Cookie Consent by Free Privacy Policy website Livio Bernasconi – Carol Bove: Two Swiss American Artists, A Collection in Progress
novembre 13, 2017 - Masi Lugano

Livio Bernasconi – Carol Bove: Two Swiss American Artists, A Collection in Progress

Livio Bernasconi – Carol Bove 

Two Swiss American Artists 

A Collection in Progress 

30 settembre – 10 dicembre 2017
Spazio -1. Collezione Giancarlo e Danna Olgiati 

Un progetto di Danna Olgiati 

Conferenza stampa: giovedì 28 settembre, ore 11:00 Inaugurazione: venerdì 29 settembre, ore 18:00 

Comunicato stampa 

Lugano, giovedì 28 settembre 2017 

Lo Spazio -1 propone, per la #mostra autunnale, un inconsueto accostamento tra due artisti di diverse generazioni: il pittore ticinese #liviobernasconi (Muralto, 1932) e la scultrice statunitense #carolbove (Ginevra, 1971). Inoltre, come ogni anno, lo Spazio -1 presenta un nuovo allestimento della Collezione Olgiati con l’obiettivo di mettere in relazione fra loro opere dell'avanguardia storica e di quella contemporanea acquisite in momenti diversi. 

Livio Bernasconi – #carolbove Two Swiss American Artists 

Livio Bernasconi e #carolbove devono la loro identità artistica agli scambi e alle contaminazioni tra la cultura svizzera e quella americana. La scultrice statunitense Carole Bove quest’anno rappresenta la Svizzera alla Biennale di Venezia. #liviobernasconi, formatosi in Ticino e in Italia, ha risieduto negli Stati Uniti a metà degli anni Sessanta, un soggiorno che ha prodotto un rigoroso e prolifico confronto tra la sua formazione europea, nell’ambito dell’informale, il Pop americano e l’espressionismo astratto. La dimensione pittorica di Bernasconi e l’universo plastico di Bove – pur nella differenza dei mezzi adottati e dell’attitudine intellettuale – sono caratterizzati dal linguaggio dell’astrazione arricchito da una grande vivacità cromatica. 

Le opere
Il progetto per lo Spazio -1 prevede 15 dipinti di #liviobernasconi datati a partire dagli anni ‘80: sono tutti caratterizzati dalla divisione della superficie pittorica in due diverse aree cromatiche, una contrapposizione dei piani animata da un movimento interno di forte dinamicità. Ampie campiture monocrome, tagliate al vivo, controbilanciate da ritagli cromatici periferici creano una tensione interna al quadro e attivano una relazione tra i diversi dipinti esposti sulle tre pareti perimetrali dello spazio ingaggiando così un sorprendente dialogo con la scultura della Bove collocata al centro della sala. 

La scultura di #carolbove in #mostra è composta di quattro elementi in acciaio dipinto, denominati dall’artista "glifi schiacciati" (crushed glyphs), ovvero elementi grafici deformati e collocati su una base molto ampia e di altezza ridotta. 

I glifi (letteralmente segni grafici, dipinti o architettonici), di colori brillanti (verde, giallo, marrone e rosso), hanno forme irregolari e danno l’impressione di grande flessibilità, nonostante la loro struttura sia realizzata in acciaio.
I quattro elementi simili che compongono la scultura creano, nella loro interazione reciproca, una variazione sul tema. La loro forte presenza visiva è inoltre contraddetta dal titolo Self Talk (“Dialogo interiore”), che propone all’osservatore di entrare in contatto con l’opera attraverso una riflessione personale, abbandonando schemi visivi e mentali precostituiti. 

Come il glifo si riferisce generalmente ad un simbolo che acquista senso in un contesto specifico, ad esempio una lettera all’interno dell’alfabeto, così le sculture della Bove appaiono come frammenti unitari di una sillabazione complessa: la ricerca dell’artista statunitense, infatti, è sempre focalizzata sull’idea di scultura e sulla condizione di esistenza e realizzazione dell’opera nella dimensione plastica. 

Gli artisti
#liviobernasconi nasce a Muralto nel 1932. Terminate le scuole a Locarno, si trasferisce a Milano dove frequenta l’Accademia di Brera dal 1954 al 1958. Un soggiorno negli Stati Uniti – nell’anno accademico 1964-65, in qualità di Visiting Artist alla Facoltà di architettura della Washington University di St. Louis – modifica radicalmente il suo approccio alla #pittura: l’incontro con la Pop americana e con l’espressionismo astratto annullano ogni traccia di realismo e segnano un punto di svolta. Nel dipinto “Town”, del 1964, l’artista evoca il linguaggio dei tabelloni pubblicitari e dei segnali stradali tipici delle metropoli americane elaborandoli in forme geometriche e colori saturi che assurgono a elementi primari del suo vocabolario.
Una testimonianza importante di questa evoluzione è la grande #pittura murale per il Ginnasio di Locarno, del 1965, dove si annuncia l’impostazione cromatica e strutturale che si preciserà negli anni successivi. Tra il 1966 e il 1968 realizza la serie Flash caratterizzata da una rigorosa struttura seriale e dall’impiego di una campitura cromatica estesa e modulata. Dalla fine degli anni ’70, al rigore delle forme geometriche primarie si alternano accostamenti cromatici più liberi, nell’ottica di una riscoperta del “divertimento pittorico”, tanto caro a Matisse.
Tra le principali esposizioni monografiche ricordiamo la personale con Mario Negri al Kunstmuseum Winterthur del 1960, quella del 1995 al #museo Cantonale d’Arte di #lugano unitamente a diverse presenze in gallerie in Svizzera e all’estero. Tra le mostre collettive si segnalano l’importante collettiva “Wege und Experimente 30 junge schwiezer Künstler“ presentata al Kunsthaus Zürich e al Kunsthaus Linz nel 1968, la #mostra “Regel und Abweichung Schweiz Konstruktiv 1960 bis 1997” presso la Haus für Konkrete Kunst di Zurigo nel 1997 e la recente rassegna “Swiss Pop Art” presso l’Aargauer Kunsthaus.
Dal 1972 al 1997 insegna, con grande seguito di studenti, presso la CSIA (Centro Scolastico per le Industrie Grafiche) di #lugano. Vive e lavora a Carona, #lugano. 

Carol Bove nasce a Ginevra nel 1971 da genitori americani; è cresciuta a Berkeley, California e ha studiato alla New York University. Vive e lavora a Brooklyn, New York. Gli assemblaggi di #carolbove combinano elementi trovati con altri realizzati ex-novo: integrano materiali di diversa origine, domestica, industriale e naturale. Le sue opere svelano la liricità nascosta dei media impiegati, verità della materia e riferimenti alla storia dell’arte vengono arricchiti da un’intensa e intima riflessione personale. L’artista lavora in un’ex industria di mattoni vicino al lungomare di Brooklyn. Si serve di reperti e rifiuti urbani trovati nella zona e produce le sue opere avvalendosi della collaborazione di laboratori artigianali del quartiere. Utilizza un’ampia gamma di materiali inclusi acciaio, libri, cumuli di detriti, penne di pavone, conchiglie e spugna e impiega le tecniche più diverse tra le quali scultura, installazioni e disegno. #carolbove è nota soprattutto per le sue sculture di grande formato che lei stessa descrive come “grandi, pesanti, ma fragili”, la scultura “Lingam” in acciaio e legno, ad esempio, è esposta al City Hall Park di New York dal 2016. 

Le sue opere fanno parte di prestigiose collezioni come l’Institute of #contemporaryart di Boston; The Museum of Modern Art, Whitney Museum of American Art di New York e il MOCA di Los Angeles. 

Tra le principali mostre personali si ricordano quelle presso Kunstverein Hamburg (2003); Kunsthalle Zürich; Institute of #contemporaryart, Boston (entrambe del 2004), Horticultural Society of New York (2009); Palais de Tokyo, Paris (2010); Museum of Modern Art, New York (2013); The Common Guild, Glasgow (2013) e l’importante #mostra itinerante “Carol Bove / Carlo Scarpa” presso l’Henry Moore Institute, Leeds; il Museion, Bolzano e il Museum Dhondt- Dhaenens, Deurle (2014-16). 

Tra le grandi rassegne ricordiamo: Whitney Biennial, Whitney Museum of American Art, New York (2008); Biennale di Venezia (2011), Documenta 13, Kassel (2012); Padiglione Svizzero, Biennale di Venezia (2017). 

A Collection in Progress 

Ogni anno lo Spazio -1 presenta un nuovo allestimento della Collezione Olgiati con l’obiettivo di mettere in relazione fra loro opere dell'avanguardia storica e di quella contemporanea acquisite in momenti diversi. Giancarlo e Danna Olgiati proseguono il loro progetto di approfondimento delle linee guida della Collezione selezionando opere di grandi maestri e di giovani artisti di diverse nazionalità, affermati su scala internazionale e uniti tra loro da una comune radice storiografica che ben si manifesta nel dialogo tra le rispettive opere in #mostra. 

L’allestimento di quest’anno prende avvio con una sezione dedicata al monocromo che spazia da Yves Klein a Irma Blank, da Piero Dorazio a Marca-Relli; segue un omaggio all’artista francese Arman con opere dei migliori anni '60; il percorso continua con un capitolo sulla rappresentazione del volto con ritratti e autoritratti di Marisa Merz, Markus Schinwald, Jimmie Durham e Gino De Dominicis; in conclusione di percorso, dopo aver attraversato diverse sale, viene presentata una rivisitazione in bianco della ricerca del Gruppo Zero a confronto con Tauba Auerbach e Wolfgang Tillmans (proposto quest’anno dalla personale presso la Fondazione Beyeler di Basilea). 

In tutte le sale si potranno ammirare opere già note al visitatore affiancate da altre di recente acquisizione; è attraverso questo costante dialogo che si esplicita la volontà dei collezionisti di trasmettere a chi guarda le loro scelte ed emozioni chiarendo così cosa significa per loro A Collection in Progress. 

Elenco artisti in #mostra:
Carla Accardi / Giovanni Anselmo / Arman / Tauba Auerbach / Giacomo Balla / Rosa Barba / Irma Blank / Alighiero Boetti / Sophie Calle / Pier Paolo Calzolari / Christo / Ettore Colla / Gino De Dominicis / Fortunato Depero / Piero Dorazio / Jean Dubuffet / Jimmie Durham / Luciano Fabro / Marco Gastini / Anthony Gormley / Mark Grotjahn / Wade Guyton / Guyton-Walker / Anish Kapoor /Anselm Kiefer / Jannis Kounellis / Yves Klein / Alberto Magnelli / Piero Manzoni / Conrad Marca Relli / Mario Merz / Marisa Merz / Giulio Paolini / Giuseppe Penone / Gianni Piacentino / Michelangelo Pistoletto / Enrico Prampolini / Seth Price / R.H. Quaytman / Pietro Roccasalva / Tim Rollins and K.O.S. / Pamela Rosenkranz / Sterling Ruby / Salvatore Scarpitta / Mario Schifano / Markus Schinwald / Rudolf Stingel / Jan Schoonhoven / Wolfgang Tillmans / Giulio Turcato / Günther Uecker / Emilio Vedova / Francesco Vezzoli / Not Vital / Danh Vo / Kelley Walker / Paloma Varga Weisz / Christopher Wool / Gilberto Zorio. 

La Collezione Giancarlo e Danna Olgiati è parte del circuito museale del MASI #lugano, Museo d’arte della Svizzera italiana. La sua sede, Spazio -1, è adiacente al centro culturale LAC Lugano Arte e Cultura e ospita oltre 200 capolavori che spaziano dagli anni Cinquanta del Novecento al presente. La collezione d’arte contemporanea Giancarlo e Danna Olgiati, concessa in deposito alla Città di #lugano nel 2012, viene proposta al pubblico in allestimenti sempre diversi unitamente a mostre temporanee dedicate all’approfondimento dell’opera di artisti inclusi nella raccolta. 

 

Spazio – 1
Collezione Giancarlo e Danna Olgiati Lungolago Riva Caccia 1, 6900 Lugano 

+41 (0) 58 866 42 30 (lu - ve)
+41 (0)91 921 46 32 (ve – do, periodo d’apertura) info.menouno@lugano.ch 

www.collezioneolgiati.ch | www.masilugano.ch 

Orari
Venerdì - domenica: 11:00 – 18:00 Lunedì chiuso 

Ingresso gratuito