Cookie Consent by Free Privacy Policy website Inaugurazione domani mercoledì 26 maggio | Architettura - Spazialità - Artefatto
maggio 25, 2021 - Galleria Fumagalli

Inaugurazione domani mercoledì 26 maggio | Architettura - Spazialità - Artefatto

La #galleriafumagalli presenta la prima #mostra del ciclo “MY30YEARS – Coherency in Diversity”, un programma ideato e curato dal critico ungherese di fama internazionale #lorandhegyi che intende celebrare i 30 anni di carriera di Annamaria Maggi, alla guida della galleria dal 1991.

Il progetto nasce dalla volontà di offrire uno spaccato sull’orientamento estetico e curatoriale perseguito dalla #galleriafumagalli nel corso degli ultimi tre decenni, esaltandone la coerenza, ma anche con l’intento di stimolare nuove prospettive sull’interpretazione dell’opera di grandi maestri in dialogo con artisti più giovani. Ognuna delle otto mostre del ciclo “MY30YEARS – Coherency in Diversity” prevede, infatti, l’esposizione congiunta dell’opera di tre artisti seguiti e rappresentati dalla Galleria, appartenenti a diverse generazioni e gruppi, provenienti da città e paesi differenti, che rappresentano posizioni e strategie metodologiche diverse, eppure riconducibili ad alcune idee estetiche di base convergenti. Come specificato dal curatore #lorandhegyi nel testo critico che accompagna l’esposizione, «L’intenzione di questa serie di mostre è quella di incoraggiare per le opere selezionate una reinterpretazione continua, imparziale, rigenerante, come del resto comporta il processo storico-culturale della permanente rivalutazione e radicale rilettura delle opere d’arte. Si tratta di un processo storicamente legittimo, imprescindibile e necessario, in seno al quale le nuove generazioni di artisti proiettano la propria percezione dell’arte sul contesto storico-artistico dato, percependo, selezionando singoli elementi con una legittima arbitrarietà storica. [Questo] comporta da un lato una rivalorizzazione e una revisione radicale di sistemi esistenti ereditati e di gerarchie convenzionali; dall’altro garantisce – nonostante l’apparente discontinuità e posizione critica – la continuità e la persistenza di determinati concetti e idee di base, nonché la stabilità dei diversi elementi, che vanno a comporre i sistemi di valori dell’arte. Sono questi sistemi che continuano a esistere e possono persino entrar a far parte di nuove realtà mentali, anche molto dopo la loro comparsa e persino molto dopo la dissoluzione dei loro contesti intellettuali originari.»

La prima #mostra “Architettura - Spazialità – Artefatto” presenta congiuntamente le opere di Anne & Patrick Poirier, #marcotirelli, #giuseppeuncini consentendo una lettura plausibile e poeticamente efficace di certi loro orientamenti tematici senza voler suggerire alcuna forzata uniformità. I termini #architettura, spazialità, artefatto, infatti, si concretizzano nelle loro opere in modi diversi, coniugando però connotazioni architettoniche, ricerca della presenza spaziale e significato metaforico dell’artefatto.

Mentre l’opera di Anne & Patrick Poirier combina forme architettoniche archetipiche a significati ed esperienze umane attuali, restituendo una continua reinterpretazione metaforica e un aggiornamento dell’eredità storico-culturale, collettiva e convenzionale, la ricerca plastica di #giuseppeuncini si traduce in opere che si dispiegano immediatamente nello spazio come concrete, tangibili, eppure fondamentalmente mai mimetiche bensì astratte, che trasmettono una situazione spaziale stimolante, dinamica e un senso di nobile semplicità. A chiudere la triade, nell’opera di #marcotirelli si palesano forme architettoniche volutamente enigmatiche, recanti poetiche allusioni a ricordi personali, spunti immaginari e associazioni mentali avulsi da qualsiasi contesto comprensibile, di fronte a cui lo spettatore diventa partecipe di un evento indefinito e spirituale che si svolge in uno spazio metaforico.

Biografie

Anne & Patrick Poirier (rispettivamente: Marsiglia, 1941 e Nantes, 1942) ideano e firmano congiuntamente il proprio lavoro a partire dalla residenza a Villa Medici di Roma avvenuta tra il 1968 e il 1972 sotto la direzione Balthus. Artisti poliedrici, viaggiatori, archeologi e appassionati scopritori di antiche civiltà, raccolgono materiali e si ispirano alla mitologia, alle grandi narrazioni archetipiche e collettive per esprimere significati metaforici legati alla realtà antropologica contemporanea, mantenendo un continuum storico-culturale in cui i confini tra passato e futuro, tra storia e utopia, tra individuo e comunità, tra conoscenza e sogno si mescolano indissolubilmente. Il corpo di opere di Anne & Patrick Poirier si traduce in manufatti molto eterogenei: installazioni, sculture, fotografie, lavori su carta, dipinti spesso connotati dalla poetica della fragilità e caducità delle esperienze umane. Hanno esposto nei più importanti musei e istituzioni culturali di tutto il mondo e alle manifestazioni Documenta di Kassel (1977) e Biennale di Venezia (1984, 1980, 1976). Dal 2017 sono rappresentati in Italia dalla #galleriafumagalli che partecipa alla pubblicazione della monografia “Anne et Patrick Poirier” edita da Flammarion in collaborazione con la MEP ­­– Maison Européenne de la Photographie e della Galerie Mitterrand di Parigi.

Marco Tirelli (Roma, 1956), diplomatosi in scenografia con Toti Scialoja all’Accademia di Belle Arti di Roma, inizia a esporre nella seconda metà degli anni ’70, trasferendosi presto negli spazi dell’ex Pastificio Cerere a San Lorenzo insieme agli artisti della Nuova Scuola Romana. Frutto di un processo intellettuale e di astrazione dei dati della realtà, l’arte di #marcotirelli arriva a distillare forme allegoriche che evocano memorie personali, esperienze biografiche, reminiscenze oniriche. La forma rimane enigmatica, in bilico tra riconoscibilità e astrazione, mentre luce e ombra segnano la misteriosa esperienza della percezione dello spazio. Espone per la prima volta alla Biennale di Venezia nel 1982, nel 1993 gli viene dedicata una sala personale, e nel 2013 realizza una grandissima installazione per il Padiglione Italia curato da Bartolomeo Pietromarchi. #marcotirelli è membro dell’Accademia Nazionale di San Luca e dell’Accademia dei Virtuosi del Pantheon. La sua collaborazione con la #galleriafumagalli inizia con la prima #mostra personale nel 2003, seguita dalla pubblicazione di una preziosa monografia, con testi di Klaus Wolbert, Peter Weiermaier e Giorgio Verzotti, edita in occasione delle esposizioni all’Institute Mathildenhöe di Darmstadt e alla Galleria Comunale d’Arte Moderna di Bologna.

Giuseppe Uncini (Fabriano, 1929 – Trevi, 2008) si trasferisce a Roma nel 1953 dove inizia a realizzare i primi cicli di opere: le “Terre” (1956-57), ancora immerse nel clima dell’Informale, anticipano l’iconica serie dei “Cementarmati” (1957-61), sculture di cemento e ferro (elementi che caratterizzano l’intero corpus di Uncini) che rivelano il principio costruttivo del loro farsi. Partecipa a diverse mostre con la Giovane Scuola Romana e nel 1962 costituisce il Gruppo 1 per la valorizzazione del ruolo sociale dell’arte. Il percorso artistico di Uncini continua coerentemente: il suo solido pensiero strutturale, mai mimetico, è oggettivato nei successivi cicli di opere (“Ferrocementi”, “Strutturespazio”, “Mattoni”, “Ombre”, “Dimore”, “Muri d’ombra”). Tra gli anni '90 e i primi 2000 l'attenzione di Uncini è polarizzata dal desiderio di concretizzare lo spazio vuoto (“Spazi di ferro” e “Spazicemento”), per indirizzarsi poi verso la realizzazione di grandi conformazioni architettoniche (le “Architetture”) in cui nulla è davvero abitabile né mera rappresentazione della modernità industriale. #giuseppeuncini prende parte a prestigiose rassegne internazionali: Quadriennale di Roma (1999, 1992, 1973, 1965, 1955), Biennale di Venezia (1995, 1984, 1978, 1976, 1966), e Biennale di Tokyo (1963). Dal 1995 ha collaborato con la #galleriafumagalli che gli dedica 5 mostre personali, 8 libri di mostre e il catalogo ragionato edito nel 2008.

La Galleria Fumagalli, fondata nel 1971 a Bergamo, è stata diretta da Stefano Fumagalli e Annamaria Maggi in un sodalizio di grande sintonia dal 1991 al 2007, anno della prematura scomparsa di Stefano Fumagalli. La direzione passa, quindi, nelle sole mani di Annamaria Maggi che prosegue la realizzazione di un programma artistico estremamente vario basato sulla collaborazione con maestri riconosciuti e spesso parte di importanti correnti o movimenti, come l’Informale, l’Arte Astratta italiana, la Pittura Analitica e l’Arte Povera, affiancando anche l’analisi di artisti internazionali dell’Arte Concettuale, della Body Art, dell’Astrattismo americano. Traferitasi nel 2016 a #milano, la #galleriafumagalli non si pone come semplice luogo di compravendita di opere d’arte, bensì come punto di incontro e di promozione artistica grazie alle esposizioni in galleria, alle collaborazioni con istituzioni d’arte italiane ed estere, e attraverso la redazione di cataloghi e monografie curati da critici insigni.

GALLERIA FUMAGALLI

Via Bonaventura Cavalieri 6, 20121 Milano

Dal lunedì al venerdì dalle 13 alle 19

Info: +39 02 36799285 | info@galleriafumagalli.com | #galleriafumagalli.com

Ufficio stampa PCM Studio | +39 3499267882 | Silvia Cataudella | silvia@paolamanfredi.com