Cookie Consent by Free Privacy Policy website Il MAMbo presenta la prima personale in un’istituzione italiana di Mika Rottenberg
febbraio 14, 2019 - Mambo

Il MAMbo presenta la prima personale in un’istituzione italiana di Mika Rottenberg

COMUNICATO STAMPA

Mika Rottenberg

A cura di Lorenzo Balbi


#mambo#museo d’Arte Moderna di #bologna | Sala delle Ciminiere
31 gennaio – 19 maggio 2019
Opening: mercoledì 30 gennaio 2019 h 18.00



Bologna, 29 gennaio 2019 - Dal 31 gennaio al 19 maggio 2019 il #mambo#museo d’Arte Moderna di #bologna è lieto di presentare la prima personale in un’istituzione italiana di #mikarottenberg, a cura di Lorenzo Balbi.

L’artista di origine argentina, cresciuta in Israele e oggi di base a New York, tra le principali protagoniste della scena contemporanea mondiale, si appropria degli imponenti volumi della Sala delle Ciminiere e del foyer del #museo per animare undici delle sue più recenti produzioni – oggetti scultorei e installazioni video - celebri per il loro registro narrativo sarcastico e bizzarro.

Rottenberg utilizza i diversi linguaggi del film, dell'installazione architettonica e della #scultura per esplorare le idee di classe, lavoro, genere e valore attraverso immaginifici dispositivi visivi che illuminano le connessioni e i processi nascosti dietro economie globali apparentemente non correlate fra loro.
Intrecciando elementi di finzione con dati documentali, in racconti in cui geografie e narrative collassano in non-sense surreali, l’artista crea complesse allegorie sul sistema capitalistico che regola le condizioni umane e i processi di produzione massiva delle merci.

 

La sua ricerca mette in evidenza temi come le disuguaglianze causate dall’attuale modello economico dominante e la fragilità del corpo umano, utilizzando la lente dell'umorismo, dell'assurdo e della confusione.
Con un approccio fondamentalmente scultoreo, l’artista inizia spesso un progetto cercando in prevalenza interpreti femminili note per le loro caratteristiche fisiche insolite, come le bodybuilder, quindi costruisce set elaborati come "costumi" per gli artisti, che a loro volta diventano il teatro in cui il pubblico vive il video.
Dalla produzione di perle coltivate (NoNoseKnows) ai milioni di vivaci colori venduti in un ipermercato cinese (Cosmic Generator) alle salviettine umidificate ricavate dal sudore altrui (Tropical Breeze), i mondi che l’artista evoca nelle sue creazioni visive sono popolati da personaggi fuori dal comune impegnati, con uno zelo rassegnato che tradisce la consapevolezza di vita sprecate, in attività banali e ripetitive della cui logica astrusa paiono ostaggi senza via di fuga.

 

Le opere di Rottenberg offrono critiche penetranti sulle assurde condizioni di lavoro imposte dal modello neoliberista in cui la precarietà della gig economy ha trasformato milioni di persone in lavoratori impoveriti. Mentre l'intelligenza artificiale e l'automazione minacciano innumerevoli posti di lavoro in tutto il mondo, la presenza umana appare ancora fondamentale in questi sistemi precari che sembrano costantemente sul punto di collassare, sia dal punto di vista logico che materiale. 


Esplorando la seduzione, la magia e la disperazione della nostra realtà iper-capitalista, connessa a livello globale, le elaborate narrazioni visive di #mikarottenberg attingono a tradizioni cinematografiche e scultoree per forgiare un nuovo linguaggio in technicolor che esplora le dinamiche del lavoro al tempo della globalizzazione, la produzione di valore e la monetizzazione sempre più esasperata delle relazioni affettive: riflessioni grottesche su vite umane sconvolte. 

 

In occasione della #mostra vengono esposti tre nuovi lavori, la cui produzione è stata sostenuta dal #mambo in collaborazione con due importanti istituzioni museali europee, Goldsmiths Centre for #contemporaryart London e Kunsthaus Bregenz: Ponytail (Orange), Smoky Lips (Study #4) e Untitled Ceiling Projection.

Il progetto espositivo inaugura mercoledì 30 gennaio 2019 alle h 18.00 e rientra nel main program della settimana edizione di ART CITY #bologna, il programma istituzionale di mostre, eventi e iniziative speciali promosso dal Comune di #bologna in collaborazione con BolognaFiere in occasione di #arte Fiera.
Nel weekend dedicato all’arte contemporanea, la #mostra osserva orari di apertura straordinari: venerdì 1 e domenica 3 febbraio h 10.00 – 20.00; sabato 2 febbraio h 10.00 – 24.00 ed è aperta gratuitamente.
Sabato 2 febbraio alle ore 11.00, nella sala conferenze del #museo, si potrà assistere a un dialogo tra Germano Celant e #mikarottenberg, con saluti introduttivi di Lorenzo Balbi.

In concomitanza all’apertura della personale di #mikarottenberg viene pubblicato un instant book Edizioni #mambo con un saggio inedito di Germano Celant.


La #mostra è realizzata con il sostegno di Fondazione Cassa di Risparmio di #bologna.

Si ringraziano: Eurovideo s.r.l e Delverde Industrie Alimentari S.p.A.

 

 

 

 

 

 

 

BIOGRAFIA


#mikarottenberg è nata a Buenos Aires nel 1976, vive e lavora a New York.

Le sue installazioni filmiche esplorano la seduzione, la magia e la disperazione della nostra realtà iper-capitalistica e globalmente connessa. Le lavoratrici protagoniste dei suoi lavori producono beni in strane fabbriche che seguono logiche produttive elaborate.
Le opere cinematografiche di Rottenberg, caratterizzate da un’estetica surreale e da una rigida struttura in senso spaziale, sottolineano l’interrelazione tra lavoro, economia e produzione di lavoro e le modalità attraverso cui le nostre relazioni affettive sono sempre più monetizzate.

L'artista intreccia elementi documentali con la finzione per creare allegorie complesse che rappresentano le condizioni di vita vissute all'interno dei nostri sistemi globali.


#mikarottenberg è stata recentemente insignita con il Premio Kurt Schwitters 2018, conferito ad artisti “il cui lavoro si riferisce a Kurt Schwitters e si distinguono per avventurarsi in nuovi regni di creatività artistica e immaginazione artistica, o il cui lavoro contribuisce a collegare e integrare i generi artistici”.
È stata inoltre inoltre premiata con il Smithsonian American Prize 2018, riconoscimento assegnato “a un artista che produca il lavoro più distintivo e rilevante oggi”.

Recentemente ha tenuto due mostre personali presso il Bass Museum a Miami (dicembre 2017 – aprile 2018) e la Kunsthaus Bregenz (aprile – luglio 2018). È stata scelta per inaugurare il nuovo Goldsmiths Centre for #contemporaryart a Londra, dove la sua personale ha coinvolto l’intero edificio (settembre – novembre 2018).

La sua opera video Cosmic Generator, esposta nella manifestazione Skulture Project a Münster nel 2017 e nel Padiglione degli Stati Uniti durante la Biennale di Architettura 2018 a Venezia, è oggi parte della collezione permanente del Louisiana Museum of Modern Art in Danimarca.


Diverse mostre personali sono state dedicate all'artista negli ultimi anni: Magasin III, Stoccolma (2013), Israel Museum, Gerusalemme (2013), Palais de Tokyo, Parigi (2016). Nel 2015 il suo lavoro NoNoseKnows è stato presentato alla Biennale di Venezia nell’ambito della #mostra All the future worlds a cura di Okwui Enwezor. Il suo lavoro è stato presentato alla Whitney Biennal 2008 e alla Taipei Biennal 2014. 

Le sue installazioni video principali sono presenti in importanti collezioni museali e pubbliche, tra cui Solomon R. Guggenheim Museum (New York, USA), Museum of Modern Art (New York, USA), Whitney Museum of American Art (New York, USA) Astrup Fearnley Museum of Modern Art (Oslo, Norvegia), Julia Stoschek Collection (Düsseldorf, Germania), FRAC Occitanie Montpellier (Francia) e molti altri.

 

 

ELENCO DELLE OPERE 

(didascalie estese a cura del Dipartimento educativo #mambo e di Anna Montagnini)

 

Tropical Breeze, 2004

Video scultura

3’ 45”
Dimensioni variabili

Collezione Pasquale Leccese
Courtesy Le Case d’Arte, Milano

Due figure femminili sono parte integrante di un’assurda catena di montaggio volta alla produzione di fazzoletti al profumo di limone. Dal retro del camioncino alla cabina di guida e viceversa, la sequenza di produzione segue l’andamento orizzontale di un sistema di carrucole e pulegge attraverso le quali i fazzoletti, appesi ad una corda dalla danzatrice Felicia, passano alla body-builder Heather. È quest’ultima che, impregnando ogni fazzoletto con il proprio sudore, sancisce la fase finale della creazione del prodotto.

Il legame indissolubile instauratosi tra macchina, essere umano e merce di consumo si concretizza nell’azione delle due protagoniste che dimostrano l’interesse di #mikarottenberg verso un mondo femminile dalle caratteristiche fisiche spesso sorprendenti in cui corpi fuori norma rifuggono dai canoni di bellezza tradizionali.

 

Sneeze, 2012

Video a canale singolo

3’ 02”

Dimensioni variabili
Courtesy Collezione Antoine de Galbert, Parigi
In una stanza anonima, uomini in giacca e cravatta seduti alle loro scrivanie.

I loro nasi sproporzionati, arrossati e bitorzoluti, lasciano presagire l’arrivo del gesto che sfugge a qualsiasi controllo: lo starnuto. Una pulsione del corpo, tanto naturale quanto imprevedibile, genera una surreale filiera produttiva di reazioni causa-effetto: dal naso fuoriescono, a ritmo d’ingranaggio, conigli, bistecche e lampadine. Quest’ultimo elemento, ricorrente nei lavori di #mikarottenberg, è una sottile citazione di uno dei primi esperimenti di cinema, Kinetoscopic Record of a Sneeze, girato da Thomas A. Edison nel 1894.  

Sotto al tavolo, piedi dalle unghie laccate si contraggono nel vano tentativo di ancorarsi a terra per trattenere l’energia che sta per abbandonarli attraverso lo starnuto. 

 





Bowls Balls Souls Holes (AC and Plant), 2014

Video #installazione sonora e scultura

27’ 54”
Dimensioni variabili

Courtesy l’artista e Hauser & Wirth

In relazione agli spazi restrittivi in cui le presenze femminili agiscono nel video, lo spettatore accede all’interno di una stanza attraverso l’apertura di una parete.

La sequenza narrativa a cui si assiste ha inizio sulla facciata di un Hotel illuminata dalla luna: all’interno una donna distesa scorge da un buco nel soffitto il cielo notturno e ha così inizio un’insolita routine dove strani meccanismi circondano la protagonista e producono energia. Al suono di una sveglia tutto viene disconnesso e la donna si reca sul posto di lavoro: una sala bingo sotterranea dove annuncia svogliatamente i numeri estratti ad una platea al femminile, che si limita a ripetere in continuazione gli stessi gesti. Così come l’annunciatrice alimenta la catena delle giocatrici, allo stesso modo fornisce “cibo” (mollette colorate che simboleggiano la ricerca di bellezza) ad una figura maschile: Gary “Stretch” Turner colui che si presenta come l’uomo con la pelle più elastica del mondo. L’accumularsi di mollette sul viso porta alla sua sparizione che metaforicamente rappresenta la distruzione della componente maschile. 

Una sola figura esula da questa situazione: noncurante del gioco, una donna viene di tanto in tanto risvegliata da una goccia che cade da un buco nel soffitto per poi ricadere ciclicamente in un sonno apparentemente profondo. La forma circolare che ricorre in tutto il video è la stessa da cui nascono le sue visioni che sottendono una compattezza interiore del suo esserci e simboleggiano il rifiuto del sistema. 

 

NoNoseKnows, 2015
#scultura e video installazione 

22’

Dimensioni variabili
Courtesy l’artista e Hauser & Wirth
Sponsor tecnico: Delverde Industrie Alimentari S.p.A.

A partire dalla relazione tra fordismo e immaginazione, l’opera esplora le tortuosità dei meccanismi di fabbricazione e indaga il processo di mercificazione dei sensi. Realizzato in parte con estratti di documentari, NoNoseKnows è stato filmato nel luogo di produzione delle perle d’acqua dolce nella provincia di Zhuji in Cina. Due scenari lavorativi si sovrappongono: al lavoro meccanico e reale di giovani donne che innestano, aprono conchiglie e ne selezionano le perle migliori senza sosta, si interseca una dimensione fantastica e surreale in cui da uno starnuto, stimolato da esalazioni floreali, si generano piatti già cotti che non vengono consumati ma solo accumulati. Un’assurda catena di produzione e di gesti meccanici, che impiega risorse sproporzionate e si ripete per ripetersi senza finalità.

 

 

Cosmic Generator, 2017

Scultura e video #installazione
Ca. 22’
Dimensioni variabili

Courtesy l’artista e Hauser & Wirth

Con Cosmic Generator #mikarottenberg esplora la seduzione e la disperazione del nostro iper-capitalismo e della realtà globalmente connessa.

Al confine tra Messico e California, un tunnel sotterraneo unisce le città di Mexicali e Calexico: l’accesso al passaggio clandestino si trova all’interno del Dragon Restaurant, nella Chinatown messicana. La mente va al muro di Trump ed è proprio nella notte delle sue elezioni che Rottenberg, su un volo per la Cina, ha l’idea: chi entra nel tunnel in Messico non raggiunge gli USA, ma riemerge in un enorme magazzino cinese, regno lucente e barocco della plastica dove domina l’horror vacui di un’inutile sovraproduzione che genera vuoto di senso. 

La realtà del lavoro è meno brillante, sono sempre donne sole, nullafacenti, silenti e il sonno sembra essere l’unica risorsa corporea ancora non sfruttabile dal sistema. Il capitalismo non appare imbarazzato dalla sua stessa follia, ma - dice l’artista- “È come se una barca gonfiabile dalla Cina arrivasse in Texas più velocemente di un cittadino messicano”. Tunnel e muro sono due costruzioni umane solo apparentemente opposte ma in realtà legate entrambe a sentimenti di prossimità: da un lato opportunità e desiderio, dall’altro paura e minaccia.


AC and Plant, 2018
Aria condizionata, pianta, vaso, acqua
51 x 33 x 40 cm
Courtesy l’artista e Hauser & Wirth

Un vecchio condizionatore e una pianta da interno instaurano tra loro una relazione di assurda interdipendenza: le gocce della condensa cadono, rimbalzano sul vaso, accarezzano le foglie o vengono assorbite dalla terra. In AC and Plant l'artista elabora un circuito imprevisto, mettendo in scena una sorta di ecosistema attraverso cui il malfunzionamento di un polo (condizionatore) assicura la sopravvivenza dell'altro (pianta). Lo straordinario e poetico legame tra artificio e natura nasce e vive in un ambiente ordinario, in un luogo di passaggio anche per il pubblico che assiste ad un'insolita esperienza sensoriale.

L’installazione rimanda quindi a un quotidiano luogo residuale, uno spazio tecnico che in realtà lo spettatore è portato a superare. 

 






Finger, 2018

Dito artificiale, sistema meccanico
7 x 13 cm
Courtesy l’artista e Hauser & Wirth

Nell’ampio spazio vuoto della Sala delle Ciminiere, una presenza da cercare: un dito che ruota senza sosta, come un organismo autonomo, dotato di vita propria, ma assurdo, buffo e al contempo straniante. 

Il dito medio a grandezza naturale con un’unghia comicamente lunga e curata, viene trasformato dall’artista in #scultura cinetica, una sorta di meccanismo primordiale senza scopo che muovendosi sollecita una presa di coscienza del corpo. 

Finger si trova innestato nel muro. In bilico tra dominio e sottomissione, tra la possibilità di agire e quella di dover subire, il dito diventa metafora dei precari sistemi sovraccaricati e degli eccessi delle nostre economie globali interconnesse. 

 

Ponytail (Black), 2018

Capelli, sistema meccanico 

Dimensioni variabili

Courtesy l’artista e Hauser & Wirth

Lunghi capelli finti raccolti in una coda di cavallo si agitano con un movimento meccanico e ipnotico, in un ripetersi che diviene curioso ma allo stesso tempo inquietante. Ponytail (Black) emerge direttamente dalla parete del #museo e induce a immaginare un corpo negato, evocato e confinato. 

Interessata alla femminilità e al ruolo del corpo della donna, #mikarottenberg si serve di un’acconciatura principalmente femminile come parte per il tutto, un artificio volutamente eccessivo che in un primo momento seduce e attrae il fruitore ma che rivela la sua natura artificiale non appena ci si avvicina. 

 

Ponytail (Orange), 2018

Capelli, sistema meccanico

Dimensioni variabili
Courtesy Collezione Scott e Margot Ziegler
Opera prodotta con il sostegno di: Goldsmiths Center for #contemporaryart, Londra; Kunsthaus Bregenz; #mambo#museo d'Arte Moderna di Bologna
Lunghi capelli finti raccolti in una coda di cavallo si agitano con un movimento meccanico e ipnotico, in un ripetersi che diviene curioso ma allo stesso tempo inquietante. Ponytail (Orange) emerge direttamente dalla parete del #museo e induce a immaginare un corpo negato, evocato e confinato. 

Interessata alla femminilità e al ruolo del corpo della donna, #mikarottenberg si serve di un’acconciatura principalmente femminile come parte per il tutto, un artificio volutamente eccessivo che in un primo momento seduce e attrae il fruitore ma che rivela la sua natura artificiale non appena ci si avvicina.

Untitled Ceiling Projection, 2018
Video #installazione multicanale

Ca. 7’ 

Dimensioni variabili

Courtesy l’artista e Hauser & Wirth
Opera prodotta con il sostegno di: Goldsmiths Center for #contemporaryart, Londra; Kunsthaus Bregenz; #mambo#museo d'Arte Moderna di Bologna

Una mano coperta da un guanto di lana, rompe in modo sistematico lampadine colorate su una superficie trasparente. 

Il punto di vista dell’osservatore coincide con quello della telecamera che registra l’azione facendo così diventare il corpo del fruitore parte attiva dello spazio fisico e sonoro in cui è immerso. 

Il video wall installato a soffitto crea un effetto caleidoscopico ponendo il visitatore in una situazione di subordinazione rispetto a ciò che accade sopra alla sua testa. L’energia umana, votata non alla produzione ma alla distruzione, trasforma le cose da uno stato di materia ad un altro in cui i frammenti delle lampadine vanno a creare una composizione astratta e casuale in continua e imprevedibile mutazione.

Smoky Lips (Study #4), 2018-19

Video #installazione a canale singolo
2’ 56”
Dimensioni variabili

Courtesy l’artista e Hauser & Wirth
Opera prodotta con il sostegno di: Goldsmiths Center for #contemporaryart, Londra; Kunsthaus Bregenz; #mambo#museo d'Arte Moderna di Bologna

Nella pratica artistica di #mikarottenberg lo spazio architettonico è spesso caratterizzato da aperture inusuali. I muri diventano simili a una pelle candida i cui pori sono abitati da presenze stranianti, frammenti artificiali di corpi sensuali che si mimetizzano, ma solo in parte, con l’ambiente circostante. Una bocca in silicone a grandezza naturale emerge dalla parete. Le sue labbra socchiuse e fumanti invitano il visitatore a sbirciare, come un voyeur, dal buco di una serratura: un video con chiari riferimenti al Surrealismo è nascosto al suo interno. La narrazione è ambientata in un hotel in Messico dove, davanti a una fontana dalla forma di un calice da champagne, appaiono bizzarri personaggi che si esibiscono per un unico spettatore. Il ritmo delle loro azioni è scandito da elementi visivi e sonori che richiamano la dimensione circolare e ciclica del tempo.

 

 

 

SCHEDA TECNICA


Mostra

Mika Rottenberg

A cura di
Lorenzo Balbi 

 

Promossa da
Istituzione #bologna Musei | Area #artemoderna e Contemporanea

Sede
#mambo#museo d’Arte Moderna di Bologna
via Don Minzoni 14 | 40121 #bologna

Periodo
31 gennaio – 19 maggio 2019

Inaugurazione
mercoledì 30 gennaio h 18.00

 

Orari
martedì, mercoledì, venerdì, sabato, domenica, festivi h 10.00 – 18.30

giovedì h 10.00 – 22.00
in occasione di ART CITY #bologna 2019: 

venerdì 1 febbraio h 10.00 – 20.00

sabato 2 febbraio h 10.00 – 24.00

domenica 3 febbraio h 10.00 – 20.00

Ingresso
#mostra temporanea € 6 intero | € 4 ridotto
cumulativo #mostra temporanea + Collezioni permanenti #mambo e #museo Morandi € 10 intero
cumulativo #mostra temporanea + Collezioni permanenti #mambo e #museo Morandi € 8 ridotto
gratuito nei giorni di ART CITY #bologna (venerdì 1 / sabato 2 / domenica 3 febbraio)

 

Catalogo

Instant book Edizioni MAMbo



Informazioni
#mambo#museo d'Arte Moderna di Bologna
via Don Minzoni 14 | 40121 Bologna
tel. +39 051 6496611
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Ufficio Stampa Istituzione #bologna Musei
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Silvia Tonelli – tel. +39 051 6496620 - email silvia.tonelli@comune.bologna.it          Con la collaborazione di
Guendalina Piselli - tel. +39 051 6496659 - guendalina.piselli@comune.bologna.it