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maggio 26, 2020 - Fotografia Europea

Be patient, be hopeful !

Affrontare una situazione di crisi pandemica globale ci ha costretti a chiuderci nelle nostre case isolandoci dai nostri cari, ma ha incredibilmente aumentato la vicinanza tra persone lontane. In questi mesi ci siamo stupiti dei messaggi di solidarietà che sono arrivati da chi è stato colpito dall’emergenza dopo di noi.
Per questo motivo abbiamo voluto chiedere alla fotografa Pixy Liao un breve racconto della sua esperienza di lockdown. Il lavoro fotografico di Pixy è sempre stato focalizzato sui legami; lei fotografa cinese, vive da molto tempo a New York e ha osservato da vicino l’espandersi del virus nelle sue varie fasi, dai primi contagi fino all’emergenza americana.

“Mi sono preoccupata del COVID-19 fin dalla fine di gennaio. A quel tempo ho trascorso tutti i giorni e le notti a leggere notizie dalla Cina, preoccupandomi tantissimo per la mia famiglia e per i miei amici che vivono là. Alla fine sembrava che in Cina la situazione si fosse calmata e così sono andata in Belgio per una settimana a metà febbraio. È stata l’unica volta in cui mi sono sentita un po’ rilassata. Ho pensato che sarebbe tutto finito presto.
Ma, subito dopo il mio ritorno negli Stati Uniti, sono arrivate le notizie dall’Italia. Ero così triste e preoccupata per la diffusione rapida del virus in Italia e in altre parti d’Europa. L’anno scorso siamo stati (Pixy e il suo fidanzato Moro ndr.) in Italia per #fotografiaeuropea. Mi sono subito innamorata del luogo, delle persone e del cibo italiano. Non posso fare a meno di chiedermi cosa sta succedendo alle persone e ai luoghi che ho visitato. (Vorrei che le gelaterie di Reggio Emilia possano riaprire in sicurezza!).
E presto, New York ha avuto il suo primo caso confermato. Certo, perché non sarebbe dovuto arrivare fino a New York? Non riesco a credere che ci sia voluto così tanto tempo per trovare il primo caso qui. Da allora, ci siamo messi in quarantena a casa volontariamente. La cosa triste è che le persone non prendono sul serio il virus fino a quando non è troppo tardi. Quando il popolo italiano stava soffrendo, molte persone negli Stati Uniti pensavano ancora che fosse influenza. E anche ora, dopo che New York è stata colpita così duramente, alcuni altri stati continuano a pensare che sia possibile riaprire prima che il virus sia controllato.È difficile vedere la tragedia che si ripete continuamente. Emotivamente in questi mesi è stato come essere sulle montagne russe. Ero terrorizzata, preoccupata, confusa, furiosa, piena di speranza e spaventata. Ora sono arrivata ad accettare lentamente la nuova normalità. In qualche modo mi sento un po’ sollevata rispetto ai primi 3 mesi. Almeno noi, tutte le persone su questo pianeta, stiamo affrontando lo stesso problema, e la maggior parte di noi (spero) ha capito chiaramente quanto sia pericoloso questo virus e sta provando a fermarlo insieme. Ciò che ho imparato di più in questa occasione è quanto sia limitato il nostro potere individuale. Dobbiamo combattere insieme. La cosa migliore che posso fare ora è fare la mia parte, stare a casa, cercare di evitare di aggiungere problemi a quelli che stanno mantenendo la nostra società funzionante e stanno salvando persone. Aiuta per quello che puoi. E resta a casa. Sii paziente. Sii fiducioso! (Be patient. Be hopeful!) “

Pixy Liao esposto a #fotografiaeuropea 2019, ai Chiostri di San Pietro, il progetto “Experimental Relationship (2007 to now)”, narrazione per immagini della sua relazione con il fidanzato Moro, in cui la fotografa gioca con i potenti stereotipi di genere che influenzano anche le coppie più moderne, per svelarne i meccanismi, spesso così radicati da diventare invisibili.

“Da donna cresciuta in Cina, ho sempre pensato che avrei potuto amare solo qualcuno di più vecchio e maturo di me, qualcuno che potesse farmi da protettore e da mentore. Poi ho incontrato il mio attuale fidanzato, Moro (giapponese, ndr). Lui ha cinque anni in meno di me, e questo ha sconvolto il mio concetto di relazione, lo ha capovolto. Sono io quella con più autorità e potere”
Da oltre dieci anni, la cinese Pixy e il giapponese Moro sovvertono le consuetudini su quello che fa funzionare una relazione, insieme a parecchie idee convenzionali sui ruoli di genere, le dinamiche di potere e la complicata storia geopolitica di Cina e Giappone (nessuno dei due a proprio agio con la sessualità). Con humor e grazia, la Liao mette a nudo la sua vita privata come fosse un esperimento d’arte, con autoscatti pieni di allusioni, ispirati al quotidiano, agli spettacoli televisivi, all’industria del sesso e al vasto mondo dell’arte.

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