Oggi 11 luglio, in occasione del 77° anniversario dell’eccidio nazista di Cibeno, il presidente del Parlamento Europeo, #davidsassoli e la presidente della Commissione Europea, #ursulavonderleyen, si sono recati insieme alle autorità locali nell’ex-campo di concentramento di #fossoli nel Comune di Carpi (MO) per la cerimonia ufficiale in ricordo dei 67 internati ‘politici’ prelevati e trucidati dalle SS.
Per l’occasione, sono state esposte alcune opere dello scultore #saurocavallini - spezino di nascita ma fiorentino d’adozione - poiché l’artista purtroppo aveva un legame con quel luogo. Di recente infatti si è scoperto che il giovane #saurocavallini nel settembre del 1943 fu deportato nel campo di #fossoli e vi rimase per circa un anno. Per cui le opere dell’artista assumono anche un valore di testimonianza di un passato particolarmente doloroso.
Sono opere in ferro, attualmente inedite e mai uscite dal Centro Studi a lui dedicato a Fiesole (Fi) dopo la sua scomparsa nel 2016, dove sono custodite; le sculture - ispirate agli strazianti nei mesi di prigionia trascorsi tra privazioni e paure - misurano circa due metri d’altezza ciascuna, furono realizzate durante gli anni ‘60 con la tecnica della “goccia su goccia” ovvero sciogliendo scarti metallici mediante fiaccola ossidrica fino a creare l’opera, e sono dedicate unicamente alla figura umana dove l’angoscia, la sofferenza, il grido di aiuto, sono leggibili in modo inequivocabile. #saurocavallini si servì di quelle creazioni per metabolizzare e trasferire nella materia tridimensionale un dolore che non avrebbe mai avuto modo di esprimere diversamente.
«La presenza dei vertici delle due maggiori istituzioni europee – commenta Pier Luigi Castagnetti, presidente della Fondazione #fossoli – fa della commemorazione 2021 della strage di Cibeno un evento di portata oggettivamente internazionale. L’Europa non dimentica».
La scelta di esporre opere dall’impatto emotivo così importante del maestro #saurocavallini, scaturisce da una recente collaborazione tra la Fondazione #fossoli e il #centrostudicavallini che ha rivelato fatti di estrema importanza: l’inedita prigionia dell’artista nell’ex-campo di concentramento e la conseguente creazione, vent’anni dopo la liberazione, di opere assolutamente ispirate a quel vissuto; inoltre va ricordato che porta la firma di #saurocavallini il grande monumento dal titolo Inno alla Vita, collocato
nel 1990 all’interno del Palazzo del Consiglio d’Europa a Strasburgo, luogo dove tuttora è esposto in rappresentanza dell’arte italiana.
«Con l’esposizione delle opere in ferro – commenta Teo Cavallini, presidente del #centrostudicavallini - questa esposizione è il segno di una società civile che non dimentica, ma vuole mostrare a tutti quanto un uomo, prima deportato e poi artista, sia riuscito a creare ed esprimere senza parole; attraverso le forme tridimensionali delle opere di Cavallini esposte nel campo di #fossoli, ciascuno di noi può toccare e sentire quel ferro che ieri era filo spinato, simbolo di barbarie e di libertà soppressa, e oggi è ricordo e monito per tutti i popoli d’Europa».
Maggiori informazioni nel comunicato stampa da scaricare
Le sculture in ferro di Sauro Cavallini davanti le bandiere dell'Europa e dell'Italia
Da sx Teo Cavallini, Ursula von der Leyen e David Sassoli davanti la scultura di Cavallini
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