Cookie Consent by Free Privacy Policy website FOCUS #7 La Porcellana di Akio Niisato a ESH GALLERY, MILANO
maggio 13, 2020 - Esh gallery

FOCUS #7 La Porcellana di Akio Niisato a ESH GALLERY, MILANO

FOCUS #7

La Porcellana di Akio Niisato


Le moderne ed eleganti sculture in porcellana di Akio Niisato esplorano i confini della forma attraverso l'utilizzo della luce.

La serie dei vasi luminescenti è costituita da una struttura a micro fori, incisi uno ad uno e poi ricoperti da uno strato di vetrina che dona alla composizione un effetto luminoso paragonabile al vetro.

Un vero e proprio pattern geometrico che attraversa l'oggetto e ne aumenta la magia con un gioco di chiaroscuri e trasparenze che rende a tutti gli effetti le opere di Niisato uniche e affascinanti.


LUCI DI STRAFORO
di Alberto Mugnaini

L’alternarsi di vuoto e pieno, di luce e ombra, di interno ed esterno, questo equilibrio instabile di contrasti che riproduce all’infinito la dialettica tra yin e yang e che contraddistingue tutte le manifestazioni del pensiero orientale, è la caratteristica fondamentale che anima i lavori in ceramica di Niisato Akio.

Questi artefatti, se nascono sotto il segno di un’umida malleabilità, plasmati dal gesto accarezzante tipico del vasaio, si sviluppano poi attraverso un crescendo di ustioni e una grandinata di forature: cotti in forno diverse volte e percorsi a raffiche implacabili da punture di trapano, si mostrano come minimali contenitori – ora cilindrici ora a tronco di cono, a sezione ora circolare ora ellittica o addirittura poligonale – la cui superficie porta impressa una particolare forma di scrittura, una proliferazione di segni memori della più autentica tradizione giapponese, praticata però secondo una modalità di ascendenza del tutto occidentale. Non è la titillante punta del pennello usata dal calligrafo a tracciarla, bensì un oggetto acuminato e ruotante, una sorta di stilo, la punta che incideva la tavoletta incerata che era il supporto scrittorio tipico della nostra classicità. Questa divaricazione di procedimento potrebbe essere presa a esempio della prospettiva multiculturale che informa il lavoro di Niisato, affondato nella solida tradizione della sua terra ma sempre attento a cogliere i suggerimenti e le postille che gli pervengano dalla sua non superficiale frequentazione della cultura dell’Occidente.

Il risultato di questo gioco di antinomie è un instancabile movimento ritmico che percorre come un unico interminabile brivido le opere dell’artista giapponese. I riferimenti, i confronti e perfino le competizioni con la ricerca musicale della suo paese, apertamente dichiarati, fanno fede di ciò. E non c’è bisogno di fermarsi ai suoi interlocutori contemporanei, quali Ryoji Ikeda o Merzbow, ma si potrebbe retrocedere molto a fondo nella storia della musica nipponica per trovare le radici di questa dinamica. E sempre è il cosiddetto ma, cioè l’intervallo tra i suoni, che crea il ritmo. Ma di ritmo non solo in campo musicale c’è bisogno. Nel kadō, ossia l’arte di disporre i fiori, è fondamentale tenere conto anche degli interstizi che si formano tra le foglie e tra le corolle, così come ineludibili sono le pause nei gesti del maestro della cerimonia del tè. In Niisato potremmo affermare che la materia è ma rispetto al fluire della luce, mentre il foro praticato dal trapano è ma rispetto alla continuità strutturale della materia, che viene così diffratta, eccepita, intervallata di pulviscolo luminoso, il quale, a sua volta, l’esalta e la vivifica.


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