Cookie Consent by Free Privacy Policy website Roma, 29 luglio, Galleria Borghese: secondo concerto barocco per "Musica in Galleria. La musica strumentale romana del XVII secolo"
luglio 27, 2021 - Galleria Borghese

Roma, 29 luglio, Galleria Borghese: secondo concerto barocco per "Musica in Galleria. La musica strumentale romana del XVII secolo"

La #galleriaborghese prosegue il progetto di ricerca "I Borghese e la Musica", avviato lo scorso dicembre, con il secondo concerto barocco dal titolo Musica in GalleriaLa musica strumentale romana del XVII secolo, che viene trasmesso giovedì 29 luglio alle ore 19.00 sul sito www.galleriaborghese.beniculturali.it i canali social ufficiali del museo e su www.ansa.it  nell'ambito del progetto ANSA per la Cultura.
Sabato 9 ottobre alle ore 17,30 il concerto verrà inoltre ospitato nel programma "Dal Vivo" di Rai Radio 3 Classica.

Con il progetto "I Borghese e la Musica", la cui direzione artistica è affidata a Riccardo Martinini, la Galleria arricchisce così la sua collezione d'arte anche attraverso la valorizzazione e la divulgazione di opere dell'enorme patrimonio musicale italiano.

Il Concerto barocco, eseguito da Enrico Gatti e dall'Ensemble Aurora, si concentra su tre compositori che furono molto conosciuti in ambito romano nel corso del XVII secolo: Arcangelo Corelli (1653-1713), destinato a diventare nel giro di pochi anni l'assoluto protagonista della musica strumentale nella Roma barocca, raggiunse fama mondiale per essere riuscito a proporre modelli ineguagliati di perfezione armonica e sintesi compositiva; Lelio Colista (1629-1680), e Carlo Mannelli (1640 – 1697), compositori appartenenti alle generazioni precedenti, che svilupparono il loro linguaggio strumentale equilibrandolo con quello di natura vocale, dei quali alcune opere sono eseguite per la prima volta in tempi moderni.
 
Nella Roma della seconda metà del Seicento risuonano numerose esecuzioni di musiche strumentali e vocali nei saloni dei sontuosi palazzi cardinalizi della città, nelle chiese e negli oratori, nelle scenografiche piazze che, come spazi teatrali 'naturali', accolgono i molti pellegrini arrivati in città per l'occasione.
 
Tra i lavori in prima esecuzione ci sono le Sonate a tre di Carlo Mannelli, i cui manoscritti sono conservati presso il Museo Internazionale della Musica di Bologna, che sono caratterizzate da una scrittura violinistica decisamente virtuosistica. Nato a Roma nel 1640, da una famiglia di origine pistoiese, Mannelli, spesso ricordato nelle fonti con il nomignolo "Carluccio" o "Carlo del violino", esordì giovanissimo come cantante a San Luigi dei Francesi nel 1650, per poi formarsi come violinista (ignoti purtroppo sono i suoi maestri) e diventare uno dei più apprezzati virtuosi della città, assieme a Lonati, Stradella e, al più anziano, Lelio Colista. Con quest'ultimo ebbe modo di suonare in molte occasioni e per i più illustri mecenati romani. Già dal 1671 a servizio della famiglia Borghese, nel 1674 il nome di Mannelli figura, proprio accanto a quello di Colista, nelle liste degli strumentisti chiamati ad eseguire un oratorio per la Settimana Santa nella cappella del palazzo del principe Giovan Battista Borghese, così come ritroviamo ancora i nomi dei due strumentisti in occasione di una commedia con prologhi e intermedi in musica rappresentato sempre a palazzo Borghese per il carnevale del 1678.
 
Il liutista e compositore Lelio Colista (1629-1680), le cui opere incisero profondamente sulla maturazione dello stile corelliano, fu un compositore particolarmente dedito al genere della sonata a tre, «celebre suonatore di liuto e chitarra» e «compositore di bellissime sinfonie», come ebbe a notare il compositore e teorico Giuseppe Ottavio Pitoni, e poté rappresentare agli occhi del giovane Corelli, appena approdato a Roma, un modello verso cui guardare. Fin da giovanissimo incoronato da Athanasius Kircher come «vere Romanae Urbis Orpheus» (Musurgia Universalis, I, Roma 1650, p. 480), Colista fu a servizio delle più importanti famiglie romane (Barberini, Chigi, Borghese, Odescalchi) e raggiunse nel corso della sua carriera una fama ragguardevole come strumentista, compositore e didatta.
 
L'Ensemble Aurora è stato fondato nel 1986 da Enrico Gatti con lo scopo di creare un gruppo strumentale che ricercasse un nuovo concetto di emissione sonora basato sull'imitazione della voce umana, impiegando strumenti d'epoca e avendo alle spalle un lungo lavoro di preparazione storica e musicale. Oltre alle partecipazioni a numerosi festival e stagioni concertistiche internazionali l'ensemble ha al suo attivo varie decine di registrazioni discografiche che sono state più volte premiate dalla critica specializzata con il Diapason d'or, il Premio VivaldiChoc de la MusiqueScelta di AmadeusPreis der Deutschen Schallplattenkritik ed altri.

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