Cookie Consent by Free Privacy Policy website Da collezioni e archivi capitolini al Museo di Roma quasi 100 opere di Raffaele de Vico (1881-1969). Architetto e paesaggista
maggio 15, 2018 - Musei in Comune Roma

Da collezioni e archivi capitolini al Museo di Roma quasi 100 opere di Raffaele de Vico (1881-1969). Architetto e paesaggista

Roma, XX maggio 2018.Un tributo della Capitale a uno dei maggiori architetti e paesaggisti del Novecento, Raffaele de Vico (1881-1969). Una mostra unica nel suo genere, curata da AlessandroCremona, Claudio Crescentini, Donatella Germanò, Sandro Santolini e Simonetta Tozzi,attraversola quale viene ancheripercorsa la storia del verde pubblico romano nella prima metà del passato secolo.


Raffaele de Vico (1881-1969). Architetto e paesaggista, al #museo di #roma Palazzo Braschi dal 16 maggio al 30 settembre 2018, è promossa da Roma Capitale, Assessorato alla Crescita culturale - Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali. Organizzazione Zètema Progetto Cultura.


Presentate quasi 100 opere fra disegni, progetti, fotografie e documenti, di cui alcuni mai esposti prima e/o non esposti da lungo tempo, provenienti dalle collezioni capitoline (Museo di #roma Palazzo Braschi, Galleria d’Arte Moderna e #museo Canonica) e dagli archivi capitolini, con particolare riferimento all’Archivio Storico Capitolino a cui l’anno scorso è stato donato dagli eredi l’archivio personale di Raffaele de Vico.


Con l’operatività e la creatività progettuale di de Vico vengono anche documentate le trasformazioni naturalistiche della città. Da Villa Borghese (per un ventennio a partire dal 1915) al Parco della Rimembranza a Villa Glori (1923-1924), dai progetti per i parchi Flaminio (1924), del Colle Oppio (1926-1927), Testaccio (1931) a quelli di Ostia Antica (1929-1930), di Santa Sabina sull’Aventino (1931), di Castel Fusano (1932-1937) e Cestio (1938). Così come per i giardini di Villa Caffarelli (1925), Villa Fiorelli (1930-1931) e Villa Paganini (1934) e per il Parco degli Scipioni (1929) e per quello Nemorense (1930); o il particolare progetto per i giardini dell’allora via dell’Impero e di via Alessandrina (1933), da affiancare alle esedre arboree realizzate per la sistemazione di piazza Venezia (1931) oltre al raffinato “giardino-fontana” di Piazza Mazzini (1925-1926), fino ad arrivare al grandioso progetto del parco “dantesco” del Monte Malo (Monte Mario, 1951) e a quelli per i giardini dell’EUR (1955-1961). E ancora: i progetti per il teatro all’aperto a Villa Celimontana (1926) e per l’ampliamento del Giardino Zoologico (1928) e i lavori di riorganizzazione del vivaio e delle serre di San Sisto Vecchio (1926-1927).

Maggiori informazioni nel comunicato stampa da scaricare