Cookie Consent by Free Privacy Policy website Talk con Angela Dematté: Orfani di una lingua madre
ottobre 18, 2021 - Fondazione Adolfo Pini

Talk con Angela Dematté: Orfani di una lingua madre

Nell’ambito del progetto Casa dei Saperi – Radici, la #fondazioneadolfopini presenta un incontro con Angela Dematté, drammaturga e attrice, dal titolo Orfani di una lingua madre.

Parlare alle radici col dialetto e il rito.

Martedì 19 ottobre, ore 19 – 20
Incontro in presenza, ingresso con prenotazione obbligatoria.

INFORMAZIONI AGGIUNTIVE

La #fondazioneadolfopini, nell’ambito del progetto Casa dei Saperi – Radici, presenta Orfani di una lingua madre. Parlare alle radici col dialetto e il rito, con Angela Dematté, drammaturga e attrice, in dialogo con #elisagianni, del team curatoriale di Casa dei Saperi.

Orfani di una lingua madre. Parlare alle radici col dialetto e il rito è un viaggio all’interno di quella zona d’ombra che è lo scarto tra il dialetto e l’italiano, alla ricerca delle nostre radici all’interno della lingua, più che delle radici della lingua. A guidarci in questo cammino è Angela Dematté, drammaturga e attrice, che ha indagato i limiti e le potenzialità del linguaggio identitario. Nella sua produzione – e in particolare nel trittico Teatro d’Origine (che comprende Avevo un bel pallone rosso, L’officina. Storia di una famiglia e Mad in Europe) – la lingua non è mai solo un mezzo di comunicazione ma anzi è dotata di un valore drammaturgico fondamentale. Che sia un
dialetto vero e proprio o un idioma-amalgama che pare creato in laboratorio, la lingua agisce più che spiegare, fino a diventare parte integrante del conflitto tra i personaggi. Con Angela Dematté proveremo a capire quale lingua sia in grado di radicarci in una comunità; come ritrovare l’invenzione, il simbolo e l’archetipo; come colmare quel vuoto che è mancanza di senso, ancor più che di comunicazione.

Angela Dematté Drammaturga e attrice nata e cresciuta in Trentino, sceglie Milano come sua residenza d’artista. Dopo una laurea in Lettere e un diploma all’Accademia dei Filodrammatici, lavora come attrice finché inizia, nel 2009, la sua attività di autrice: scrive Avevo un bel pallone rosso e vince il Premio Riccione e il Premio Golden Graal. Il lavoro è messo in scena da Carmelo Rifici con il quale inizia una profonda ricerca che produce, tra gli altri: L’officina, Chi resta, Il compromesso, Ifigenia, liberata e Macbeth, le cose nascoste. Negli stessi anni lavora come dramaturg e autrice per i registi Renato Sarti, Sandro Mabellini, Valter Malosti e soprattutto per
Andrea Chiodi. Scrive, dirige e interpreta Mad in Europe che vince il Premio Scenario 2015 e il Premio Sonia Bonacina. Nel 2019 la città di Trento le conferisce il Premio Aquila d’Oro per la cultura. Nella sua ricerca indaga le potenzialità e i limiti del linguaggio identitario, argomento su cui ha creato diverse masterclass. Il suo lavoro nell’ultimo anno, a partire dalla collaborazione con ISI Foundation, JRC di Ispra e con Carmelo Rifici al LAC, si concentra sul dialogo con la scienza come necessità di indagine sull’uomo futuro. La pandemia la spinge ad indagare il dialogo tra la scrittura teatrale e nuove forme offerte dal web e da spazi non teatrali. Per il progetto Lingua Madre produce un documentario sperimentale sul tema del rituale. Con Daniele Filosi sta lavorando alla produzione di cinque monologhi teatrali per uno spettatore a partire dall’Antologia di SpoonRiver. I suoi testi sono pubblicati in Italia, Francia, Svizzera, Germania ed Egitto. Lavora con importanti teatri come: LAC di Lugano, Piccolo Teatro di Milano, Theatre de la Manufacture di Nancy e diversi Teatri Stabili italiani. È madre di tre figli.