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luglio 07, 2020 - studioesseci

Circuito del Contemporaneo in Puglia: 'INHUMAN', la mostra al Castello di Barletta

18 Luglio 2020 - 18 Ottobre 2020

Barletta, Castello

Circuito del Contemporaneo in #Puglia INHUMAN


Nell’ambito del CIRCUITO DEL CONTEMPORANEO IN #Puglia prodotto dal TEATRO PUBBLICO PUGLIESE,

sarà inaugurata il 18 luglio nel Castello di #Barletta la #mostra INHUMAN.

A cura di Giusy Caroppo, con le opere di KENDELL GEERS, OLEG KULIK, ANDRES SERRANO.

Riparte il 18 luglio, con la mostra INHUMAN al Castello di #Barletta, il CIRCUITO DEL CONTEMPORANEO, progetto con cui la Regione #Puglia, in collaborazione con il Teatro Pubblico Pugliese e la direzione artistica della storica dell’arte Giusy Caroppo, si pone l’obiettivo di costituire stabilmente una rete d’eccellenza per la produzione e fruizione di #arte contemporanea.

 

Per #Barletta, si tratta di proseguire la vocazione a farne un ideale “luogo del contemporaneo”,  iniziata nel 2009 con On the ground Underground per Intrameonia Extra Art, le declinazioni di Watershed tra 2012 e 2013 sino alla grande #mostra del 2018, VICTORY OF DEMOCRACY e l’istallazione pubblica GOVERNMENT di Andrei Molodkin.

 

La #mostra INHUMAN, a cura del direttore artistico e autore del Circuito Giusy Caroppo, distribuita in tutti gli ambienti dei sotterranei del maniero, vuole sollecitare la riflessione sull’universalità del degrado umano, della violenza esercitata dal singolo o dal potere ai danni della dignità della persona e delle sue libertà, anche alla luce del lockdown imposto dalla pandemia e dalle proteste mondiali a tutela delle differenze etniche, sfiorando la sfera morale e antropologica.

Al di là della storia, delle latitudini, dell’età anagrafica, del sesso e della religione, tanto da dimostrare come la “disumanità” sia, in effetti, “una delle qualità caratteristiche dell’essere umano” come già affermava nell’ottocento Ambrose Bierce.

 

Il concetto è declinato attraverso interventi site specific e opere caratterizzanti alcune serie storiche di tre artisti internazionali: Kendell Geers (Johannesburg-Sudafrica,1960. Vive a Bruxelles), Oleg Kulik (Kiev, 1961) e Andres Serrano (New York City, 1950).

Kendell Geers, nato in una famiglia afrikaans bianca della classe operaia durante il periodo dell’apartheid, ha abbracciato fin da ragazzo il movimento anti-apartheid. In INHUMAN declina, attraverso diversi media – neon, opere ad acrilico, sculture inedite o reinventate – il suo impegno di artista militante volto a smascherare ogni abuso di potere e a ritrovare una nuova spiritualità. Nel percorso, incentrato su un dialogo serrato con le opere di Oleg Kulik, Geers interviene con installazioni che concentrano nel messaggio scultoreo l’uso della forza; centrale, in una visione non dogmatica ma simbolica, è soprattutto il simbolo religioso cristiano o animista e la scelta di comunicare al pubblico anche attraverso l’uso più diretto della parola.

Il racconto si intreccia con i contributi  – tra #fotografia, video e installazioni site specific – del russo Oleg Kulik, artista visivo,  performer e attivista politico a favore della salvaguardia dell’ambiente e delle specie animali. Da performance storiche e visionarie testimoniate da videoinstallazioni, a quelle più strettamente connesse alla sua simbiosi con il mondo animale, impersonando l’“uomo cane”, in una disamina di situazioni estreme e claustrofobiche inneggianti alla libertà, sino a messaggi contro la falsa morale, la violenza delle guerre, le sperimentazioni ai danni degli esseri viventi, velati dalla poesia delle immagini e da atmosfere oniriche.

 Quasi off limits per la forza esplicita delle immagini – ancora più significative in un momento storico in cui il mondo sembra essersi fermato, dimenticando che la violenza fisica e la negazione della libertà e dignità individuale è ancora viva e prepotente – è la sequenza di otto opere selezionate dalla serie “Torture” di Andres Serrano, realizzata nel 2015 ed esposta in blocco in una delle sale cannoniere del Castello. La abitano tre uomini cui è negata l’identità ma di cui conosciamo nomi e cognomi, Fatima che “was Imprisoned and Tortured in Sudan”,  anonime vittime di torture incappucciate, insanguinate, inginocchiate e costrette a reggere posizioni innaturali ed estreme, per chiudere con l’essenza dell’assenza d’aria, sintetizzata  dall’emblematico interno, stretto e lungo, del carcere di sicurezza a Buchenwald.

La #mostra, organizzata dal Teatro Pubblico Pugliese, è stata realizzata anche grazie al contributo del Comune di #Barletta e alla collaborazione degli artisti e – rispettivamnete – per Kendell Geeers di a/political, Londra e la collaborazione di Becky Haghpanah-Shirwan,  Sylwia Serafinowicz, Cendrine du Welz; per Oleg Kulik della Galleria Giampaolo Abbondio di Milano; per Andres Serrano della Galleria Alfonso Artiaco di Napoli.

 Il Circuito del Contemporaneo in #Puglia, format ideato dal direttore artistico Giusy Caroppo, nel Piano Strategico della Cultura per la #Puglia 2017-2025 “PIIIL”, è progetto realizzato in coerenza con il Progetto “Valorizzazione della cultura e della creatività territoriale” – Il sistema musicale in #Puglia nell’ambito de FSC #Puglia 2014-2020,  Patto per la #Puglia,  Area di Intervento IV “Turismo, Cultura e valorizzazione delle risorse naturali”.

In contemporanea alla #mostra “Inhuman” saranno organizzate altre iniziative diffuse, in dialogo con istituzioni di rilevanza nazionale e internazionale e altri Comuni di #Puglia, in vista della costituzione dei “Poli integrati territoriali delle arti e della cultura”, nell’ottica di distribuire le attività in ciascuna delle sei aree regionali di rilevanza turistica.

 

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