Cookie Consent by Free Privacy Policy website Presentate alla stampa le mostre Grazia Toderi e Orhan Pamuk. Words and Stars e La materia della forma.
aprile 03, 2017 - Museo Mart

Presentate alla stampa le mostre Grazia Toderi e Orhan Pamuk. Words and Stars e La materia della forma.

A partire dall’inizio del 2017 numerosi capolavori sono giunti al Mart, ampliandone il ricco patrimonio. Tra questi, un nucleo di opere di inestimabile valore storico-artistico proveniente da una delle più prestigiose raccolte internazionali di #arte contemporanea: la Collezione Panza di Biumo. Un Focus di approfondimento e nuovi inserimenti nel percorso permanente presentano al pubblico queste straordinarie opere.



FOCUS COLLEZIONI


Il programma espositivo del Mart di Rovereto si arricchisce periodicamente di approfondimenti dedicati alle raccolte che compongono il patrimoniomuseale.

Si tratta dei Focus tematici e monografici pensati per esplorare le radici dell’arte italiana contemporanea, i movimenti storici internazionali, le nuove emergenze partendo dal vasto patrimonio del Mart che comprende, oltre alle opere, preziosi documenti conservati presso l’Archivio del ’900.


Nel 2016 l’inedito “format” ha consentito al pubblico di conoscere il progetto di ricerca pluriennale Materiale Immateriale. Progetto VVV- VerboVisualeVirtuale realizzato in collaborazione con Museion e con la Fondazione Bruno Kessler; le opere di Mario Raciti giunte al Mart tramite la Donazione Carlo Damiano e le collezioni VAF-Stiftung, Collezione Volker W. Feierabend, Collezione Domenico Talamoni; la serie fotografica Mediterraneo di Mimmo Jodice, dalla Collezione “I Cotroneo”. Inoltre, con materiali provenienti dall’Archivio del ’900 sono state realizzate le mostre Disegnare la villeggiatura e Tra nucleare e Patafisica (in corso fino al 30 aprile).


Il calendario del 2017 prevede due Focus a cura dell’Archivio del ’900: Costruire con la luce: fotografie di architettura dagli archivi del Mart (7 maggio - 27 agosto) e La rivista come luogo di ricerca artistica: il portale Capti (3 settembre - 28 gennaio).

A questi progetti, allestiti nel mezzanino del Mart, si aggiungono due preziose mostre dedicate a due grandi collezioni private italiane: la Collezione Allaria (fino all’11 giugno) e la Collezione Panza di Biumo (2 aprile - 2 luglio). Quest’ultima è parte di un progetto più ampio che inaugura un nuovo rapporto tra l’istituzione museale di Rovereto e la Panza Collection.





FOCUS LA MATERIA DELLA FORMA. COLLEZIONE PANZA DI BIUMO



Una collezione è anche la storia personale di chi la crea poco per volta,

nel mio caso durante un lungo periodo, quasi cinquant’anni.

È anche la proiezione della propria personalità negli artisti e nelle opere scelte.

Giuseppe Panza di Biumo, Ricordi di un collezionista, 2006




Quella di Giuseppe Panza di Biumo (1923-2010) è una delle collezioni private più note al mondo. Riferimento internazionale per le principali tendenze dell’arte americana del dopoguerra, raccoglie alcune tra le più significative esperienze minimal e concettuali.


Il Focus La materia della forma, in dialogo serrato con l’allestimento permanente del Mart, rappresenta l’occasione per conoscere aspetti inediti della nota Collezione e rileggerla nella sua totalità in modo nuovo. Un complesso ambito di ricerca, mai indagato prima, fa luce su alcune tematiche fondamentali, compiutamente originali.

L’esposizione si concentra sul valore dei materiali quale componente fondante delle realizzazioni degli artisti. Si tratta di un taglio autentico, necessario ad ampliare la ricerca sull’importante lavoro di Giuseppe Panza: in questa mostra loggetto di indagine diventa il portato simbolico, metaforico, strutturale e progettuale della materia quale componente essenziale dell’opera d’arte.


Come sottolinea Gianfranco Maraniello nella lunga conversazione con gli eredi Panza documentata nel catalogo della #mostra: “I lavori selezionati […] paiono legati a un carattere effimero e caduco nella loro sostanza. C’è un forte senso del presente e della sua evanescenza nel prevalente utilizzo di materiali che non si impongono per la loro permanenza ma per essere testimoni di fragilità”. Come spesso accade nell’arte contemporanea, i materiali scelti dagli artisti non sono eterni e questo aspetto li rende ideali narratori del senso di vivere. “Trovano corrispondenze con l’esistere e certamente non ritraggono o rappresentano la vita, non ne fanno un oggetto, ma ne sono soggetto”.


L’attenzione per le forme essenziali si rafforza nell’ambito di un quadro operativo e simbolico più ampio, che include l’uso di materie della tradizione artistica come il legno, la tela o il pigmento. Le opere in #mostra coniugano in un’unica grammatica la forma, lidea e le proprietà fisiche della materia. La sublimazione dell’oro, il peso della ghisa, la ritualità del legno, il mistero della luce o la fragilità della natura accompagnano il visitatore in un percorso suggestivo.

L’esposizione finisce, quindi, per testimoniare l’attenzione dei linguaggi contemporanei per le proprietà espressive della materia. Lo fa esplorando alcuni dei suoi valori più intimi: l’inconsistenza della luce nelle opere di Ettore Spalletti e Larry Bell, la concretezza della ghisa e del cemento nei lavori di Roni Horn e Hubert Kiecol, la fisicità della cera nelle sculture di Lawrence Carroll, la spiritualità della foglia d’oro nell’opera di Jan Vercruysse, l’apparente fragilità della natura nelle composizioni di Christiane Löhr.

In #mostra, inoltre, trovano collocazione straordinari lavori di Bernard Joubert, Richard Nonas e Thomas Schütte.





Alle parole del Collezionista è affidato l’intero percorso espositivo: alcuni scritti di Giuseppe Panza scandiscono la visita, accompagnando il pubblico alla scoperta delle opere e degli artisti in sala. Una delle istanze più forti di Panza fu proprio quella della divulgazione, una vera a propria vocazione alla condivisione dell’incredibile e vasto patrimonio artistico. Il riscontro educativo era fondamentale, tanto quanto il dialogo con lo spazio.


Oltre ad approfondire aspetti insoliti e meno noti, il Focus del Mart rappresenta l’occasione per mostrare al pubblico opere pressoché inedite, presentate solo in occasione del loro acquisto, o mai esposte prima,come quelle di Richard Nonas e Roni Horn, le cui straordinarie dimensioni possono rappresentare un ostacolo per molte sedi espositive. Le caratteristiche stesse di molti lavori, i volumi ambientali, gli elementi percettivi li rendono più adatti gli spazi pubblici che a quelli privati. Ne sono rappresentazione eccellente, per esempio, le opere provenienti dalla Collezione Panza inserite nel percorso permanente del Mart che segnano lo spazio, determinandolo. Si tratta in questo caso di grandi lavori di Sol LeWitt, Joseph Kosuth, Hanne Darboven e Hamish Fulton.

Con queste immissioni cambia lo scenario stesso delle Collezioni del Mart e si rinnova la relazione dinamica tra il museo di Rovereto e i suoi collezionisti.

Tanto le novità nell’allestimento permanente, quanto il Focus La materia della forma sono realizzati e organizzati in collaborazione con Panza Collection. Grazie a questa felice sinergia, sottolineata anche nel catalogo che accompagna la #mostra, il Mart prosegue la sua esplorazione sulle finalità stesse del collezionare e sulle sue gestioni attuali.

La fruizione pubblica e la contingenza dei luoghi espositivi possono e devono riattivare e ricontestualizzare, nel tempo e nello spazio, il patrimonio culturale che una collezione rappresenta.



LA COLLEZIONE PANZA DI BIUMO


La Collezione Panza di Biumo è una delle raccolte più importanti di #arte contemporanea del secondo dopoguerra. Il suo fondatore Giuseppe Panza ha giocato un ruolo fondamentale nella cultura artistica del suo tempo, introducendo in Europa, fra i primissimi, fenomeni artistici come la Pop Art, il Minimalismo, l’Arte ambientale e l’Arte concettuale. La sua attività collezionistica è poi proseguita, con raro rigore, nel corso degli anni Ottanta e Novanta, ma è stata anche affiancata da una costante ricerca dei contesti più appropriati in cui esibire le opere tracciando, le linee di una museografia personalissima fatta di equilibrio fra architettura, arredi e opere d’arte contemporanea. Parti coerenti della sua collezione sono state esposte e acquisite nelle raccolte di grandi musei d’arte contemporanea, come il MOCA di Los Angeles e il Guggenheim, ma hanno anche trovato collocazione in architetture storiche come la Villa Panza a Varese donata dal Collezionista al FAI o il Palazzo Ducale di Sassuolo.

Il Mart, Museo di #arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto, ha costruito nel tempo una stretta collaborazione con Giuseppe Panza di Biumo e gli eredi che oggi gestiscono il lascito e l’archivio, sia con l’esposizione di alcune opere nelle mostre permanenti del Museo, sia con approfondimenti volti a far emergere i diversi aspetti che caratterizzano la Collezione

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