Cookie Consent by Free Privacy Policy website Cardi Gallery presenta otto maestri italiani del dopoguerra alla OVR: Pioneers | Art Basel 2021
marzo 18, 2021 - Cardi Gallery

Cardi Gallery presenta otto maestri italiani del dopoguerra alla OVR: Pioneers | Art Basel 2021

Cardi Gallery,  in occasione di Art Basel 2021, nell'ambito della viewing room online "Pioneers", presenta le opere d'arte di otto maestri italiani del dopoguerra. Attraverso una selezione intitolata Pioneri della terra e dei cieli la galleria propone otto opere prodotte tra il 1966 e il 2010. Allontanandosi dall'uso dei medium artistici tradizionali e sfidando il rapporto tra spettatore e #arte, questi artisti hanno avuto un ruolo significativo nel cambiare il corso dell'arte contemporanea. 

Durante tutta la sua carriera, Mimmo Rotella ha sviluppato nuove tecniche per superare i limiti della #pittura: il décollage negli anni '50, l'emulsione fotografica e l'artypo negli anni '60, il blank negli anni '80. La Diva (1963) è uno dei primi esempi delle sue emulsioni fotografiche, in cui l'artista trasforma la tradizionale tela in una superficie fotografica su cui proiettare immagini ingrandite provenienti da riviste o dal proprio corredo iconografico. Il suo vocabolario visivo attinge costantemente dalla cultura pop, dalle icone del cinema, della pubblicità e della cronaca trasformandole nel soggetto per eccellenza di città in continua evoluzione e di un'economia in forte espansione. L'atteggiamento ribelle di Rotella verso lo spazio sacro della tela e l'atto del dipingere, così come la sua giocosità con i materiali quotidiani, fanno di lui un pioniere nello sviluppo dell'arte italiana del dopoguerra. 

Come Rotella, anche Alberto Biasi allarga gli orizzonti della #pittura attraverso l'assemblaggio di materiali di produzione industriale. La sua opera Drops in Lewisham (1974) evoca l'immaginario di gocce tremolanti attraverso un processo cinetico virtuale in cui strisce di PVC e acrilico sono animate dal movimento dello spettatore davanti all'opera, creando così nuove forme che guidano lo sguardo. La presenza dello spettatore è necessaria per completare l'opera, poiché stabilisce una relazione cruciale e attira l'attenzione su un elemento performativo e temporale di un'opera a parete. 

Questo atteggiamento è esemplificato anche dalla pratica di Michelangelo Pistoletto e dalle sue serie di quadri specchianti come Uomo dal cappello giallo e verde (1973), dove lo spettatore diventa fisicamente parte integrante del dipinto. Proprio come per Pistoletto lo specchio funge da ponte tra l'opera d'arte e il mondo del "qui e ora", lasciando quindi che il quotidiano sconfini nell'opera, in Untitled (1983) di Mario Merz questa funzione è esaltata da una lancia leggera che trafigge una tela privata del telaio. Questo lavoro, dipinto astrattamente, richiama una forma simile a un gufo, tratta dal ricco bestiario dell'artista. 

Nelle loro opere, questi artisti abbracciano gli elementi naturali nella loro organicità più povera e più semplice: ghiaccio e sale. Poi, li elevano, associandoli a materiali industriali, come le stampe seriali per Rotella, strutture plastiche per Biasi, acciaio inox per Pistoletto, tubi al neon per Merz, fogli di piombo e un sistema di congelamento per Pierpaolo Calzolari e la sua opera Untitled (Black Salt) del 1986. Queste opere parlano della tattilità dell'arte, della sua capacità alchemica di trasformare ed elevare non solo soggetti naturali comuni e materiali di uso quotidiano, ma anche di sfidare la visione e attivare gli altri sensi attraverso il profumo del metallo gelido, la variazione di temperatura e il ronzio di un motore. Tutti questi artisti fanno riferimento al linguaggio pittorico, ma allo stesso tempo se ne allontanano, decostruendo l'Arte Pura attraverso approcci e assemblaggi creativi e singolari.

Maggiori informazioni nel comunicato stampa da scaricare