Presso il #teatrocarcano di #milano dal 24 ottobre al 29 ottobre in scena i Favete Linguis con Cetra... una volta con Stefano Fresi, Toni Fornari e Emanuela Fresi, di Toni Fornari con la regia di Augusto Fornari e scene di Alessandro Chiti.
Un concerto #spettacolo che vuole essere un tributo al quartetto più celebre del palcoscenico e della televisione italiana dagli anni '40 agli anni '80: il quartetto Cetra. La musica, le canzoni, le parodie memorabili dell'indimenticabile Quartetto sono riproposti in questo #spettacolo da tre interpreti eccezionali che costituiscono un concentrato esplosivo di bravura, simpatia, bel canto e trascinano il pubblico nell'epoca splendente dei grandi varietà televisivi. Si tratta dei Favete Linguis, il trio vocale composto da Stefano Fresi, Toni Fornari ed Emanuela Fresi i quali, fin dall'inizio della loro carriera, si sono ispirati al Quartetto Cetra, ricalcando il loro peculiare stile comicoparodistico.
Un viaggio tra passato e presente, tra malinconia e risate, sulla scia magica di un quartetto diventato leggenda.
Note di regia di Augusto Fornari
"Conosci il Quartetto Cetra?" se lo chiedi ad un ventenne scuoterà la testa mettendo la boccuccia a emoticon dispiaciuto. Ma basta canticchiare "Nella vecchia fattoria..." che lui con gli occhi accesi di chi torna all'infanzia risponderà "ia... ia... ò!"
Questa è tutta la magia dei Cetra, fanno parte della tua vita anche se tu non lo sai. La loro eredità musicale non ha bisogno di essere riconosciuta; c'è e basta.
Entrati nel dna di un popolo, hanno accompagnato generazione dopo generazione a suon di canzoni indimenticabili. Con loro si respira aria di famiglia.
Ed è proprio in famiglia che è nato il nostro amore per loro. Io, mio fratello Toni, Stefano, sua sorella Emanuela, molti anni fa, ascoltavamo le loro canzoni. Poi Stefano, Toni ed Emanuela iniziarono a cantarle, prima, poi a modificarle, a riscriverle, a reinventarle.
Ed eccoci al senso di CETRA UNA VOLTA: non un racconto filologico, non solo la storia di un gruppo che ha fatto la storia, ma un atto d'amore per ciò che ci ha ispirato; canzoni, sketch, parodie musicali, gag e soprattutto leggerezza, divertimento e amore per questo nostro mestiere. Ho voluto, insieme allo scenografo Alessandro Chiti, creare una scena che abbracciasse gli interpreti, li contenesse e che potesse essere, di volta in volta, radio, studio televisivo, album di ricordi, #teatro. Un viaggio tra passato e presente, tra malinconia e risate, sulla scia magica di un quartetto diventato leggenda.
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