Cookie Consent by Free Privacy Policy website NOVENA | Francesco e Bernardino Zaganelli | Franco Pozzi – Nicola Samorì
novembre 17, 2021 - Museo Civico Luigi Varoli

NOVENA | Francesco e Bernardino Zaganelli | Franco Pozzi – Nicola Samorì

Il Museo Civico Luigi Varoli presenta NOVENA, una #mostra che ruota intorno all'acquisizione, importante e identitaria, da parte del Comune di #cotignola, di un dipinto ad olio di grande intensità espressiva che raffigura un Cristo portacroce realizzato da Francesco e Bernardino Zaganelli. L'opera proviene da una collezione privata bolognese e si potrà ammirare in tutto il suo splendore, dopo l'intervento di restauro condotto da Michele Pagani, da sabato 11 dicembre 2021 al 6 marzo 2022 a Palazzo Sforza, insieme ad altre due versioni dello stesso soggetto realizzate dagli stessi Zaganelli e ai preziosi interventi di due artisti contemporaneiFranco Pozzi, che esporrà cinque disegni a matita, e Nicola Samorì, che presenterà un dipinto realizzato ad olio.

La #mostra nasce da un'idea dell'Assessore alla #cultura Federico Settembrini e si avvale della curatela di Raffaella Zama, esperta dei pittori cotignolesi Zaganelli e del loro allievo Girolamo Marchesi, nonché autrice delle rispettive monografie. Il titolo, NOVENA, suggerito da Franco Pozzi, oltre ad alludere ad una pratica di preghiera e di meditazione, gioca sulla ricorsività del numero nove, presente anche nel percorso espositivo: nove le versioni conosciute del Cristo portacroce e nove le opere in #mostra: tre le versioni del Cristo degli Zaganelli, cinque i disegni di Pozzi, uno il dipinto di Samorì.

NOVENA si pone come un'occasione straordinaria per celebrare due figure molto apprezzate, "il fiore più fragrante" – come scrisse Roberto Longhi – della pittura in Romagna tra Quattro e Cinquecento: Francesco e Bernardino Zaganelli. In sé racchiude anche la storia di un ritorno atteso: quello dei due fratelli pittori a #cotignola, loro paese d'origine. Il dipinto, in questo contesto, diventa quindi anche simbolo, punto di partenza e presenza centrale, della futura sezione del Museo Varoli dedicata agli Sforza e ai suoi pittori del Rinascimento.

La tela raffigura Cristo durante la salita al Calvario attraverso un'iconografia molto in voga nel primo decennio del Cinquecento: l'inquadratura stringe sul volto di Cristo, eliminando i dettagli di contorno e dello sfondo, per concentrarsi sugli aspetti più patetici e commoventi, e invitare alla contemplazione del suo sacrificio.

È l'Uomo che regge il peso del mondo e si carica sulle spalle e sulla schiena il suo stesso strumento di tortura e di morte. Ecco l'Uomo: siamo noi e al tempo stesso lui è anche l'altro. L'estraneo.

Nel caso degli Zaganelli poi, l'immagine riscuote enorme successo e diventa seriale: si conoscono infatti ben nove versioni, differenti tra loro per minime varianti, destinate a una forma di devozione privata, come suggeriscono le ridotte dimensioni delle tele e delle tavole. I formati sono pressoché identici. L'inquadratura e il fondo scuro da cui emerge la figura sono gli stessi, così come il volto ruotato verso chi guarda e lo sguardo sfuggente di lato. È quasi un'icona a cavallo tra due stagioni e due epoche di diverso respiro.

Maggiori informazioni nel comunicato stampa da scaricare

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