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aprile 12, 2021 - laVerdi

laVerdi: Brahms 2 | venerdì 16 aprile, ore 21

A partire dal 26 febbraio 2021, l’Orchestra Sinfonica di Milano #giuseppeverdi ha reso fruibile sul portale #streaming (streaming.laverdi.org) la Sinfonia n.1 in do minore op.68 di Johannes Brahms, interpretata dal Direttore Musicale di Largo Mahler, Claus Peter Flor.

Una volta cominciata l’epopea sinfonica del grande compositore amburghese, non resta che proseguirla, e offrire alla rete la Seconda Sinfonia in Re maggiore op.73, disponibile online a partire da venerdì 16 aprile alle ore 21.

Due lavori sinfonici, potrebbe dirsi, quasi opposti, sia come tempi di gestazione, sia come clima generale, sia come espressività. Se per la generazione della Prima Sinfonia Brahms aveva impiegato ben quattordici anni, per mettere al mondo la Sinfonia n.2 occorreranno solamente pochi mesi, a cavallo tra estate e autunno del 1877. Iniziata durante uno dei suoi soggiorni estivi a Portschach sul Wörther See, in Carinzia, la sinfonia fu condivisa per la prima volta in ottobre, nella versione per pianoforte a quattro mani, di fronte a una piccola platea di lusso, capeggiata, come spessissimo accadeva, dai coniugi Schumann e l’amico Joseph Joachim. E se la Sinfonia n.1 fu ribattezzata “la Decima di Beethoven”, la Sinfonia n.2, secondo alcuni, poteva rappresentare la “Decima di Schubert”, per quel suo carattere cantabile, quel suo dipanarsi serena in un clima lirico e disteso. Non è un caso che l’altro attributo che è stato conferito a questo lavoro orchestrale è l’aggettivo “Pastorale”, laddove tuttavia, in Brahms, questa caratteristica si accompagni costantemente a una interiore tensione lirica che rende “palpitanti i suoi temi anche nei momenti di più pacata distensione naturalistica”, come ci ricorda Giacomo Manzoni. 

E se l’eredità brahmsiana di Beethoven, secondo Hans von Bülow, raggiunge la sua concretizzazione nella Prima Sinfonia, forse la Seconda Sinfonia rappresenta un altro esempio lampante dell’analogia compositiva tra questi due giganti della #musica: il principio di rielaborazione tematica, ovvero la capacità di strutturare, a partire da cellule motiviche minute, costruzioni complesse, dense ma pienamente rispondenti alle esigenze espressive, attraverso un lavoro minuzioso di elaborazione plastica degli incisi tematici. Ed è così che il Primo movimento (“Un poco sostenuto – Allegro”) si apre con la cellula “Re-Do diesis-Re”, enunciata dai Violoncelli e dai Contrabbassi, e tale inciso, rielaborato e variato nelle più disparate maniere, sarà il filo conduttore di tutta la sinfonia, fino all’ultimo movimento, che si apre proprio con queste tre note, sotto un profilo ritmico diverso, passando per il lirico secondo movimento (“Adagio ma non troppo”), e il terzo tempo (“Un poco Allegretto e Grazioso”), che Hans Richter, alla prima esecuzione assoluta della Sinfonia, si sentì in dovere di proporre come bis, visto il clamoroso successo che ottenne.            

Claus Peter Flor, insieme all’Orchestra Sinfonica di Milano #giuseppeverdi, si misura con un altro gioiello del repertorio, la seconda tappa dell’avventura sinfonica brahmsiana, venerdì 16 aprile alle ore 21 sul portale #streaming dell’Orchestra.

In #streaming sul portale web dell’Orchestra Sinfonica di Milano Giuseppe Verdi (streaming.laverdi.org)

Maggiori informazioni nel comunicato stampa da scaricare

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