Cookie Consent by Free Privacy Policy website Riapre lunedì 26 aprile 2021 al Museo dell’Ara Pacis la mostra JOSEF KOUDELKA - RADICI | Evidenza della storia, enigma della bellezza | Prorogata fino al 29 agosto
aprile 26, 2021 - contrasto Progetti per la fotografia

Riapre lunedì 26 aprile 2021 al Museo dell’Ara Pacis la mostra JOSEF KOUDELKA - RADICI | Evidenza della storia, enigma della bellezza | Prorogata fino al 29 agosto

Tappa unica in Italia, la #mostra documenta con oltre cento spettacolari immagini

lo straordinario viaggio fotografico di Koudelka alla ricerca delle radici della nostra storia nei più importanti siti archeologici del Mediterraneo 

Museo dell'Ara Pacis, Roma

1° febbraio – 29 agosto 2021 

Le rovine non sono il passato,

sono il futuro che ci invita all’attenzione

e a godere del presente.

Josef Koudelka 

Roma, 24 aprile 2021 – Riapre al pubblico lunedì 26 aprile la #mostraJosef Koudelka. Radici. Evidenza della storia, enigma della bellezza” presso il #museo dell'Ara Pacis. Promossa nella sua unica tappa italiana da Roma Culture, Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali, Contrasto e Magnum Photos, organizzata da Contrasto e Zètema Progetto #cultura, con la collaborazione di Villa Medici. Académie de France à Rome e Centro Ceco, l’esposizione resterà aperta al pubblico fino al 29 agosto 2021, anche nei fine settimana con prenotazione obbligatoria come da disposizioni governative. 

Con oltre cento spettacolari immagini panoramiche, molte delle quali di grande formato, la mostra racconta e ripercorre lo straordinario viaggio fotografico di #josefkoudelka alla scoperta delle radici della nostra storia. Il lavoro presentato è il frutto di un progetto unico nel suo genere, durato trent’anni, e realizzato esplorando e ritraendo con tenacia e continuità alcuni dei più rappresentativi e importanti siti archeologici del Mediterraneo. 

Gli straordinari scatti in bianco e nero presentati in #mostra sono realizzati dal fotografo ceco tra Siria, Grecia, Turchia, Libano, Cipro (Nord e Sud), Israele, Giordania, Egitto, Libia, Tunisia, Algeria, Marocco, Portogallo, Spagna, Francia, Albania, Croazia e naturalmente Italia. Essi accompagnano il visitatore in una inedita e personalissima riflessione sull’antico, sul paesaggio, sulla bellezza che “suscita e nutre il pensiero”. I panorami senza tempo, ricchi di anima e fascino, caratterizzati da prospettive instabili, inaspettate, ambivalenti, ben rappresentano il lessico visuale e la cifra stilistica propri di Koudelka che, rifuggendo la semplice illustrazione e documentazione delle rovine, sceglie di dare respiro a ciò che resta delle vestigia delle antiche civiltà del Mediterraneo, rappresentandole in un’eterna tensione tra ciò che è visibile e ciò che resta nascosto, tra enigma ed evidenza. 

Allestita nella cornice del #museo dell’Ara Pacis, a contatto diretto con le testimonianze monumentali della grande storia di Roma, la retrospettiva Radici vuol essere un eccezionale viaggio nell’opera di uno degli ultimi grandi maestri della fotografia moderna dedicatosi alla ricerca della bellezza caotica delle rovine e del paesaggio antico, trasformati dal tempo, dalla natura, dall’uomo. Le fotografie di Koudelka, esposte in stretto dialogo con uno dei monumenti più significativi della prima età imperiale, acquistano così, in questa speciale occasione, il valore unico, forte, di immagini memorabili, in un rapporto intenso di rimandi e di echi di una memoria che a Roma più che altrove diventa presente. 

Prosegue anche il ciclo di incontri on line Radici. Sguardi sulla mostra pensati e organizzati dalla Sovrintendenza Capitolina e Contrasto, insieme a Fondazione Forma per la Fotografia e con il supporto del Centro Ceco di Roma, Ambasciata della Repubblica Ceca in Italia. Dopo l’apertura con Andrea Jemolo (13 aprile) che ha proposto una riflessione su cosa significhi fotografare la città, l’architettura, la memoria, l’archeologo Emanuele Greco (11 maggio) esplorerà il contesto archeologico in cui sono state realizzate le immagini del fotografo ceco. Nei messi successivi, il geografo Franco Farinelli (8 giugno) indagherà sull’attualità del mito e sul carattere “mitologico” della fotografia di Koudelka; l’archeologo Simone Foresta (6 luglio) che descriverà quanto la fotografia contribuisca a costruire il sentimento per l’antico: bellezza e sconcerto, ordine e caos, stupore e inquietudine. 

La retrospettiva è accompagnata dal volume Radici pubblicato da Contrasto. 

Josef Koudelka nasce in Moravia nel 1938. Il suo primo impiego è quello di ingegnere aeronautico. Alla fine degli anni Sessanta diventa fotografo professionista. Immortala l’invasione sovietica di Praga del 1968 pubblicando i suoi scatti con le iniziali P.P. (Prague Photographer). Nel 1969 l’Overseas Press Club gli assegna, a titolo anonimo, la Medaglia d’Oro Robert Capa per la fotografia. L’anno successivo Koudelka lascia la Cecoslovacchia e richiede asilo politico nel Regno Unito. Nel 1971 entra a far parte dell’agenzia fotografica Magnum Photos. Gypsies – il primo di una lunga serie di libri tra cui Exiles (1988), Chaos (1999), Invasion 68: Prague (2008) e Wall (2013) – viene pubblicato nel 1975. Nel corso della sua carriera Koudelka ha vinto prestigiosi premi come il Prix Nadar (1978), il Grand Prix National de la Photographie (1989), il Grand Prix Cartier-Bresson (1991) e l’Hasselblad Foundation International Award in Photography (1992). I suoi lavori sono stati protagonisti di importanti mostre al Museum of Modern Art e all’International Center of Photography di New York; all’Hayward Gallery di Londra; al #museo d’Arte Moderna Stedelijk di Amsterdam; al Palais de Tokyo e al Centre Pompidou di Parigi; all’Art Institute di Chicago, e infine al #museo di Arti Decorative e alla Galleria Nazionale di Praga. Nel 2012 Koudelka è nominato Commandeur de l’Ordre des Arts et des Lettres dal ministro francese per la #cultura e le Comunicazioni. Attualmente vive tra Parigi e Praga.

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