Cookie Consent by Free Privacy Policy website Il 27 gennaio inaugura il Bologna Shoah Memorial - Scelto da Peter Eisenman, autore del memoriale di Berlino, e da una giuria internazionale tra 284 progetti
gennaio 26, 2016 - Bologna Shoah Memorial

Il 27 gennaio inaugura il Bologna Shoah Memorial - Scelto da Peter Eisenman, autore del memoriale di Berlino, e da una giuria internazionale tra 284 progetti

Concepito durante il 70° anno dalla liberazione di Auschwitz, il Memoriale della Shoah di #bologna,nato dall’impegno congiunto della Comunità Ebraica, istituzioni e privati cittadini,si rivolge tanto al passato quanto al futuro.

Due blocchi di acciaio alti 10 metri si fronteggiano all’angolo tra via dei Carracci e il ponte di Via Matteotti convergendo l’uno verso l’altro fino a delimitare una fessura larga appena da far passare un persona. Ai lati, orbite vuote sovrastano il percorso ripetendosi in maniera ossessiva in tutte le direzioni. Rappresentano le celle dei deportati; il vuoto lasciato da chi le occupava.

Ma esiste un’altra faccia del Memoriale: una facciata liscia – dove il perimetro delle celle si indovina solo attraverso lievi sporgenze – pensato espressamente per riflettere suoni, luci e immagini.

«Su quella superficie si può continuare a ‘scrivere’ il presente – sottolinea Daniele De Paz, presidente della Comunità Ebraica di Bologna –. Coscienti del male e dell’ignoranza del passato rispondiamo, tutti assieme, con la vita, il ricordo e il dialogo, affinché la brutalità non risorga, in nessuna forma e contro nessuna cultura. Il nostro vero memoriale è un gesto antichissimo di ospitalità: aprire le porte e condividere le nostre memorie».  

Il monumento, infatti, è pensato come un magnete: vuole attirare le persone, farle riflettere, discutere, pensare su quanto è accaduto nella storia: sulla Shoah e sui nomi che lo sterminio ha assunto nelle diverse lingue e culture cha ha cercato di estinguere. Ma non solo.

«L’intuizione, suggerita dal Comune, di erigerlo alla stazione ferroviaria di Bologna– dove si consumò l’attentato del 2 agosto 1980 - è la sintesi della sua natura: il ricordo».

«Ricorda, Osserva, Andare avanti sono i tre verbi chiave dell’identità ebraica – spiega De Paz –, ma sono anche valori da condividere. Sono le basi di ciò che ci unisce: la memoria, che è universale, perché appartiene a tutti ed è essa stessa identità. Un’identità che nasce, anche, dal ricordare di non dimenticare».

Il simbolismo gioca un ruolo importante nel monumento. Non ci sono scritte – eccetto una targa con i benefattori che l’hanno reso possibile – ma è il luogo stesso a parlare: una piazza immacolata, sorta sopra la neonata stazione dell’alta velocità. «È un luogo urbano intatto, da riempire di significati. Nello stesso tempo, è un sito della memoria. Affiancare il Memoriale della Shoah alla Strage di #bologna significa offrire, a chi fa il suo ingresso ideale in città, la possibilitàdi ricordare entrambe».

Mentre la paura, il terrorismo e l’esclusione risorgono a livello internazionale, il Memoriale di #bologna offre una visione del futuro completamente antitetica; una che Matteo Maria Zuppi, Rav Alberto Sermoneta e Shaykh Abd Al Wahid Pallavicini – rispettivamente Arcivescovo di #bologna, Rabbino Capo della Comunità Ebraica bolognese e Presidente della Comunità Religiosa Islamica Italiana – inaugureranno congiuntamente il 27 gennaio 2016, durante la Giornata della Memoria

«Il Memoriale della Shoah di #bologna è tutto racchiuso qui: uno spazio da vivere, dove incontrarsi, per stimolare continuamente confronti, esposizioni, dialoghi. Quando le generazioni passano e i superstiti si estinguono sono le Comunità civili nella loro interezza a dover divenire testimoni del tempo. Per questo vorremmo un Memoriale in ogni città d’Italia. Diffondere la cultura della memoria è un investimento per la pace e la tolleranza nel futuro».