Cookie Consent by Free Privacy Policy website ALICE IN WONDERLAND - Officine Saffi ospita un’esposizione corale organizzata e promossa da Guldagergaard, centro internazionale di ricerca ceramica
giugno 11, 2017 - Officine Saffi

ALICE IN WONDERLAND - Officine Saffi ospita un’esposizione corale organizzata e promossa da Guldagergaard, centro internazionale di ricerca ceramica

Per la stagione estiva 2017 #officinesaffi ospita un’esposizione corale organizzata e promossa da Guldagergaard,centro internazionale di ricerca ceramica. 

In mostraStephen Bowers, Jim Cooper, Malene Hartmann Rasmussen, Sergei Isupov, Sten Lykke Madsen, Kadri Pärnaments, Mara Superior, Lileng Wong.


"Ma io non voglio andare fra i matti", osservò Alice. 

"Oh, non hai altra scelta," disse il Gatto :"Qui siamo tutti matti. Io sono matto. Tu sei matta."
"Come lo sai che sono matta?" Disse Alice. 

"Per forza," disse il Gatto: "Altrimenti non saresti venuta qui."

– Lewis Carroll, Le avventure di Alice nel Paese delle Meraviglie


Celebrazione della famosa avventura di Alice nel Paese delle Meraviglie, la #mostra rimanda ai ricordi d’infanzia e alle favole che ci hanno accompagnato fino all’età adulta. Tra giardini segreti e strani animali, si viene trascinati in un mondo fantastico dove tutto può succedere e dove non ci sono regole. Il medium ceramico ha così l’opportunità di dimostrare la sua abilità trasformista, il Paese delle Meraviglie è infatti un’idea di realtà scardinata, mobile, fastosamente suggestiva, che vale ben più della sua stessa fabula.


Il gioco all’apparenza lieve e désengagé proposto dalla #mostra “Alice in Wonderland”, concepita in seno al centro internazionale di ricerca ceramica danese Guldagergaard e passato alle #officinesaffi, mira a un duplice scopo. Il primo è sollecitare otto artisti diversi, scalati anagraficamente tra il 1937 e il 1973 e geograficamente dalla Danimarca alla Malesia, dalla Nuova Zelanda agli Stati Uniti, a misurarsi con il testo carrolliano deducendone riflessioni diverse, da iconografiche a concettuali. Il secondo è, attraverso questa provocazione che alla prima appare epidermica, provocarli a dichiarare il grado di comprensione del carrolliano “Qui siamo tutti matti” che è dell’arte tutta, forma preziosa di madness laddove si sottragga dalle forme stantie dell’ordinario: una riflessione e una dichiarazione dunque sul proprio essere artisti, sul proprio sentirsi ceramisti. 


Stephen Bowers (Australia, 1953) apparecchia un gioco di scacchi abitato da figure calate tutte nell’immaginario caricaturale della tradizione popolare.


Jim Cooper (Nuova Zelanda, 1956) assume la posizione più radicale: il suo è una sorta di presepe grottesco in cui iconografie basse e abbinamenti kitsch postmoderni esibiscono con orgoglio brutale la propria spavalda evidenza.


Malene Hartmann Rasmussen (Danimarca, 1973) muove dall’appropriatezza tecnica e formale per approntare visioni all’apparenza ordinarie, confortevoli, ma in realtà nutrite d’un gioco continuo di eccezioni significative.


Più fantasticante e stylé è il lavoro di Sergei Isupov (Russia, 1963), mentre Kadri Pärnaments (Estonia, 1968) usa la chiave della pertinenza iconografica, ivi compresa la citazione diretta della tradizione illustrativa, ma in un montaggio saporoso e straniato.


Sten Lykke Madsen (Danimarca, 1937), nutrito a suo tempo dell’abbreviazione espressivamente brusca di CoBrA nonché di suggestioni distillate d’art brut, mette in scena un teatrino di figure diverse, accogliendo a pieno la significazione specifica delle singole schegge narrative ed espandendola in chiave d’umore postsurreale.


Mara Superior (Stati Uniti, 1951) assume la chiave del jeu d’enfants, d’uno straniato e reinventato gusto per i bibelots, quasi in omaggio al tempo e al luogo in cui Alice storicamente nasce.


Lileng Wong (Malesia, 1967) sceglie la chiave d’un immaginario dolce e infantilmente confidente.

Si tratta dunque di posizioni divaricatissime, le quali tutte indicano che si tratta, bon gré mal gré, approcci di tipo iconografico: ma dove la vera materia problematica è non il pretesto carrolliano, bensì la centralità del poter figurare della ceramica.


OFFICINE SAFFI:

Officine Saffi è un centro specializzato nella ceramica contemporanea. Il progetto comprende la Galleria dedicata all’arte ceramica con mostre di artisti contemporanei e maestri del passato. Il Laboratorio dove sono organizzati corsi e workshop, oltre a produzioni di artisti e designer, le Residenze d’artista e la Casa Editrice che pubblica la rivista trimestrale specializzata La Ceramica in Italia e nel mondo (www.laceramicainitalia.com) e cataloghi d’arte. Infine, completa il progetto, il concorso internazionale Open to Art, dedicato alla Ceramica contemporanea d'Arte e di #design.


GULDAGERGAARD:

Guldagergaard è un centro internazionale di residenze d’artista il cui scopo primario è quello di promuovere la ceramica come forma d’arte. Il centro è un'istituzione senza scopo di lucro finanziata dal Ministero della Cultura danese e la municipalità di Slagelse. Guldagergaard ['Gool-aya-goh'] significa Fattoria dell’acro; era una fattoria di frutta di proprietà della stessa famiglia per quasi 100 anni. Nel 1997 è nato il Centro Internazionale di Ricerca Ceramica Guldagergaard il cui obiettivo è tuttora quello di offrire agli artisti internazionali laboratori ben attrezzati e personale tecnico pronto ad aiutare e a trasformare le loro visioni in argilla.


Alice in Wonderland

22 giugno – 14 luglio 2017

Inaugurazione: mercoledì 21 giugno 2017, 18.30-21.00


Officine Saffi 

Via A. Saffi 7 – Milano


Orari di apertura:
Dal lunedì al venerdì  10–13, 14-18.30
Sabato 11-18
Domenica su appuntamento

Ingresso gratuito

Info:

+39 02 36 68 56 96

info@officinesaffi.com

press@officinesaffi.com

www.officinesaffi.com