Cookie Consent by Free Privacy Policy website MIA – Musica Insieme in Ateneo 2020 XXIII Edizione
gennaio 23, 2020 - Fondazione Musica Insieme

MIA – Musica Insieme in Ateneo 2020 XXIII Edizione

Mercoledì 29 gennaio alle 20.30 all'Auditorium del DAMSLab (Piazzetta Pasolini 5/b, accesso da Via Azzo Gardino 65/a) si terrà il concerto inaugurale della XXIII edizione di MIA – #musica Insieme in Ateneo, intitolato "Rising Stars I" in onore delle due giovani stelle che ne saranno protagoniste, come Giovanni Andrea Zanon e Leonora Armellini. Entrambi "Under 25", vincitori di decine di concorsi, compaiono nelle sale più prestigiose, dalla Carnegie Hall alla Scala, e si preparano con umiltà e impegno alle loro future carriere, a partire dalla scelta di un repertorio che includa i capisaldi come le sonate di Beethoven e Brahms, dove lo "stile concertante" e l'equilibrio formale raggiungono il loro apice, e il virtuosismo funambolico della Tzigane di Ravel, che rilegge Paganini in stile ungherese.
 
Giovanni Andrea Zanon imbraccia il violino da quando aveva due anni e viene ammesso al conservatorio "C. Pollini" di Padova nel 2002, all'età di quattro anni: risulterà essere il più giovane ammesso nella storia delle istituzioni musicali statali italiane. Su consiglio di Zubin Mehta consegue il "Master of Art" con Pinchas Zukerman alla Manhattan School di New York, per perfezionarsi a Berlino con Antje Weithaas e a Roma con Sonig Tchakerian. Vincitrice del "Premio Janina Nawrocka" per la "straordinaria musicalità e la bellezza del suono" al Concorso Pianistico Internazionale "F. Chopin" di Varsavia (2010), la pianista Leonora Armellini è considerata una delle più brillanti musiciste italiane degli ultimi anni. Si diploma a dodici anni sotto la guida di Laura Palmieri, erede della grande scuola di Arturo Benedetti Michelangeli, e studia poi con Sergio Perticaroli e con Lilya Zilberstein.
 
Il programma del recital inaugurale di MIA, che verrà introdotto dallo stesso Giovanni Andrea Zanon, si apre con un doveroso omaggio a Ludwig van Beethoven, del quale ricorre il 250° anniversario della nascita: ascolteremo la sua Sonata in do minore op. 30 n. 2, scritta in quell'annus horribilis 1802 che fu segnato dal celebre Testamento di Heiligenstadt, accorato appello del compositore che aveva ormai la consapevolezza di essere condannato di lì a poco a una completa sordità. E netto è il contrasto con le precedenti sonate del Maestro di Bonn, nell'impeto drammatico e appassionato che percorre la Sonata, dalle ampie proporzioni e dalla concezione quasi sinfonica. Virtuosistica, dalla felice vena melodica (specie nello struggente e dolcissimo Adagio centrale) è poi la Sonata in re minore op. 108, completata nell'estate 1888 sulle rive del Lago di Thun da un maturo Johannes Brahms. Di lì a poco gli equilibri formali e armonici si sarebbero incrinati irrimediabilmente, per frantumarsi e riemergere in alcuni casi in schegge di memoria, come nella Tzigane di Maurice Ravel, che nel 1924 riassume e nel contempo incrementa il repertorio di effetti, figure, invenzioni e gesti sonori del virtuosismo trascendentale del XIX secolo. 
Posto unico € 7. Studenti e personale docente e tecnico-amministrativo dell'Università di Bologna avranno diritto ad un biglietto gratuito dietro presentazione del proprio badge.

I biglietti saranno disponibili la sera del #concerto a partire dalle 19.30 nel foyer dell'Auditorium di DAMSLab. Non è prevista prenotazione.
 
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