Non è solo" #fotografia sociale".... sono i miei incontri e le mie scene personali. Ogni immagine aggiunta è come un altro capitolo della mia storia.
E quando mi viene chiesto perché inseguo "il lato spiacevole della vita", rispondo: Perché ne faccio parte.
Dmitry Markov, 2017
La #visionquest 4rosso è lieta di iniziare la stagione 2019-2020 presentando per la prima volta in Italia #DRAFT #RUSSIA di #dmitrymarkov,
Markov nasce nel 1982 a Pušhkin, una piccola città nella giurisdizione di San Pietroburgo, è fotografo, assistente sociale, giornalista, e ha lavorato come volontario e tutore nella regione di Pskov in un collegio per bambini mentalmente disabili e nel villaggio per bambini Fedkovo.
La #fotografia arriva tardi nella sua vita ma da allora è diventata un partner, una compagna quotidiana, un punto di riferimento in tutta la sua vita fatta di alti e bassi.
Le oltre trenta immagini in #mostra sono la continua documentazione di Markov della vita quotidiana nella provincia russa attraverso la quale egli intreccia una narrazione di vulnerabilità umana, dipendenza, candore e pathos. Dmitry lancia il suo flusso costante di immagini usando, come specchio, le popolazioni sottorappresentate in Russia.
Markov usa consapevolmente la #fotografia sicuramente non solo come testimonianza, ma anche per se stesso. Con un'onestà a volte disarmante, condivide con noi le sue contraddizioni e le sue debolezze. Osserva il mondo, cercando di trovare il proprio posto e con la forza delle sue immagini riesce a farci conoscere la sua vita. Le persone che fotografa diventano immediatamente parte della sua storia, della sua famiglia.
Osserva come osserva se stesso, senza condiscendenza e senza giudizio morale. Documenta la sua vita come figlio del suo tempo e condivide su Instagram tutte le immagini scattate con lo smartphone. Solo un uomo solo può, con le sue affascinanti immagini quotidiane creare un autoritratto così a lungo termine, cercando se stesso attraverso la presenza degli altri.
Scrive Christian Caujolle*:
Sono fotografie calme in un mondo tormentato, dalle tinte dolci, in una gamma cromatica quasi pastello, senza alcun effetto stridente, nell’equilibrio di una forma che guarda le cose e la gente in faccia. Dove Markov valuta se è il caso di avvicinarsi di più a quelle persone che non sono mai veramente soggetti o modelli.
Una poetica duttile, senza effetti né manierismi, che non coltiva uno stile, che respira una sorta di evidenza, di corrispondenza tra la scena che si sta svolgendo e il fotografo che la guarda e la inquadra. E soprattutto un’empatia per i personaggi, che finiscono per costituire una strana forma di famiglia, difficilmente comprensibile, ma al tempo stesso fragile e presente. Una famiglia dai volti che sembrano conosciuti, dai corpi che si esprimono e compongono lo spazio che fa da scenografia. Immagine dopo immagine, s’impone l’idea di uno sguardo libero, rispettoso nei confronti di chi è fotografato, attraverso la scelta di inquadrature che non sono mai aggressive e che, in maniera equilibrata, inseriscono tutto questo mondo nell’universo di Markov. Tutto ciò è possibile solo grazie al suo percorso e alle sue scelte di vita.
L'apertura e la mancanza di moralismo su un argomento cosi complicato - la vita delle persone che, per vari motivi, si sono trovate dall'altra parte, quelle che di solito vengono chiamate marginali -, è ammirevole. Questo progetto proviene da lì, dal passato collettivo della Russia con le sue gioie e i suoi problemi comuni.
*Christian Caujolle è stato photo editor del quotidiano Libération e ha fondato l’agenzia Vu
Informazioni tecniche:
Stampe su ChromaLuxe® aluminum
cm 30x30 edizioni di 10 esemplari
cm 50x50 edizioni di 10 esemplari
Biografia
Dmitry Markov nasce nel 1982 a Pušhkin, una piccola città nella giurisdizione di San Pietroburgo. Vive un’infanzia molto dura, anche se a quel tempo non gli sembra infelice perché somiglia a quella dei suoi amici. L’alcolismo del padre lo spinge a rimandare il ritorno a casa la sera, e la fuga dalla dipendenza paterna lo porta a sviluppare altre forme di dipendenza, come le droghe. Diventa giornalista e dopo aver sperimentato i limiti dell’esprimersi a parole (forse anche dovuti all’uso delle droghe), decide di lanciarsi nella #fotografia e di usarla come terapia, per creare una relazione forte e diversa con la realtà.
Come giornalista scrive di temi legati ai giovani anche per il settimanale russo Argumenty i Fakty. Da un bisogno di mettersi in gioco, ben consapevole a cosa sarebbe andato incontro e quali erano le motivazioni che lo spingevano a farlo, diventa operatore sociale.
All’inizio fotografa alcuni orfanotrofi in diverse parti della Russia, poi si stabilisce nella piccola città di Pskov, vicino alla frontiera con l’Estonia. Qui continua a fotografare nel corso della sua attività di operatore sociale, basandosi sulla propria esperienza, sulle lunghe ricerche sul campo e su una convinzione: In ogni canaglia c’è un bambino e l’unica strategia pedagogica accettabile è di cercare di tendere la mano a questo bambino.
Dopo che gli viene rubata la macchina fotografica, comincia a fotografare con il telefonino. Mette le sue foto su Instagram e i suoi followers aumentano sempre di più.
Nel 2015, riceve una sovvenzione dalla Getty Images e Instagram, per fotografi che lavorano nel campo della #fotografia documentaristica. Nel 2016 diventa il primo partecipante russo nella campagna Apple's Taken per iPhone. Il suo primo libro #Draft #Russia è stato pubblicato dalla casa editrice Treemedia nel 2018.
sabato 5 ottobre, 2019 dalle 18.00
Periodo: 8 ottobre 2019 – 30 novembre 2019
Sede: VisionQuesT 4rosso
Piazza Invrea 4 r, 16123 Genova
+39 010 2464203 - +39 335 6195394
Orario: dal martedi al sabato 15.00 – 19.00 e su appuntamento
www.visionquest.it
Informazioni e-mail: info@visionquest.it
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