Cookie Consent by Free Privacy Policy website La Galleria Antonia Jannone è lieta di ospitare One Two Five - Steven Holl, a cura di Marco Sammicheli
marzo 28, 2018 - Galleria Antonia Jannone

La Galleria Antonia Jannone è lieta di ospitare One Two Five - Steven Holl, a cura di Marco Sammicheli

Project manager Giulia Pellegrino

Dal 17 aprile al 3 giugno 2018

Opening su invito 18 aprile ore 18.00

Corso Garibaldi 125 • Milano

Steven Holl, conosciuto a livello internazionale per il suo importante apporto all’architettura contemporanea, è per la prima volta assoluta – ufficiale - in Italia e porterà a #milano una selezione di opere che comprende 26 acquerelli, 13 stampe firmate e numerate, alcuni oggetti di #design limited edition e sculture: in particolare l’acquerello, suo tratto distintivo proprio nel corso del processo creativo, è espressione di otto progetti, alcuni non realizzati. 

One Two Five è il titolo di una #mostra dove l’atto del creare è un gesto primario e continuo. La spinta originaria del contare, del misurare, dell’esplorare magari dimenticando delle cifre oppure saltandole per ricalcare una sequenza non è altro che uno strumento di pensiero e indagine. Per oltre quarant’anni di attività, duecentocinquanta progetti di cui settanta realizzati in giro per il mondo, ogni #architettura di #stevenholl è stata generata, studiata e configurata a partire da un #disegno - solitamente un acquerello su carta raccolto in taccuini spiralati con fil di ferro e dal formato standard di 5 x 7 centimetri. A oggi di questi disegni ne esistono circa trentamila. Sono archiviati nello studio di New York. Sono pensieri animati che combinano luce, spazio, colore e poche parole utilizzate per definire un concetto. Molte idee contenute in questi acquerelli non sono sopravvissute al confronto con la realtà ma tutti i disegni attraverso una gestualità che l’architetto Holl pratica quotidianamente sono serviti al raggiungimento di una sintesi, di una soluzione.  

Steven Holl non trascura nello sviluppo e nella rappresentazione del progetto il ruolo della tecnologia digitale. Non lo stigmatizza né gli assegna un ruolo risolutivo. Gli riconosce una mediazione alla quale però anticipa quella del #disegno che per lui è istanza, comportamento e connessione. Azioni che il computer non riesce ancora a compiere perché solo nel #disegno Holl trova quella ricchezza di sfumature e possibilità necessarie al processo creativo dell’architettura, dal concept alla realizzazione. Quello di Holl appare come un atteggiamento contemplativo nell’azione – una replica forse inconsapevole degli esercizi di Sant’Ignazio, poiché quelli praticati dai Gesuiti non prescrivono un metodo unico (“diversi metodi hanno aiutato diverse persone”) e per cui offrono un’unità di tentativi che divengono in un secondo momento un’entità unica. A questo proposito e con riferimento alla costruzione della Cappella di Sant’Ignazio per la Seattle University (Washington, 1994-1997) – progetto che ha segnato il mio primo contatto con l’opera di #stevenholl con il noto acquerello di una scatola di mattoni che racchiude sette canons à lumière simile a quelli progettati da Le Corbusier – lo storico dell’architettura Kenneth Frampton (Electa, 2002-2009) scriveva che “l’immaginazione di Holl non si limita alla ricerca  di combinazioni di vari aspetti con cui l’architettura si presenta ma permea anche la costruzione stessa, dando luogo a una tettonica che, per quanto in tono minore, è espressa dalle tecnologie e dal carattere tattile dei materiali impiegati”. 

Marco Sammicheli



I partner del progetto espositivo sono Cooperativa Operai Cavatori Botticino – estrazione e lavorazione del marmo, Fratelli Garletti– smart hinge system, Linearstone – your customized marble, Pimar – estrazione e lavorazione della pietra naturale, Quadro – rubinetti di #design in acciaio.

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