L’incantevole Labirinto Borges della Fondazione Giorgio Cini apre per la prima volta al pubblico con visite accompagnate dalle evocative musiche di Antonio Fresa, eseguite e registrate con l’Orchestra del Teatro La Fenice. Prenotazioni su visitcini.com
In occasione del decennale della sua creazione, dei 35 anni dalla scomparsa di Borges e dei 70 anni della #fondazionegiorgiocini, il Labirinto di Borges è da oggi finalmente accessibile, grazie al nuovo percorso di visita a cura della società D’Uva di Firenze. Una suite di oltre 15 minuti, appositamente composta da Antonio Fresa, dal titolo Walking The Labyrinth, accompagnerà nelle audio guide multilingue i visitatori lungo la passeggiata attraverso il Labirinto, amplificandone la bellezza.
Il Labirinto Borges è visitabile tutti i giorni, escluso il mercoledì. Le visite si prenotano su visitcini.com, dove sono disponibili anche gli altri percorsi di visita della #fondazionegiorgiocini e delle Vatican Chapels, esperienze che includono anche una sosta al San Giorgio Café. Per informazioni o comunicazioni: info@visitcini.com
LA STORIA DEL LABIRINTO BORGES
Il Labirinto Borges è nato nel 2011, realizzato dalla #fondazionegiorgiocini su progetto dell’architetto inglese Randoll Coate e per volere della vedova Borges, Maria Kodama, che desiderava ricordare l’amore del marito per Venezia. Il Labirinto è ispirato al racconto di Jorge Luis Borges, Il #giardino dei sentieri che si biforcano ed è composto da più di 3200 piante di bosso alte novanta centimetri. Si trova alle spalle
dei due chiostri della Fondazione - il primo progettato da Andrea Palladio e il secondo disegnato dai fratelli Buora – e si snoda per un chilometro. Il Labirinto è uno dei luoghi dell’Isola di San Giorgio che esercita maggiore fascino sui visitatori, e in occasione del decennale della sua creazione, dei 35 anni dalla scomparsa di Borges e dei 70 anni della #fondazionegiorgiocini apre per la prima volta alla visita
offrendo la possibilità di percorrerlo interamente.
Fino a oggi, infatti, si era potuto ammirare solo dall’alto, dal terrazzo del Centro Branca: un’esperienza comunque imperdibile, perché consente di scoprire tutti simboli che rendono omaggio a Borges. Il Labirinto visto dall’alto si presenta come un libro aperto, costellato da richiami alle opere dello scrittore argentino: un bastone, gli specchi, due clessidre, un enorme punto di domanda, la tigre, il nome Jorge Luis e le iniziali di Maria Kodama. Inoltre le siepi sono disposte in modo da formare il nome Borges, come se fosse idealmente scritto sulle pagine di questo libro. Nonostante la complessità della struttura è pressoché impossibile perdersi: nella vertigine che i labirinti riescono a dare, ci si smarrisce, ci si ritrova, ci si disorienta, e poi, alla fine, si scorge la via d’uscita.
Maggiori informazioni nel comunicato stampa da scaricare
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