  e  presso l’Institute of #contemporaryart di Londra.  Nel 2003 ha esposto  all’Aspen Art Museum di Colorado con la #mostra New Work 7: #johncurrin, Works on Paper e al Museum of #contemporaryart di Chicago, dopo essere stato ospite presso la Serpentine Gallery di Londra e il Whitney Museum of American Art di New York. Il 2011 è l’anno della #mostra #johncurrin meets Cornelis van Haarlem al Frans Hals Museum in Olanda e infine al #museo Stefano Bardini di #firenze nel 2016. Currin ha partecipato inoltre a numerose esposizioni collettive tra le quali: al Museum of Modern Art di Vienna nel 2008; al Stiftung Museum Kunstpalast in Germania, sempre nel 2008; a Le Consortium Dijon in Francia nel 2012; al New Museum  di New York nel 2013; alla Royal Academy of Arts nel 2015 a Londra e nello stesso anno al Whitney Museum of American Art di New York. Attualmente vive e lavora a New York. 

John Currin

Paintings

Firenze, #museo Bardini

13 giugno - 2 ottobre

Una #mostra a cura di Antonella Nesi e Sergio Risaliti

 

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