La dimensione sotterranea semplicemente non è ammissibile. Ciò che si può vedere è già esibito, si esprime nell’apparenza, nell’esteriorità, nella visibilità. Lo dice una persona particolarmente sensibile alla superficie delle cose: tutto quello su cui si basa la percezione della realtà è una pelle di illusione, una scorza percettiva o un velo ammantante che non potrà mai essere totalmente scalfito. Eppure, c’è sempre l’idea che, svelando quell’epidermide esterna, accanto a essa, sotto essa, si nasconda una verità più piena, quella del non-detto e del dietro le quinte, dove le cose accadono integralmente. Ma se davvero ci si appresta a scoperchiare la realtà per come si presenta, scavando per portare alla luce la sua struttura intima, ciò che si ottiene è un sotterraneo che diventa automaticamente una nuova superficie esteriore, un nuovo baluardo a infiniti ulteriori nuovi sotterranei che si allontanano da noi senza posa. Come in un gioco di scatole cinesi o nei riflessi di due specchi posti parallelamente, non si potrà mai porre fine a un disvelamento del mondo tanto incessante quanto sterile. Questa dinamica non è soltanto fisica, ovviamente, ma anche simbolica. È sufficiente nominare “ciò che sta sotto” – sotterraneo, sottosuolo o underground che dir si voglia – perché questo emerga nella visibilità, diventando altro da sé, prendendo le luci della ribalta e trasformandosi in evidenza.
Bisogna poi domandarsi se questa dimensione abbia in sé delle caratteristiche di presenza. Se cioè ci sia una qualche differenza, per esempio, tra un armadio vuoto e lo stesso armadio, identico alla vista, ma stipato fino al colmo di materiali. Gli oggetti invisibili al suo interno lo modificano in qualche misura? È possibile intuirli? O, in altri termini: esiste forse una diversa qualità tra un’immagine stampata e la stessa immagine realizzata per accumulazione di sottili stratificazioni pittoriche e velature che non si vedono ma in qualche maniera risuonano allo sguardo?
Queste sono alcune considerazioni sulle peculiarità della dimensione invisibile dell’underground. Qual è dunque la sua posta in gioco? Quella, forse, di ammettere che possa esistere qualcosa che, ancora oggi, sfugge continuamente alla conoscenza e alla visione, qualcosa che va oltre la finitezza della nostra capacità cognitiva ma senza indirizzarsi all’assoluto di ciò che sta fuori – l’universo, lo spazio aperto – preferendo, invece, la materia concreta su cui pestano i nostro piedi. È un nuovo limite alla condizione umana ma molto diverso da quello del divino e dell’assoluto. È concreto e carnale, così vicino a noi che sembrerebbe facile da conquistare, eppure così sfuggente da scappare via ogni volta. Il cosmo, infatti, amplifica e ispira per la sua dinamica estroversa in espansione, mentre in tutto ciò che sta sotto il mistero è racchiuso in sostanze finite, frammezzi di corpi e tessuti sottopelle.
Oltre la superficie delle cose, dietro gli aspetti più percepibili del reale, si nasconde infatti un mondo brulicante e misterioso che esiste a dispetto della sua apparente invisibilità. Una dimensione che si sottrae all’evidenza degli occhi sotto molteplici aspetti: a livello sociale nelle sottoculture alternative, a livello mentale e psicologico in tutto il rimosso che preferiamo dimenticare o anche a livello fisico, semplicemente, in ciò che è precluso alla nostra percezione a causa della sua natura “celata”.
Maggiori informazioni nel comunicato stampa da scaricare
Alberto Scodro - UG MarStar, 2020 - fusione di materiali vari, 27 x 39 x 40 - courtesy l'artista
Cecilia Borettaz - Visioni in loop, 2021 - pittura acrilica e carta immerse in acqua, 140 x 185 cm - courtesy l'artista
Igor Molin, UNDERGROUND - Percolanti, grafite su carta applicata a pannello, 2021 - courtesy l'artista
Massimiliano Fabbri - Memoria vegetale. crescita, mondo, giardino, foresta, notte, 2015-2016 - olio su tela su legno, 260 x 330
Mattia Zoppellaro - CCCP @ Russia, 2012-2019 - print on canson baryta, 35 x 25 cm - courtesy l'artista e Traffic Gallery
Renato Calaj - Site specific per Kunsthalle West, 2021 - vernice spray su parete, dimensioni ambientali - courtesy l'artista
Thomas Scalco - Cercaluce, 2020 - acrilico su tela, 145 x 205 cm - courtesy l'artista
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