Cookie Consent by Free Privacy Policy website Zehra Doğan, vincitrice della prima edizione del Premio Carol Rama by Fondazione Sardi per l'Arte, destina l'intero premio alla rinascita di un laboratorio artistico nella città turca di Mardin
gennaio 20, 2021 - Artissima

Zehra Doğan, vincitrice della prima edizione del Premio Carol Rama by Fondazione Sardi per l'Arte, destina l'intero premio alla rinascita di un laboratorio artistico nella città turca di Mardin

Torino, 20 gennaio 2021 – #zehradoan (Diyarbakir, 1989), vincitrice della prima edizione del #premiocarolrama sostenuto dalla Fondazione Sardi per l’Arte, partner di #artissima sin dal 2014, ha deciso di destinare l’intera somma del riconoscimento per realizzare un laboratorio artistico nella città turca di #mardin. Nata e cresciuta a Diyarbakir, Doğan è legata intimamente alla città di #mardin da cui è originaria la sua famiglia, oltre ad essere affascinata dalla sua architettura.

Pinuccia Sardi, colpita dal significativo gesto dell’artista, ha deciso di supportare l’iniziativa incrementando il #premio a lei destinato.
Il laboratorio artistico, destinato a persone di tutte le età, prende ispirazione da un’esperienza precedente dell’artista, una “casa d’arte” da lei fondata insieme ad alcuni amici nello storico quartiere “Sur” di Diyarbakir e poi distrutta in occasione degli scontri sul territorio tra il 2015 e 2016.

La casa era aperta a pittori, scultori, registi, agli abitanti del quartiere e della città. Per Doğan e per la comunità artistica rappresentò un passo verso la popolarizzazione dell’arte e la sua purificazione da una visione elitaria. Il progetto ebbe fine tra il 2015 e il 2016 in coincidenza con l’intensificarsi dell’azione repressiva dello Stato turco nei confronti delle popolazioni curde. Il quartiere “Sur”, vero e proprio gioiello architettonico, fu in gran parte distrutto dall’esercito per poi essere ricostruito con edifici in cemento che non ne rispettano la storia, eliminando l’anima unica e caratteristica del “Sur”.

Zehra Doğan ha espresso la propria gratitudine verso la Fondazione Sardi per l’Arte: aver vinto la prima edizione del #premiocarolrama, legato a una grande artista, l’ha profondamente entusiasmata, anche perché questo le ha permesso di compiere il primo passo nel ricreare a #mardin il laboratorio artistico di Diyarbakir.

LA PRIMA EDIZIONE DEL #premio CAROL RAMA
Il #premiocarolrama viene assegnato all’artista che meglio interpreta attraverso la propria ricerca l’ideale di creatività femminile non-convenzionale e di libertà artistica che le opere e la personalità di Carol Rama incarnavano e trasmettevano con straordinaria forza. Oltre a un riconoscimento in denaro, il #premio offre all’artista selezionata l’opportunità di attivare un dialogo progettuale con la Fondazione Sardi per l’Arte e con l’Archivio Carol Rama nel corso del 2021.

Zehra Doğan è co-fondatrice di JINHA, la prima agenzia di stampa curda tutta al femminile. Nel 2016, dopo aver postato su Twitter un disegno in cui reinterpretava sarcasticamente la conquista della città curda di Nusaybin da parte dei turchi, è stata arrestata e incarcerata per incitazione al terrorismo. La reclusione l’ha segnata al punto da convincerla a scegliere l’arte per comunicare con urgenza i suoi stati d’animo.

Zehra Doğan è presentata ad #artissima dalla galleria Prometeo Gallery Ida Pisani di Milano e Lucca.
L’artista è presente nella mostra Stasi Frenetica di #artissima presso il MAO Museo d’Arte Orientale di Torino con l’opera Kurdistan 2 (2020), dove il suo segno grafico, rapido e cangiante testimonia su grandi mappe l’eredità dell’esperienza del carcere per mezzo di materiali alternativi come tè, sangue mestruale, rucola o succo di curcuma.

Il #premio è stato conferito da una giuria internazionale composta da Luca Massimo Barbero, direttore dell’Istituto di Storia dell’Arte della Fondazione Giorgio Cini di Venezia, Bart van der Heide, direttore del Museion Museo D’Arte Moderna e Contemporanea di Bolzano, e Kathryn Weir, direttrice del Museo Madre - Museo d’Arte Contemporanea Donnaregina di Napoli, con questa motivazione:

La giuria assegna all’unanimità la prima edizione del #premiocarolrama by Fondazione Sardi per l’Arte a #zehradoan, per la straordinaria capacità del suo lavoro di tradurre un’esperienza fortemente contestualizzata, attingendo a molteplici eredità estetiche. In relazione con l’opera di Carol Rama e con l’intenzione del #premio di trasmettere la sua idea non convenzionale di creatività e libertà artistica – fortemente influenzata dalla sua posizione di donna della sua generazione in Italia – la giuria ha trovato una risonanza nell’approccio artistico di Doğan e in particolare nella sua appropriazione strategica di materiali trovati dall’ambiente circostante.

Il #premiocarolrama è la trasformazione del #premio Sardi per l’Arte Back to the Future, nato nel 2014 dalla partnership di #artissima con la Fondazione Sardi per l’Arte, istituzione privata torinese voluta da #pinucciasardi a sostegno dell’arte moderna e contemporanea. La nuova veste del #premio prende spunto dal sempre rinnovato interesse di #pinucciasardi per Carol Rama, confluito in anni recenti nell’importante sostegno al catalogo ragionato delle opere dell’artista di prossima pubblicazione e nell’acquisto dei beni contenuti nella casa dell’artista. L’appartamento di via Napione 15 a Torino, dove Carol Rama ha abitato e lavorato, ricevendovi personalità e artisti, dagli anni Quaranta fino alla scomparsa nel 2015, è stato nel 2016 riconosciuto dalla Soprintendenza come importante bene culturale nazionale e vincolato come studio d’artista.

La Fondazione Sardi per l’Arte nel 2019 ne ha acquistato dagli eredi l’intero contenuto per poi cederlo in comodato all’Archivio Carol Rama, che attualmente gestisce l’appartamento, affinché la casa studio sia un luogo vivo e vitale di conoscenza e approfondimento dell’opera della pittrice e di scoperta dell’autonomia creativa e concettuale di un'artista che ha sempre rifuggito le etichette e gli stereotipi legati al mondo femminile. Carol Rama nel 1980 scriveva: “Ho ricordato che l’Io artista aveva avuto tanta paura della donna come di un suo doppio sconfortante e inaccettabile”.

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