M77 presenta, da martedì 26 ottobre 2021, Il tempo dell’incalcolabile, progetto espositivo dedicato all'artista #marialai, curato ed ideato per gli spazi della galleria da Alberto Salvadori. La #mostra è realizzata in collaborazione con l’Archivio #marialai e offre uno sguardo sull'opera di #marialai con un progetto che verte sugli aspetti mitopoietici del lavoro dell'artista.
Il tempo dell’incalcolabile prende vita dalla lettura delle opere di Salvatore Cambosu - scrittore al quale #marialai era estremamente legata – dalle quali proviene Cuore mio, racconto da cui è tratta la figura di Maria Pietra e una dimensione del narrare che pervade il lavoro di Lai.
Attraverso la vicenda della protagonista, lo scrittore, e quindi poi l’artista, investono ognuno di noi di responsabilità e riflessioni all'origine di aspetti e tratti del carattere umano che, oggi più che mai, interessano temi come il rispetto per l’ambiente e le sue regole in antitesi ai modelli perseguiti dove l’individualismo è mutuato in una forma di egoismo senza confini. Il potere nelle mani di ognuno di noi può essere vitale o mortale, come specificava #marialai, intendendo così anche la figura dell’artista dotata di strumenti non comuni per leggere e definire la realtà.
Il percorso si apre con la presentazione inedita dell’intero apparato narrativo dedicato alla storia. Trentatré sculture in ceramica appartenenti alla serie dei Telai di Maria Pietra assieme a teli che scendono dal soffitto e appesi alle pareti creano un ambiente attorno al libro nel quale la storia si narra e cresce. Il tutto è accompagnato da una sonorizzazione ambientale dalla quale una voce
rende viva la vicenda della protagonista della leggenda.
La leggenda è il tipo di racconto antico prediletto da #marialai e porta al suo interno la radice latina Legenda, ossia di cose che devono o sono degne d'essere lette. Costituisce un patrimonio collettivo e culturale di un popolo nel quale si mescola il reale al meraviglioso. Questo è il punto centrale del lavoro di #marialai, mescolare le due dimensioni.
Questa atmosfera sospesa prosegue al piano superiore della galleria dove, per la prima volta, saranno esposte tutte le opere frutto degli interventi di #marialai sugli scatti di Piero Berengo Gardin che ritraggono momenti salienti della sua celeberrima e fondamentale opera pubblica Legarsi alla montagna. L’azione avvenuta nel 1981 che unì la popolazione di Ulassai ed ogni sua casa con il Monte Gedili è rimasta così vivida nella testimonianza di queste immagini, che tanto hanno colpito la memoria collettiva, non solo del paese sardo ma dell’intero mondo dell’arte. In #mostra anche l’inedita opera in ceramica La frana ed il video originale dell’azione collettiva.
Il titolo scelto per questa #mostra rimanda a un tema centrale in tutta l'opera della Lai: l'immediata connessione tra la dimensione del sacro, quella delle origini, dell'identità e della nascita.
Maria Lai, del resto, diceva esplicitamente che nei suoi lavori "l'uomo di tutti i tempi guarda alla propria vita interrogandosi sul mistero del prima e del dopo. Come un bambino gioca, inventa, propone, dà voce ai fantasmi che popolano la sua ansia di assoluto. Nella vastità del viaggio nascono le religioni e le ragioni dell’arte".
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