Cookie Consent by Free Privacy Policy website La fine dell’innocenza. Il cinema di Massimo Dallamano
settembre 28, 2017 - Casa del cinema

La fine dell’innocenza. Il cinema di Massimo Dallamano

Dal 2 ottobre al 6 novembre

Ingresso gratuito fino ad esaurimento posti

A cent’anni dalla nascita, la Cineteca Nazionale e la Casa del Cinema festeggiano il grande direttore della fotografia e abile cineasta #massimodallamano (Milano, 17 aprile 1917 - #roma, 14 novembre 1976) con una rassegna di film da lui diretti.

Dopo la formazione al Centro Sperimentale di Cinematografia nei primi anni quaranta, Dallamano esordisce come operatore e direttore della fotografia di documentari a cortometraggio. Nel 1945 passa al #cinema di finzione fotografando un film di Gianni Vernuccio, preludio ad una carriera ventennale interamente dedicata alla professione di direttore della fotografia. Sua l’illuminazione di numerosi film storici e non solo (Mattatore, America di notte). Nel 1967 avviene il passaggio alla regia con la direzione del western Bandidos, firmato con lo pseudonimo Max Dillman. La sua carriera prosegue con la realizzazione di prodotti di genere di ottima fattura come il giallo Cosa avete fatto a Solange? e il poliziesco La polizia chiede aiuto.

Nella sua filmografia si ravvisa un’attenzione ai corpi, soprattutto quelli giovanili, in cui – come in un romanzo di formazione ottocentesco – l’innocenza è sopraffatta dall’esperienza, dal cinismo, da uno sguardo esistenziale che drammaticamente diviene adulto. Nel suo #cinema l’innocenza non è mai esistita nella sua totalità, perché turbata da una carnalità mai doma, che anche uno schermo cinematografico non riesce a imprigionare. Ci ha provato spesso la censura – la via crucis di Venere in pelliccia è un esempio eclatante! – rendendo tuttavia le sue opere, oggetti di culto, spesso anche misteriosi nelle varie versioni e varianti spurie.


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