Cookie Consent by Free Privacy Policy website Zehra Doğan nella classifica 2020 delle personalità più influenti del mondo dell’arte dal magazine artreview l’artista scoperta da Fondazione Brescia Musei con la mostra “Avremo anche giorni migliori – Zehra Doğan. Opere dalle carceri turche”
gennaio 07, 2021 - Comune di Brescia

Zehra Doğan nella classifica 2020 delle personalità più influenti del mondo dell’arte dal magazine artreview l’artista scoperta da Fondazione Brescia Musei con la mostra “Avremo anche giorni migliori – Zehra Doğan. Opere dalle carceri turche”

Il Comune di Brescia e la Fondazione Brescia Musei, presieduta dalla presidente #francescabazoli e diretta da #stefanokaradjov, sono lieti di annunciare il riconoscimento attribuito all’artista Zehra Doğan dalla prestigiosa rivista internazionale ArtReview nell’ambito dell’ “Art Power 100, la consueta classifica annuale delle 100 personalità più influenti nel sistema dell’arte. L’artista curda ha conquistato il 97° posto nella graduatoria nota per essere indicatore di tendenze e aspirazioni del sistema dell’arte.

La grande visibilità e il prestigio internazionale di #zehradoan sono un riconoscimento della grande attenzione data dalla città di Brescia all’artista e giornalista curda che dal 16 novembre 2019 all’8 marzo 2020 nel Museo di Santa Giulia ha debuttato a livello europeo con la sua prima mostra di impronta curatoriale “Avremo anche giorni migliori – #zehradoan. Opere dalle carceri turche”, inaugurata in occasione del Festival della Pace. Fondazione Brescia Musei è stata la prima istituzione in Italia e Europa a dedicarle una mostra personale, curata da Elettra Stamboulis nella quale le opere realizzate in clandestinità durante la sua lunga prigionia nelle carceri turche sono state esposte. L’esposizione ha riscontrato un grande successo registrando un'affluenza di 17.456 visitatori.

L’artista è stata editata per la prima volta in occidente da Skira e #fondazionebresciamusei con il catalogo “Zehra Doğan. Avremo anche giorni migliori. Opere dalle carceri turche”. La mostra è stata la prima personale di taglio curatoriale dell’artista e ne ha segnato la scoperta da parte del pubblico europeo.

La mostra bresciana è stata il volano che ha permesso di far conoscere al grande pubblico la qualità e il carattere poliedrico della sua ricerca artistica caratterizzata da un fervente attivismo politico e impegno sociale. Il progetto espositivo è stato accompagnato da numerosi eventi speciali fin dall’inaugurazione che ha visto la partecipazione del presidente del Parlamento europeo David Sassoli. Il 23 novembre 2019 l’artista ha realizzato una performance live presso il #museodisantagiulia realizzando il ritratto di Hevrin Khalaf, segretaria generale del Partito del Futuro siriano e attivista per i diritti delle donne, uccisa barbaramente il mese prima da miliziani. L’opera sarà esposta nel corso del 2021 presso la Presidenza del Consiglio Comunale di Brescia per dare concretezza al rapporto tra la presenza dell’artista in città e l’evento Festival della Pace, organizzato dallo stesso Consiglio comunale da cui il progetto espositivo è scaturito.

A coronamento del sodalizio tra #fondazionebresciamusei e l’artista, il 20 luglio 2020 è stata presentata un’opera site-specific di Zehra Doğan dedicata alla resistenza della città di Brescia al #coronavirus che l’artista ha voluto donare alla Fondazione. Colta a Ginevra dal lockdown e quindi impossibilitata a produrre direttamente a Brescia un murale, l’artista ha realizzato un lavoro digitale stampato su una superficie di 130 mq per ornare un affaccio monumentale su Piazza del Foro, cuore archeologico della città.

La scoperta dell’artista da parte di #fondazionebresciamusei rientra nel ciclo di progetti espositivi “arte e diritti umani” dedicato ad approfondire tematiche sociali di cui la mostra dedicata a #zehradoan è stata il secondo episodio dopo la mostra “Porti possibili: sei artisti per l’accoglienza”, instant exhibition allestita al #museodisantagiulia, nell’acme della crisi dei migranti nel Mediterraneo tra fine 2018 e inizio 2019.

BIOGRAFIA

ZEHRA DOĞAN

Zehra è nata nel 1989 a Diyarbakır, in Turchia. Si è laureata alla Dicle University’s Fine Arts Program e ha co-fondato la prima agenzia stampa costituita unicamente da donne, JINHA (Jin in curdo significa donna), per la quale ha lavorato dal 2010 al 2016, finché JINHA non è stata chiusa da un decreto governativo. Nel corso di questi anni, Zehra Dorğan è stata insignita di diversi premi, come il Metin Göktepe Journalism Award, uno dei più prestigiosi in Turchia e recentemente il premio “Exceptional Courage in Journalism Award”, della Fondation May Chidiac (MCF) in Libano. Durante la guerra in Iraq e Siria, l’artista e giornalista ha seguito direttamente le vicende da entrambi i paesi ed è stata una delle prime giornaliste a raccontare la storia delle donne Yazide ridotte in schiavitù dall’ISIS nel nord dell’Iraq. Nel periodo del conflitto nelle aree curde della Turchia, Doğan ha provato a raccontare la guerra nelle città interessate dal coprifuoco come Cizre e Nusaybin, zone in cui la presenza dei giornalisti era bandita dal governo nazionale.

Nel luglio 2016, #zehradoan è stata imprigionata a Mardin, il giorno dopo aver lasciato Nusaybin. A seguito di un processo, nel marzo 2017 è stata condannata a scontare 2 anni 9 mesi e 22 giorni di carcere per “propaganda terrorista” a causa dei suoi scritti giornalistici e di un acquerello. Il 23 ottobre 2018 un prelievo forzato ha condotto l’artista dalla prigione di Diyarbakir a quella a più alta sicurezza di Tarso.

L’opera di Zehra è stata esposta nell’agosto 2016 in Francia, presso il Douarnenez Film Festival. Nel 2017, in attesa del processo dopo la prima detenzione, ha organizzato una mostra a Diyarbakır, dal titolo “141” (il numero dei giorni trascorsi in cella) con i dipinti realizzati in prigione.

L’8 ottobre 2018, in occasione del’84 International PEN Congress in India, #zehradoan diviene un membro onorario dell’associazione in absentia. Nello stesso anno, le opere incluse in “141” e i dipinti prodotti tra la sua liberazione e successive ri-incarcerazione, così come i seguenti lavori realizzati in carcere sono stati esposti in Europa grazie al lavoro dei volontari dell’associazione Kedistan.

A novembre 2019 è stato pubblicato dalla casa editrice Editions de Femmes il suo carteggio con Naz Oke durante la prigionia dal titolo “Nous aurons aussi de beaux jours”, da cui trae ispirazione il titolo della mostra di Brescia. A novembre 2020 #zehradoan ha vinto la prima edizione del Premio Carol Rama, promosso da Fondazione Sardi nell’ambito di Artissima. 

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