REWIND
Il periodo di chiusura temporanea è stato per la Fondazione Antonio Ratti l’occasione per rendere attivo il proprio archivio.
Nel corso dei suoi trentacinque anni di attività, la FAR ha promosso numerosi incontri, conferenze, workshop, seminari e pubblicazioni, invitando alla riflessione esperti di ambiti diversi, dall’arte contemporanea alla storia del tessuto, dall’antropologia alla letteratura fino alla cultura d’impresa. Il progetto Rewind ha come scopo la diffusione e la condivisione di questa straordinaria risorsa. Il materiale selezionato, presentato con cadenza bisettimanale, spazia fra periodi e discipline diverse, offrendo una nuova prospettiva su tematiche e idee ancora attuali.
Guardare indietro, ri-ascoltare, re-imparare diventano così strategie per andare avanti e l’archivio si attiva come strumento fondamentale per immaginarsi nel futuro.
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Marina Warner, Affinità elettive: lo sciamano, l’ospite e il linguaggio delle cose
05.07.2007, Archivio Fondazione Antonio Ratti
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“Questa intuizione, direttamente ispirata da Burkhardt che nelle feste rinascimentali scoprì un passaggio che portava dalla vita all’arte, viene rovesciata da Warburg, che in questa cerimonia intravede il dischiudersi di un percorso che va dall’arte alla vita” - Philippe-Alain Michaud
Invitata durante la XIII edizione di CSAV - Artists’ Research Laboratory, che vedeva la presenza di #joanjonas come Visiting Professor, #marinawarner illustra i principi del pensiero magico nei suoi sviluppi del XX secolo, in relazione alle ricerche antropologiche e alle scoperte scientifiche. L’evoluzione della figura e del termine sciamano si riflettono così nei corridoi di un museo etnografico e nella quotidianità dei bestseller per ragazzi come Harry Potter o La Bussola D’Oro, fino ad arrivare alla pratica artistica. In questo denso excursus, #marinawarner dialoga con le intuizioni di Aby Warburg riguardo alla danza rituale del serpente degli indiani Hopi, le stesse intuizioni riprese da #joanjonas per la sua performance The Shape, The Scent, The Feel of Things. È la forma rituale, quindi, con la sua possibilità di dialogare con mondi e dimensione altre, a rivelare “il vero linguaggio dell’arte: il volo della mente dello sciamano”.
Marina Warner (1946, Londra) è scrittrice e storica specializzata in miti e favole a cui ha dedicato testi e saggi come Phantasmagoria (2006), Stranger Magic: Charmed States & The Arabian Nights (2011), Once Upon a Time – A Short History of Fairy Tale (2014) e Forms of Enchantment: Writings on Art and Artists (2018). Ha insegnato presso l’università di Essex e ora è professoressa di Inglese e scrittura creativa presso Birbeck, Università di Londra, oltre a essere la prima donna presidente della Royal Society of Literature. Commentando la propria opera, scrive: “Le storie arrivano dal passato, ma parlano al presente e io ho capito che ho bisogno di scrivere storie tanto quanto ne ho di decostruirle e collocarle in un contesto storico, perché io per prima amo leggere opere di fantasia e vorrei potermi unire alla conversazione con i miei ammirati predecessori, che vanno da Apuleio a Virginia Woolf, Italo Calvino e Angela Carter”.
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