Sinossi
Basato su fatti realmente accaduti.
Credo in un solo Padre, è la sofferta preghiera che una donna recita per scongiurare l’ennesima violenza di un carnefice. E’ un grido di dolore, come quello di tutte le donne e le persone vittime di violenza presenti in questo #film originale che muove i primi passi nel territorio minato di un sistema patriarcale sordo anche ai richiami della vera Fede.
L’opera racconta di una doppia violenza sessuale perpetrata da "Nonno Giuseppe", un sessantaquattrenne padre padrone, nei confronti della nuora prima, e della nipote, poco più che adolescente, poi, approfittando dell'assenza prolungata, per motivi di lavoro, del figlio Gerardo. La triste e squallida vicenda si consuma in un paese dell'entroterra appenninico dove, circa 1100 anime, giorno dopo giorno, vivono la loro vita fra l'abbandono, il lavoro duro dei campi, i caratteri da macchietta, la preghiera, il timore per una Natura minacciosa, il pettegolezzo e l’ignoranza. Una società in cui quasi tutti appaiono sconfitti.
Tra i tanti emergono delle donne “in gabbia”, come Ninetta che violentata dai fratelli sogna di poter fuggire. Donne e uomini ai margini della società, come il muto Ciriaco e il travestito Jennifer, che cercano empatia, solidarietà e amore, ma che si scontrano con un muro di violenza e di omertà. Ed è proprio quest'ultimo elemento che, in modo prevalente, ha fatto sì che la doppia violenza di nonno Giuseppe potesse realizzarsi, svilupparsi e perdurare nel tempo, fino all'inevitabile tragedia che porterà in nuce un riscatto per un futuro in cui tutti dovremo essere più uniti e solidali. Pronti a denunciare!
Tanti anni fa le storie di violenza erano sommerse e, anche se oggi, l’attenzione mediatica appare avere maggiore risonanza, spesso questi episodi si consumano ancora in silenzio. Il #film coprirà un periodo storico di circa 50 anni e un arco di tempo che va dal primissimo dopoguerra 1950 sino all’inizio del nuovo millennio. Il tempo del racconto però è un periodo sospeso permeato da profonda sofferenza in cui infine aleggia la speranza in un futuro migliore.
Note di regia di Luca Guardabascio
Una storia ancestrale, antropologica, una #film che vuole essere denuncia.
Credo in un solo Padre, racconta del nostro passato, ma anche della nostra storia più recente, perché violenze come quelle presenti nel #film, non debbano avvenire mai più. Il nostro #film ha già un valore sociale e molte sono le scommesse vinte, come quella di aver assunto sul set persone vittime di abusi e violenze.
Parlare, mostrare i fatti, è l’arma più forte per raccontare a tutti la verità su qualcosa che, in epoca moderna, appare ancora un tabù del passato. Per questo, abbiamo deciso di metterci al lavoro e realizzare un’opera cinematografica originale dal grande appeal internazionale, grazie ad una squadra che coinvolge il territorio, scuole, associazioni, cittadini, imprenditori ed istituzioni sensibili all’argomento.
Il #cinema farà emergere una storia taciuta, la proietterà sul grande schermo e, come un macigno, il messaggio finale lavorerà sulle coscienze di chi, da troppi anni, è sordo alle richieste di aiuto.
CREDO IN UN SOLO
PADRE
Personaggi principali
Nonno Giuseppe, 68 anni. E’ l’orco, il padre padrone, tutto gli è dovuto tra le mura domestiche. Pastore, contadino, uomo carismatico e accentratore, abbandonato dalla prima moglie Concetta, vedovo della seconda Veronica, per questo benvoluto in paese.
Moglie e amore della vita di Gerardo, madre di Rocco e Carmela. Cresciuta con i nonni. Sposa Gerardo ed entra in casa dell’orco Giuseppe con la morte di Veronica. Abusata fisicamente e moralmente da Giuseppe. Donna in gabbia che cercherà sempre di proteggere i figli.
Figlio di Giuseppe, che lo considera il migliore. Gerardo non ha una personalità, ne sa prendere decisioni perché succube del padre padrone. La sua unica libertà è rappresentata dalla sua tragica emigrazione.
Fratello maggiore di Giuseppe, il saggio, il vero fulcro della famiglia Bianco. Cacciatore, ex emigrante, solitario, uomo di cultura dal pensiero limpido perché libero e dissacrante. Rispettato da tutti.
E’ la seconda moglie di Giuseppe, donna forte, chioccia, madre di Donato e Gerardo. L’unica che riesce a tener testa a Giuseppe anche perché è la sola che pare aver scelto di vivergli a fianco.
Ciriaco è l’anima buona di questa squallida storia. Il figlio muto di Giuseppe. Ciriaco è vittima di tutta la rabbia di suo padre. Seviziato, maltrattato e costretto a dormire con le bestie. In paese lo considerano un invisibile inutile errore. Abituato a fare il pastore, sarà l’uomo del riscatto contro tutta la violenza perpetrata nella storia.
Il figlio ribelle di Giuseppe, rappresenta la linea famigliare che riesce a scappare dall’orco anche per seguire le sue passioni come il canto e la musica. Ha sposato Brigida e vive ad Arezzo, in Toscana. Salverà suo nipote Rocco dalla violenza del nonno.
Abusata dai fratelli, vittima della società sorda al suo grido di dolore, Ninette è la donna che vuole ribellarsi ad un sistema fatto di omertà e ignoranza. Ninetta è in fieri, quello che sarà Carmela da grande. Ninetta è la prima vittima mostrata del #film, è tutte le donne che vorrebbero parlare ma che trovano un muro.
Sicuro, sfacciato, non del tutto pulito, ricorda l’Alberto Sordi de “I magliari”, senza di lui non ci sarebbe l’evoluzione dei personaggi principali, Gerardo non andrebbe all’estero e Giuseppe non avrebbe la possibilità di arrivare a Maria, la moglie di Gerardo... È Alfonso a spingere Gerardo al tradimento ed è lui a determinare la rottura definitiva tra Gerardo e Maria.
Donna solare ed emancipata. Sicura delle proprie scelte sociali e morali.
Riuscirà, in parte, a conquistare il cuore di Gerardo, spingendolo al tradimento.
Ragazzina allegra che vive l’emigrazione del padre come un dramma. Vittima sacrificale e, da adolescente, oggetto del desiderio di Nonno Giuseppe.
Primo vero amore di Giuseppe, madre di Ciriaco. Per il paese è il germe di ogni male. Chiamata da tutti “la zoccola”. Si racconta che abbia lasciato Giuseppe per un soldato afroamericano. Da questo “abbandono” scaturisce tutta la violenza di Giuseppe.
Padre-padrone di nonno Giuseppe. Figura onirica che appare nei sogni/incubi del capofamiglia Bianco e che rappresenta il filo conduttore di una storia di violenza che si tramanda negli anni come elemento culturale pervasivo della famiglia Bianco.
Film Crew
SOGGETTO E SCENEGGIATURA
Luca Guardabascio e Michele “Ferruccio” Tuozzo
REGIA
Luca Guardabascio
MONTAGGIO
Alessio Rivellino
DIRETTORE DELLA FOTOGRAFIA
Francesco Paglioli
SCENOGRAFIA
Gerardina Busillo
COSTUMI
Roberta Zuccalà
MUSICHE
Francesco Baccini
© Copyright 2024