Cookie Consent by Free Privacy Policy website MUSEION dalla conferenza stampa di presentazione del programma 2017 di oggi 11/01
gennaio 11, 2017 - Museion

MUSEION dalla conferenza stampa di presentazione del programma 2017 di oggi 11/01


Anche nel 2017 #museion continua a guardare a una realtà e un’attualità sempre più multipla e complessa. Le mostre di #lilireynauddewar e #nicolodegiorgis si muovono, pur da diverse prospettive, sul filo di temi come l’identità culturale e il multiculturalismo e quindi il superamento del pensiero binario - giusto/sbagliato, sé/gli altri, verità/illusione. Pensare la diversità vuol dire fornire nuove immagini di pensiero e contronarrazioni: è quanto propone l’opera di #peterfriedl, di cui #museion presenta la prima personale in un #museo italiano.

Le collaborazioni rimangono parte importante dell’identità di #museion, con diversi progetti, dentro e fuori dalle mura del #museo. Continua inoltre il fitto programma di mediazione per avvicinare diversi pubblici all’arte contemporanea, con più di 40 formati proposti, con una particolare attenzione ai giovani e alle fasce sensibili.

 

“Oggi non è più pensabile una totalità che non sia potenziale, congetturale, plurima…” –

Letizia Ragaglia, direttrice di #museion, riassume con le parole di Italo Calvino lo sguardo che intende mettere in luce con le nuove mostre del 2017.Rapportarsi al nuovo e alla differenzaè una delle sfide cui l’attualità ci chiama a confrontarci quotidianamente. In questo senso, #museion, come #museo d’arte contemporanea, e quindi del proprio tempo, propone per l’anno espositivo che inizia due posizioni che hanno messol’identità culturale, la diversità e ilmulticulturalismo nelle sue molteplici sfaccettature al centro della loro ricerca: quella dell’artistaLili Reynaud-Dewar (La Rochelle, Francia 1975) e quella diNicolò Degiorgis (Bolzano, 1985) curatore ospite 2017. Reynaud-Dewar apre la stagione con la sua personaleTEETH, GUMS, MACHINES, FUTURE SOCIETY il 27/01 prossimo, mentre la mostra tematica “Hämetli et Patriæ” di Degiorgis inaugura il 15/09.

 

Considerata tra le voci più singolari dell’arte sulla scena contemporanea, #lilireynauddewar si interroga sui condizionamenti e stereotipi sessuali, razziali e politici che condizionano l’identità culturale; uno degli elementi centrali della mostra a #museion, realizzata in collaborazione con ilKunstvereinin Hamburg ede Vleeshal in Middelburg, è ilCyborg Manifesto, pubblicato dalla femminista Donna Haraway nel 1985. Nel saggio si auspica ilsuperamento del pensare binarioQuella a Bolzano è la primapersonale in Italia dell’artista – nel 2014 su invito del curatore ospite Pier Bal Blanc aveva realizzato per #museion il video “Live Through That ?!”, in cui ballava nuda attraverso le sale del #museo vuoto. Il video è esposto fino al 17/09/2017 nella mostra “La forza della fotografia” sulle immagini fotografiche della collezione #museion, che rimarrà visibile per buona parte del 2017. Lavisione multipla e complessasulla realtà e sul soggetto contemporaneo, che emerge da diversi lavori in mostra - si pensi ad artiste come Eleanor Antin, Roni Horn e Joan Jonas- costituisce iltrait d’unionDal 23/03/2017la mostra fotografica sarà arricchita da una selezione di lavori dalla Sammlung Goetz di Monaco delle artiste Diane Arbus, Nan Goldin, Ulrike Ottinger, Cindy Sherman.

 

Il tema dell’identità e quindi delladiversità nelle sue sfaccettature è letto invece da #nicolodegiorgis alla luce della piùrecente attualità in Europa, in cuiglobalizzazione eflussi migratorifanno emergere tutta la fragilità delle democrazie e dei valori liberali.

La mostra rilegge i concetti di “Heimat” e patria esi sviluppa attraverso una struttura dialettica, mettendo in dialogo concetti e qualità, anche opposti.

“Hämatli & Patriæ”Un’attenzione all’attualità nel programma espositivo, che è anche al centro del progetto “Paradise Lost”, curato da Frida Carazzato al Cubo Garutti. Qui dal 16/01 al 17/07 saranno ospitati in tre momenti espositivi tre progetti inediti firmati dai fotografiDiego Artioli(Bolzano, 1971), Ziyah Gafić(Bosnia-Erzegovina, 1980), Ludwig Thalheimer(Bolzano, 1961). Tra taglio documentaristico e approccio artistico, ognuno conduce una ricerca su tre territori diversi e sulle persone che da queste terre sono fuggite, vi sono giunte o vi resistono.Gioca invece sulla dialettica tra dimensione intima e spazio pubblico il progetto diPaul Thuile(Bolzano, 1959), che sarà esposto al Cubo Garutti dal 01/09 al 31/12/2017.

Pensare la diversità vuol direfornire nuove immagini di pensiero e contro narrazioni. È quanto propone l’opera diPeter Friedl (Oberneukirchen,Austria 1960), di cui il26/05 inaugura “Teatro”, la prima personale in Italia.All’interno della ricerca estetica dell’artista, l’idea del teatro rappresenta uno spazio mentale per mettere alla prova nuovi modelli di narrazione e raffigurazione. Il #museo è dunque il palcoscenico per la messa in scena di esercizi d’immaginazione storica e politica. La mostra presenta video e installazioni, tra cui diverse opere note e nuovi lavori creati per l’occasione.

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