Cookie Consent by Free Privacy Policy website Mostra Spazio Officina "Francesco Vella. Visioni dell'arte: la ricerca del segno in pittura"
marzo 22, 2018 - Max Museo Chiasso

Mostra Spazio Officina "Francesco Vella. Visioni dell'arte: la ricerca del segno in pittura"

La prima #mostra antologica dedicata all’artista ticinese ripercorre più di trent’anni di intensa attività creativa e ricerca pittorica, fino ad arrivare agli ultimi lavori inediti. 

L’esposizione mette in luce la visionarietà di #francescovella in relazione agli aspetti fondanti dell’arte del nostro tempo. 

INAUGURAZIONE: venerdì 23 marzo 2018, ore 19.00

Da sabato 24 marzo a domenica 29 aprile 2018, lo Spazio Officina di #chiasso (Svizzera) ospita la prima #mostra antologica su #francescovella (Chiasso, nato a Caneggio nel 1954). 

L’esposizione Francesco Vella. Visioni dell’arte: la ricerca del segno in pittura, a cura di Dalmazio Ambrosioni, critico d’arte, e Nicoletta Ossanna Cavadini, direttrice del m.a.x. museo e dello Spazio Officina, s’inserisce nel filone “Genius loci” dedicato agli approfondimenti tematici di artisti contemporanei legati per nascita o per operatività al Canton Ticino, con particolare riferimento a Chiasso. 

L’antologica pone l’accento in particolare sull’opera grafica dell’artista, fondamentale nel suo percorso e di raffinata esecuzione: dalla serigrafia all’incisione, dall’assemblaggio al collage, dal #disegno alla tempera. Sarano inoltre presentati i suoi lavori più recenti.

La #mostra privilegia le opere mai esposte finora che provengono da ben una cinquantina di collezionisti privati, come pure le opere dell’archivio di Vella e quelle donate al m.a.x. museo.

In #mostra saranno quindi illustrati più di trent’anni di attività creativa di #francescovella attraverso 200 opere, partendo dalle prime esperienze degli anni Ottanta prevalentemente a carattere “post-informale” realizzate dopo il periodo di formazione all’Accademia di Belle Arti di Brera (dove si diploma nella disciplina “Pittura” con Zeno Birolli nel 1980). 

La sua ricerca prende la forma di opere fortemente materiche che incorporano immagini, anche fotografiche (dalla storia dell’arte alla cronaca ecc.), insieme a piccoli oggetti, plastiche, giocattoli, peluche, transitando tra la complessità del reale e stratificazioni dell’interiorità. 

L’impulso espressionista di questi lavori si placa progressivamente nel corso degli anni Novanta; le colature e le sovrapposizioni di colori si attenuano, si assottigliano, si stemperano arrivando a realizzare campiture quasi monocrome di colore bianco, ruggine e blu grigio – il tutto con un’azione ridotta ai minimi termini, vicina al grado zero. 

Maggiori informazioni nel comunicato stampa da scaricare