Cookie Consent by Free Privacy Policy website 'Pensatevi liberi. Bologna Rock 1979' al MAMbo, Bologna
giugno 10, 2019 - Mambo

'Pensatevi liberi. Bologna Rock 1979' al MAMbo, Bologna

Pensatevi liberi

Bologna Rock 1979

A cura di Oderso Rubini e Anna Persiani


#mambo#museo d’Arte Moderna di #Bologna | Project Room
17 maggio – 29 settembre 2019
Inaugurazione giovedì 16 maggio 2019 h 19.30

 

 

Bologna, 15 maggio 2019 -La Project Room del #mambo#museo d’Arte Moderna di #Bologna, spazio dedicato alla riscoperta di alcuni degli episodi culturali più stimolanti e innovativi originati in ambito bolognese e regionale, prosegue la sua attività espositiva con Pensatevi liberi. #Bologna Rock 1979, #mostra dedicata all’evento musicale che radunò più di seimila persone al Palasport di #Bologna il 2 aprile del 1979.
#Bologna Rock può essere considerato il simbolo di una stagione non esclusivamente musicale ma anche sociale, culturale, politica che ha lasciato il segno nella storia della città e dell’Italia tutta, su cui il focus espositivo, a cura di Oderso Rubini e Anna Persiani,vuole costruire un’indagine approfondita.

 

Al di là del festival in sé, organizzato da Harpo’s Bazaar, che registrò la partecipazione di gruppi punk, rock demenziale e new wave della scena bolognese dell’epoca, quali Skiantos, Wind Open, Luti Chroma, Gaznevada, Bieki, Naphta, Confusional Quartet, Rusk und Brusk, Frigos, Cheaters e del cantante blues statunitense Andy J. Forest con la band The Strumblers, la #mostra si propone come una rilettura storica di questo momento in seguito percepito come epocale, una riappropriazione antropologica capace di evidenziare quegli elementi caratterizzanti che hanno contribuito alla nascita e alla crescita del ruolo socio-politico di #Bologna tra il 1971 e il 1985 nella storia della cultura italiana e non solo. 

Tramite immagini, video, LP in vinile, documenti, fumetti, materiali visivi e grafici, strumentazioni dell’epoca e pubblicazioni indipendenti vengono messe in evidenza le connessioni e la ricchezza di contaminazioni che hanno caratterizzato una stagione di grande fermento: #musica, video, arte, fumetti, #grafica, comunicazione e politica si sono intersecate in una maniera istintiva, innovativa, forse casuale, determinando un processo creativo irripetibile con quelle modalità. 

 

Se la #mostra che l’ha preceduta – No, Oreste, No! Diari da un archivio impossibile - ha ricostruito la capacità di fare rete tra artisti contemporanei in maniera fluida e libera dagli schemi, Pensatevi liberi. #Bologna Rock 1979 è a sua volta testimonianza, lontana da intenti celebrativi, sebbene quest’anno sia il quarantesimo dal concerto, di un network anticipatore dei tempi, secondo le parole di Oderso Rubini “una felice ibridazione di menti”. Scrive il curatore “Non eravamo predisposti a un qualunquismo di comodo perché avevamo acquisito la consapevolezza dell’autodeterminazione, del senso di sé e di un modo di vivere non omologabile. E qui non interessano gli esercizi di memoria, l’evocazione di sentimenti nostalgici, ma la riflessione sul rapporto tra creatività e consumo, tra arte e mercato, per dare un senso all’esistenza e all’arte come metalinguaggio fuori dal tempo che ti mette in contatto con gli altri per ri/costruire, attraverso il potere evocativo delle immagini e dei suoni, un gioco partecipativo e ludico con il quale ri/aprire i canali di comunicazione con le nuove generazioni”.

 

I visitatori possono percorrere lo spazio della Project Room muovendosi tra un centinaio di vinili, fanzine originali quali Harpo’s, A/traverso, Svacco, Punkreas, Musique Mecanique, The Great Complotto, poster, cassette audio, una selezione di fotografie di - tra gli altri - Enrico Scuro, Roberto Vatalaro, Nadir e Carlo Coppitz, comunicati e rassegne stampa, amplificatori, mixer e sintetizzatori, fino ad arrivare a un trenino Rivarossi, a una macchina da scrivere IBM e a un mappamondo gonfiabile.

Questi materiali si mescolano a opere quali il ritratto di Freak Antoni realizzato da Piero Manai, disegni e collage originali di TRAUMFABRIK (Andrea Pazienza, Filippo Scozzari, Giampietro Huber, Giorgio Lavagna), il dipinto Tuxedomoon di Alessandra Alma Masi, tavole originali di Giorgio Carpinteri tratte da Mumble Rumble e di Nicola Corona da Rinascimento Urbano. Flavio Kampahha realizzato un’opera di grandi dimensioni (3,5 metri di lunghezza) rielaborando immagini del concerto #Bologna Rock 1979.

Un percorso espositivo che vuole dar conto di come artisti diversi tra loro siano stati accomunati dal lavorare in totale libertà, low-fi, come sottocultura che produce cultura. 

 

Una timeline corre sulle quattro pareti della sala proponendo una selezione di avvenimenti che hanno segnato la storia di #Bologna in quegli anni: dalla nascita del DAMS all'apertura della Galleria d’Arte Moderna con le diverse edizioni della Settimana Internazionale della Performance, dalle trasmissioni di Radio Alice alla TRAUMFABRIK, all’apertura del negozio Disco d’Oro, fino alle performance teatrali del Living Theatre, i Nuovi Nuovi di Francesca Alinovi e Renato Barilli, il Treno di John Cage, le mostre alla Galleria Neon, #Bologna Rock e il grande concerto di Patti Smith, comprendendo anche eventi tragici come la morte di Francesco Lorusso, la Strage di Ustica e quella della Stazione. Gli eventi locali si mescolano a quelli storici, politici, culturali e di costume, nazionali e internazionali, che segnano il periodo: la nascita di Apple Computer, la fine del monopolio RAI sull’informazione e le radio libere, il rapimento di Aldo Moro da parte delle BR, la creazione del videogioco Space Invaders, l’uscita di Blade Runner.

 

La #mostra, che fa parte di #Bologna Estate 2019, il cartellone di attività promosso e coordinato dal Comune di #Bologna e dalla Città metropolitana di #Bologna - Destinazione Turistica, inaugura giovedì 16 maggio alle h 19.30 con un live set di Samon Takahashi ad ingresso libero.
Rimane aperta al pubblico fino al 29 settembre 2019.

Hanno contribuito alla realizzazione del progetto: Vitruvium Virtual Museum per la parte relativa alla Realtà aumentata; Gallery16 che ospiterà focus (Roberto Vatalaro, Enrico Scuro e le fanzines) e serate a tema; Goodfellas per la realizzazione del catalogo/libro della #mostra e di alcune ristampe discografiche su vinile; Expanded Music per i materiali forniti.


Allestimento: Claudio Malaguti
Progetto Grafico: Francesca Torelli

 

Media partner: Radio Città del Capo

 

 

Mostra:
Pensatevi liberi
#Bologna Rock 1979


A cura di:

Oderso Rubini e Anna Persiani 


Promossa da:
Istituzione #Bologna Musei | #mambo#museo d’Arte Moderna di Bologna

 

Nell’ambito di:

Bologna Estate 2019

 

Periodo di apertura:
17 maggio – 29 settembre 2019


Inaugurazione:
giovedì 16 maggio 2019 h 19.30

Sede:
#mambo#museo d'Arte Moderna di #Bologna | Project Room
via Don Minzoni 14 | 40121 Bologna

Orari di apertura:
martedì, mercoledì, venerdì, sabato, domenica e festivi h 10.00 – 18.30
giovedì h 10.00 – 22.00
lunedì chiuso

Ingresso:
intero € 6 | ridotto € 4
gratuito Card Musei Metropolitani #Bologna e il giovedì nelle ultime due ore di apertura del museo

 

Informazioni generali:
#mambo#museo d'Arte Moderna di Bologna
via Don Minzoni 14 | 40121 Bologna
tel. +39 051 6496611
 HYPERLINK "http://www.mambo-Bologna.org/"www.mambo-Bologna.org
 HYPERLINK "mailto:info@mambo-Bologna.org"info@mambo-Bologna.org

Social media:
Facebook:  HYPERLINK "https://www.facebook.com/MAMboMuseoArteModernaBologna/"MAMboMuseoArteModernaBologna
Twitter:  HYPERLINK "https://twitter.com/MAMboBologna"@MAMboBologna
Instagram: mamboBologna
YouTube:  HYPERLINK "https://www.youtube.com/channel/UCif0fYzUrf9BLokyjkNmD1g"MAMbo channel 


Ufficio stampa Istituzione #Bologna Musei
e-mail 
HYPERLINK "mailto:UfficioStampaBolognaMusei@comune.Bologna.it"UfficioStampaBolognaMusei@comune.Bologna.it
Elisa Maria Cerra – tel. +39 051 6496653 - e-mail 
HYPERLINK "mailto:elisamaria.cerra@comune.Bologna.it"elisamaria.cerra@comune.Bologna.it
Silvia Tonelli - tel. +39 051 6496620 - e-mail  HYPERLINK "mailto:silvia.tonelli@comune.Bologna.it"silvia.tonelli@comune.Bologna.it 


La cartella stampa completa di immagini è scaricabile, previa registrazione, dal sito  HYPERLINK "http://www.mambo-Bologna.org/ufficiostampa/cartellestampa/"http://www.mambo-Bologna.org/ufficiostampa/cartellestampa/ 

 

 

BOLOGNA ROCK, 1979

Pensatevi liberi

 

 

Le storie, come quella di #Bologna negli anni tra il 1971 e il 1985, ci fanno semplicemente capire come cambia il mondo. Sono scintille del nostro cervello che, nel rivivere le cose del passato, attraversano il tempo per connetterlo all’oggi e generarne di nuove. 

E mentre le storie raccontano come cambia il mondo, la #musica lo ascolta!

 

Le chiavi di lettura della #mostra sono le connessioni e la ricchezza di contaminazioni che hanno accompagnato la crescita di quel momento: #musica, video, arte, fumetti, #grafica, comunicazione e politica si sono intersecate in una maniera istintiva, in qualche modo nuova, a volte incoerente e casuale determinando un processo creativo probabilmente irripetibile con quelle modalità. Una rete ante litteram, una felice ibridazione di menti. Non eravamo predisposti a un qualunquismo di comodo perché avevamo acquisito la consapevolezza dell’autodeterminazione, del senso di sé e di un modo di vivere non omologabile. E qui non interessano gli esercizi di memoria, l’evocazione di sentimenti nostalgici, ma la riflessione sul rapporto tra creatività e consumo, tra arte e mercato, per dare un senso all’esistenza e all’arte come metalinguaggio fuori dal tempo che ti mette in contatto con gli altri per ri/costruire, attraverso il potere evocativo delle immagini e dei suoni, un gioco partecipativo e ludico con il quale ri/aprire i canali di comunicazione con le nuove generazioni. Siamo stati per un breve attimo uno degli ombelichi culturali del mondo… ma non ce ne eravamo accorti! La nostra forza è stata lavorare in totale libertà, low-fi, underground e sottocultura per fare cultura. Una vera e propria fucina di talenti artistici che alla fine di quegli anni ha fatto le sue scelte e preso la propria strada, senza però dimenticare i frutti di quel percorso, con posizioni a volte contrapposte in una miriade di appartenenze, ma con una ricchezza dialettica unica.

La palingenesi del linguaggio, segno di rinnovamento e di trasformazione dei processi creativi, raccontata da quegli anni con la matita, con la chitarra, la macchina fotografica, la videocamera, il pennello, la penna o la fotocopiatrice, spesso con grande disincanto e non prendendosi quasi mai troppo sul serio, grazie ad una componente stilistica come quella dell’ironia, nel corso di pochi anni ha dato vita a una ricchissima produzione capace di lasciare tracce importanti in ogni ambito della scena italiana. 

«La cultura di #Bologna era diversa dalle altre città, in quegli anni era come stare a Londra, New York o San Francisco».

 

Oderso Rubini  

 

 

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