Cookie Consent by Free Privacy Policy website Uno scatto che ci somiglia: la raccolta fotografica di Carlo Levi alla Fondazione Carlo Levi di Roma
settembre 23, 2021 - Exibart

Uno scatto che ci somiglia: la raccolta fotografica di Carlo Levi alla Fondazione Carlo Levi di Roma

Inaugurazione 29 settembre 2021 ore 18.00 
Fino al 16 dicembre 2021

www.carlolevifondazione.it

Il giorno 29 settembre 2021 alle ore 18.00 inaugura, presso la sede della Fondazione #carlolevi,  Uno scatto che ci somiglia: la raccolta fotografica di Carlo Levi, #mostra fotografica parte del progetto "L'archivio fotografico di un protagonista del Novecento: Carlo Levi", a cura di Daniela Fonti e Antonella Lavorgna per la Fondazione Carlo Levi, vincitore dell'avviso pubblico "Strategia #fotografia 2020" e promosso e sostenuto dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura.

L'esposizione non si sviluppa lungo una linea cronologica che segue la vita dell'artista, ma prova a individuare i nuclei tematici rilevanti che rimandano al suo percorso artistico e umano. La sintesi è in 120 scatti organizzati in 8 sezioni: la famiglia; il mondo privato: gli amori; immagini del confino; l'atelier; i ritratti d'autore; i reportage dei grandi maestri; i suoi viaggi; la figura pubblica.

Le fotografie dell'Archivio, costituito da circa 10.000 fotografie delle quali 1500 sono online dal mese di luglio 2021 sul sito della Fondazione www.carlolevifondazione.it, restituiscono un altro "specchio" della composita avventura umana di #carlolevi, prima ancora che intellettuale e artistica. Infatti, un aspetto privato della sua vita di cui restano molte interessanti riprese fotografiche, anche d'autori noti, è quello dell'atelier nel quale l'artista svolge la sua attività di pittore e anche di scrittore come Arnold Newman, l'agenzia Magyar Távirati IrodaRalph CranePais e SartarelliElio Sorci. La ricchezza delle immagini relative all'atelier di Levi s'integra con la ricca galleria di suoi ritratti fotografici, molto spesso di grandi firme internazionali (Marilyn Gerson, Carl Van Vechten, Erich Hartmann e Anatole Saderman); soprattutto nei primi anni Cinquanta Levi era, inoltre, in contatto con i più grandi maestri della fotografica internazionale come Henry Cartier-Bresson e David Seymour.

Questa prima esplorazione dell'archivio fotografico di Levi ha reso evidente un aspetto sin qui scarsamente noto della figura del nostro grande intellettuale: il suo essere diventato, a partire dal secondo dopoguerra, un personaggio la cui notorietà pubblica superava i limiti dei circoli artistici o letterari all'interno dei quali egli si muoveva nell'ambito delle sue attività professionali. Egli era un "testimone" d'eccezione di momenti della vita pubblica italiana legati alla nascente industria culturale o di quelli politici nei quali si registravano avanzamenti significativi in termini di conquiste sociali e di presa di coscienza collettiva.

Maggiori informazioni nel comunicato stampa da scaricare

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