Cookie Consent by Free Privacy Policy website ISLAM E FIRENZE - ARTE E COLLEZIONISMO DAI MEDICI AL NOVECENTO
june 21, 2018 - Civita Opera Laboratori

ISLAM E FIRENZE - ARTE E COLLEZIONISMO DAI MEDICI AL NOVECENTO


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La giraffa che il Sultano d’Egitto Qayt Bay inviò in dono a Lorenzo il Magnifico nel 1487, e che testimoniava i buoni rapporti che intercorrevano fra la corte dei Medici e il mondo islamico, ebbe purtroppo vita breve: seppure tenuta in stalle speciali fatte appositamente costruire nella villa di Poggio a Caiano e in via della Scala, a #firenze, si incastrò con la testa fra le travi del soffitto e morì, spezzandosi l’osso del collo, meno di due mesi dopo. Animale praticamente sconosciuto nella #firenze di allora, fu celebrato in #pittura da artisti come   HYPERLINK "https://it.wikipedia.org/wiki/Francesco_Botticini" \o "Francesco Botticini" Francesco Botticini,  HYPERLINK "https://it.wikipedia.org/wiki/Giorgio_Vasari" \o "Giorgio Vasari" Giorgio Vasari,  HYPERLINK "https://it.wikipedia.org/wiki/Bacchiacca" \o "Bacchiacca" Bachiacca,  HYPERLINK "https://it.wikipedia.org/wiki/Piero_di_Cosimo" \o "Piero di Cosimo" Piero di Cosimo. Quella impagliata che vedremo agli Uffizi , proveniente dal #museo di storia naturale de La Specola, nell’ambito della grande mostra “Islam e #firenze. #arte e collezionismo dai Medici al Novecento” è invece quella che il Vicerè d’Egitto donò al Granduca Leopoldo II negli anni 30 del XIX secolo.

Animali esotici a parte si tratta di una sontuosa rassegna di arte islamica, curata da Giovanni Curatola e organizzata dagli Uffizi con il Museo Nazionale del Bargello, altra sede espositiva. È un’occasione unica per scoprire conoscenze, scambi, dialoghi e influenze tra le arti di Occidente e Oriente.

Per oltre due anni un comitato scientifico internazionale ha lavorato intensamente alla selezione delle opere e al catalogo della #mostra, con saggi ricchi di indagini scientifiche e storiche che mettono in chiaro il ruolo importantissimo di #firenze negli scambi interreligiosi e interculturali tra il Quattrocento e il primo Novecento. Secondo Eike Schmidt, direttore delle Gallerie degli Uffizi, “la #mostra mette in evidenza non solo gli interessi per la cultura islamica ben radicati già nel collezionismo mediceo, e continuati fino in epoca moderna, ma testimonia anche la fascinazione estetica per l’Oriente che, senza pregiudizi, ha sempre permeato l’arte europea. E inoltre porta alla nostra attenzione l’importanza fondamentale degli scambi commerciali, ma soprattutto intellettuali e umani, nel bacino mediterraneo e oltre, come mezzo di arricchimento e di pace ”.

Per “ D’Agostino, il Direttore dei Musei del Bargello, la rassegna è importante non soltanto per capire il ruolo dei Medici e di #firenze nei rapporti con il vicino e lontano Oriente nel Rinascimento e oltre, ma anche per svelare al pubblico il ruolo fondamentale che la città gigliata ebbe alla fine dell’Ottocento negli scambi intellettuali e collezionistici italiani e stranieri nella creazione di nuclei museali di #arte islamica e di eccellenza museografica, tra cui quello del #museo Nazionale del Bargello è a tutt’oggi uno dei più importanti in Italia”.

L’interesse antico di #firenze per il mondo islamico, è testimoniato già nei diari dei mercanti fiorentini Simone Sigoli, Leonardo Frescobaldi e Giorgio Gucci che nel 1384, durante il loro pellegrinaggio in Terrasanta, visitarono anche il Cairo e Damasco, stupiti dalla quantità e dalla straordinaria bellezza dei manufatti tanto che arrivano ad affermare: “… veramente tutta cristianità per un anno si potrebbe fornire di mercatanzia in Damasco”.

Protagonista di questa iniziativa congiunta tra Bargello e Uffizi è dunque l’arte islamica con i suoi straordinari tappeti, i “mesci roba” e vasi “all’azzimina”  ovvero ageminati (tecnica di lavorazione dei metalli per ottenere una decorazione policroma), i vetri smaltati, i cristalli di rocca, gli avori, le ceramiche a lustro: queste ultime in verità provenienti dall’Islam Occidentale, la Spagna, e da noi chiamate majolica dall’ultimo porto di partenza, Majorca. 

A #firenze si conserva un nucleo importantissimo di #arte islamica, quasi 3.300 opere donate nel 1889 dall’antiquario lionese Louis Carrand al #museo Nazionale del Bargello, già allora tra i principali musei d’Europa. La sala islamica al Bargello fu allestita nel 1982 da Marco Spallanzani e da Giovanni Curatola, su impulso di Paola Barocchi e dell’allora direttrice, Giovanna Gaeta Bertelà, che hanno posto il meglio dell’Islam in relazione con Donatello e i capolavori della statuaria del Rinascimento.

La #mostra si articola in due sedi espositive: al Bargello viene illustrato un periodo fondamentale di ricerca, collezionismo e allestimenti museali di fine Ottocento e inizio Novecento, con opere della già citata donazione di Carrand e dell’altro grande collezionista inglese, Frederick Stibbert, ma anche dei toscani Stefano Bardini e Giulio Franchetti. In quegli anni #firenze era frequentata da importanti collezionisti, italiani e stranieri, direttori di musei, curatori, conoscitori, tra i quali Wilhelm von Bode e Bernard Berenson, entrambi estimatori anche di #arte islamica. È in quel clima culturale, grazie anche alla lungimiranza di grandi direttori del Bargello come Igino Benvenuto Supino, che si formò una delle più importazioni collezioni di arti decorative del mondo: e all’epoca l’Islam non era certo considerato periferico, tutt’altro. 

Agli Uffizi, l'altra sede espositiva, sono raccolte le testimonianze artistiche dei contatti fra Oriente e Occidente: le suggestioni (a partire dai caratteri arabi delle aureole della Vergine e di San Giuseppe e dai costumi nell’Adorazione dei Magi di Gentile da Fabriano) e i ritratti di sultani della serie gioviana per mano di Cristofano dell’Altissimo. E ancora gli esemplari preziosi della lavorazione dei metalli, ricercatissimi già dai tempi di Lorenzo il Magnifico, le ceramiche orientali, o quelle ispano-moresche con stemmi nobiliari fiorentini. Stoffe e grandi tappeti provenienti dall’Egitto mamelucco di fine Quattrocento o degli inizi del Cinquecento, entrati molto presto nelle collezioni mediceo-granducali, i vetri, i metalli che hanno influenzato la coeva produzione italiana, e non ultimi gli splendidi manoscritti, fra i quali spiccano le pagine del più antico codice datato (1217) del “Libro dei Re” del persiano Firdusi, posseduto dalla Biblioteca Nazionale, e gli esemplari orientali della Biblioteca Medicea Laurenziana, rari per datazione e provenienza. 

Un percorso spettacolare, vario, e affascinante attraverso secoli di scambi e contaminazioni culturali, arricchito anche da prestiti provenienti da importanti musei italiani e stranieri. 


Firenze e l’Islam. #arte e collezionismo dai Medici al Novecento è la #mostra che gli Uffizi e il Bargello hanno organizzato con importanti prestiti internazionali e da altri Istituti del territorio fiorentino (Museo Stibbert, Biblioteca Nazionale Centrale di #firenze, #museo Bardini e la Villa medicea di Cerreto Guidi dove si trova allestita parte dell'eredità Bardini) che, a loro volta hanno percorsi articolati dedicati all’arte islamica nelle loro sedi museali. Questi Istituti saranno segnalati attraverso una brochure cartacea e in formato digitale, scaricabile dai due siti internet di Uffizi e Bargello, che darà conto della quantità di pregiatissime opere islamiche in tanti musei di #firenze e dintorni. La brochure in italiano e in inglese verrà consegnata a tutti i visitatori della #mostra al Bargello e agli Uffizi. 

Per la durata della #mostra, i due musei fiorentini, inoltre, per la prima volta offrono la possibilità di acquistare un biglietto combinato per € 29, ridotto €14.50, valido tre giorni che consentirà di visitare gli Uffizi, il Bargello la mostra Firenze e l’Islam. #arte e collezionismo dai Medici al Novecento, e con accesso anche al Museo Archeologico di #firenze.

ISLAM E FIRENZE

ARTE E COLLEZIONISMO DAI MEDICI AL NOVECENTO

GALLERIA DEGLI UFFIZI E #museo NAZIONALE DEL BARGELLO, 

DAL 22 GIUGNO AL 23 SETTEMBRE.