Cookie Consent by Free Privacy Policy website La programmazione espositiva 2022
dicembre 17, 2021 - Palazzo Galeano

La programmazione espositiva 2022

La programmazione espositiva 2022

Platea | Palazzo Galeano, l’associazione culturale nata nel 2020 a Lodi dall’iniziativa di un gruppo di amici appassionati di #arte e architettura, con l’obiettivo comune di sostenere i giovani talenti e la produzione artistica sul territorio lodigiano con un orizzonte internazionale, conclude la sua prima stagione espositiva.

L’associazione si affaccia al nuovo anno con una programmazione intensa e ambiziosa, composta da sette esposizioni che includono le personali di Alberonero “Penso Pianura”, #LucaTrevisani “Notes for dried and living bodies” e #fabioroncato con una #mostra a cura di Gaspare Luigi Marcone, una nuova edizione del palinsesto espositivo dedicato a giovani emergenti in quattro episodi curati da Giulia Menegale, e tante nuove iniziative in cantiere, frutto di inedite collaborazioni attivate sul territorio.

Presieduta da Claudia Ferrari con la direzione artistica di Carlo Orsini, Platea ha preso ufficialmente casa lo scorso giugno 2021 presso uno spazio essenziale, con affaccio su strada, ricavato nei vani della portineria del secentesco #palazzogaleano, dopo un intervento di restauro e ridisegno funzionale volto a costruire una vetrina display a fruizione gratuita e continua: inaccessibile dall’esterno, ma sempre aperta e disponibile alla visione.

Da giugno a dicembre 2021, la vetrina ha accolto cinque esposizioni: dopo il debutto con il “padre elettivo” Marcello Maloberti che ha donato il nome “Platea” all’istituzione, si sono succeduti quattro artisti emergenti, autori di installazioni site-specific originali, coordinate da Francesca Grossi. Marcello Maloberti e poi Vittoria Viale, Giulio Locatelli, Silvia Berry e Vittoria Mazzonis hanno dato corpo a quello sperato “incidente di sguardo” grazie al quale Platea ha potuto espandersi.

Un format inedito, quello disegnato da Platea, un progetto espositivo in più episodi, autonomi ma coerenti. Una sequenza di mostre della durata di circa un mese che insieme compongono un percorso interconnesso grazie al rapporto dialogico tra un gruppo di giovani artisti e un artista affermato con la propensione alla trasmissione del proprio sapere riconosciuto come “maestro”, che affianca ciascuno di loro nella costruzione della propria proposta per gli spazi di Platea.

Il programma di incontri, dialoghi aperti al pubblico e presentazioni tenute nella piazza prospicente la vetrina ha permesso all’associazione di crescere come nuovo punto di riferimento per la cultura contemporanea in città e intessere relazioni importanti sul territorio locale e nazionale, proiettando Lodi nel sistema dell’arte contemporanea italiana.

Per il 2022, Platea ha saputo espandere la propria programmazione includendo due progetti espositivi in più, rispetto alla stagione inaugurale.
La #mostra di apertura
“Penso Pianura”, visibile al pubblico dal 16 gennaio al 26 marzo 2022, è affidata all’artista di origini lodigiane Alberonero.

La chiusura dell’anno vede invece come protagonista Fabio Roncato con un progetto curato da Gaspare Luigi Marcone, direttore artistico di The Open Box, Milano.
Nel mezzo, da aprile a dicembre 2022, il format del palinsesto espositivo.
L’artista “nume tutelare” di questa seconda edizione è
Luca Trevisani che presenta dal 7 aprile al 22 giugno 2022 un’installazione site-specific in collaborazione con Pinksummer Contemporary Art di Genova.

Maria Vittoria Cavazzana, #alessandromanfrin, #deborahmartino e Marco Sgarbossa, tutti ex studenti di #LucaTrevisani presso l’Università IUAV di Venezia, esporranno dopo di lui, ciascuno protagonista di un proprio momento espositivo costruito in dialogo costante con Trevisani e con il supporto curatoriale di Giulia Menegale.

La programmazione così concepita da Platea si fonda su alcune tematiche portanti che proseguono con coerenza la ricerca avviata con la prima stagione espositiva: l’attenzione alla dimensione naturale come luogo di riflessione identitaria ma anche come materia generatrice di segni, la filosofia, l’indagine sulle forme di coabitazione tra gli esseri viventi e i modi di vivere, le relazioni tra natura/cultura/artificio.

Platea non si limita alla presentazione di progetti espositivi, ma estende la propria attività attraverso il dialogo costante con diverse realtà attive sul territorio per la costruzione di appuntamenti per il pubblico che amplino la riflessione sul contemporaneo. Una rete di relazioni che sta andando consolidandosi e che ha già portato alla definizione di alcune iniziative che intrecciano i linguaggi artistici e danno corpo a nuove occasioni di incontro e confronto.

Grazie al lavoro congiunto di Platea, della libreria-caffè Mittel, di Spazio 21 – ex atelier dell’artista lodigiano Pier Paolo Curti che ospita le attività di Associazione 21 - e in collaborazione con la galleria Michela Rizzo di Venezia - mercoledì 22 dicembre il Cinema Fanfulla ospita la presentazione del libro e la proiezione del film di Andrea Mastrovito I’m Not Legend”, alla presenza dell’artista.

La collaborazione tra Mittel, Spazio 21 e Platea si sostanzia anche nel sostegno all’artista Andrea Bianconi nell’ambito del progetto “Sit Down & Have An Idea”: performance itinerante il cui percorso termina sulle rive dell’Adda, presso il sito dell’opera di ArteNatura attualmente in dismissione. L’obiettivo del progetto è quello di stimolare una riflessione sul ruolo dell’arte pubblica in relazione al paesaggio, lo spazio della città e la sua fruizione.

Nel mese di ottobre 2022, Platea avvia inoltre una nuova collaborazione con il Circuito Off del Festival della Fotografia Etica di Lodi.

Con il proseguo di questa avventura, Platea | #palazzogaleano si propone di dare impulso a un nuovo ecosistema relazionale in città, basato sulla condivisione di valori culturali ed estetici, invitando il pubblico e la cittadinanza alla partecipazione attraverso formule diverse di mecenatismo, al fine di rafforzare il senso di comunità e responsabilità civile.

Il progetto Platea | #palazzogaleano è realizzato anche grazie al supporto dei main partner Ferrari Giovanni Industria Casearia Spa e Consorzio Tutela Grana Padano e ai partner tecnici Solux Led Lighting Technology e Verspieren Broker di Assicurazione.

16 GENNAIO – 26 MARZO | ALBERONERO “PENSO PIANURA”

A inaugurare la programmazione espositiva 2022 è Alberonero, artista di origini lodigiane e curriculum internazionale, classe 1991. Dal 16 gennaio al 26 marzo 2022 Alberonero prende possesso degli spazi di Platea con un’installazione site-specific dal titolo “Penso Pianura”, che fonde elementi naturali a paesaggio immaginario artificiale.

Respiro e riposo in pianura. Sono nato, cresciuto, mi sono ammalato, ho imparato, ho amato e sono morto in pianura. Il mio corpo calpesta la pianura. La mia pianura è il mio corpo, nel mio sangue esiste pianura. Quando guardo l’orizzonte penso spesso alla pianura. Guardo una collina e sottraggo una pianura. Accolgo paesaggi ma torno alla pianura. La pianura è per me la più sintetica separazione tra terra e cielo. La linea è pianura. Il meno è pianura. Amo la pianura perché spoglia mi accoglie. Quando divento luogo mi sento pianura. La pianura è la mancanza delle cose e delle case. La pianura è la mia culla dove mi rigiro per sentirmi al mio posto. Non vedere l’orizzonte somiglia al ritrovarmi in pianura. Passeggio in pianura e sento la sua umidità nelle mie ossa. Desidero perdermi in pianura. Vorrei le ginocchia come sassi di pianura. La mia testa piatta come orizzonte di pianura. La mia schiena è orizzontale perché sono più pianura. I piedi che si espandono a essere pianura. La bocca è già pianura. Guardo con pupille piatte di pianura. La mia faccia è una linea che insegue la pianura. Corro sugli argini della mia pianura. Mi sposto ma dove vado incontro la pianura. La mia percezione è pianura. I miei pensieri sono pianura. Gli amori pianura. Quando esploro puzzo di pianura. La mia terra è pianura. Voglio stare nudo in pianura. La nebbia è la mia coperta quando in piedi guardo pianura. Sento sempre necessità di mangiare pianura. Sto pianura guardo pianura voglio pianura. Se pianura sono alla pianura tendo in pianura torno. Penso piano come la pianura” - Alberonero

L’opera di Alberonero per Platea si pone come la restituzione visiva di una riflessione più ampia sul luogo in cui ciascun essere umano vive e cresce, la percezione di un confine immaginato dove la pianura prende forma attraverso elementi specifici della campagna. L’orizzonte si traccia attraverso il colore – una fonte inesauribile di ricerca e sperimentazione per l’artista - che divide in due lo spazio facendosi paesaggio sempre in divenire. La linea è rappresentata dal tralcio di vite che idealmente include l’osservatore: le persone sono come i rami che si espandono oltre lo spazio espositivo.

Alberonero

Alberonero è designer, pittore, scultore e talvolta contadino. Nasce a Lodi (IT) nel 1991, a quindici anni scrive poesie e sperimenta la pittura in relazione allo spazio fisico attraverso i graffiti, giocando con lettere, forme e colori. Nel 2013 si laurea in Design di Interni al Politecnico di Milano dove fonde la teoria con l’esperienza e sviluppa un approccio trasversale alla creazione capace di connettere pensieri con discipline fra loro differenti. Dal 2012 studia la percezione del colore e ricerca un codice che possa ridurre al minimo il linguaggio visivo. Per sei anni, nello spazio pubblico, dipinge solo sequenze di cromie ordinate attraverso una griglia geometrica, strumento di indagine del rapporto tra matematica, poetica e sensazione. Dal 2017 l’interesse dell’artista muove verso la materia e la costruzione di dispositivi composti di materiali poveri legati al mondo dell’edilizia e dell’agricoltura come cemento, ferro, legno, reti agricole, ma anche tessuti, gesso e vetro, chiamati raccontare un mondo super-naturale. La pratica della costruzione trova forma nella natura, in installazioni nate dall’ascolto sensibile del sito di azione, dalla volontà di “essere luogo”, di annullare il confine tra il sé e il fuori e di partecipare allo spazio in senso poetico.

Alberonero ha realizzato progetti installativi, espositivi e workshop in Italia e in diversi Paesi del mondo tra cui, Francia, Ucraina, Spagna, Polonia, Germania, Indonesia, Stati Uniti e Arabia Saudita.

7 APRILE – 22 GIUGNO | #LucaTrevisani “NOTES FOR DRYING AND LIVING BODIES IN CORSO UMBERTO”. In collaborazione con Pinksummer Contemporary Art, Genova

“Non c’è niente di naturale nella natura. Quando la natura ti sembrerà naturale, tutto sarà finito. E comincerà qualcos’altro” - Chirone (dalla “Medea” di Pier Paolo Pasolini)

La seconda #mostra in programma presso Platea | #palazzogaleano dal 7 aprile al 22 giugno 2022 è “Notes for dried and living bodies in Corso Umberto”, personale dell’artista Luca Trevisani, chiamato a rivestire l’importante ruolo di mentore per la nuova edizione del palinsesto espositivo dedicato ad artisti emergenti. #LucaTrevisani, docente presso l’Università IUAV, Venezia e la Libera Università di Bolzano, lavora quotidianamente con le giovani leve creative e ha selezionato appositamente per Platea i prossimi quattro protagonisti di mostre personali che da giugno a dicembre 2022 animeranno la vetrina di Platea con il supporto curatoriale di Giulia Menegale.

“Notes for dried and living bodies in Corso Umberto” è un’installazione site-specific che occupa interamente la vetrina di Platea e si inserisce nella ricerca più recente di #LucaTrevisani, basata sul tentativo di ridiscutere la percezione comune della natura come realtà altra rispetto alla dimensione umana. L’opera costituisce una nuova edizione della omonima serie, inedita e speciale per le sue proporzioni e la tecnica esecutiva utilizzata, pensata ad hoc per inserirsi nel particolare contesto espositivo offerto da Platea | #palazzogaleano nel cuore di Lodi.

In “Notes For Dried And Living Bodies” l’artista recupera motivi floreali tratti dall’opera di altri autori, artisti e designer, componendo una texture nuova che riporta sulla superficie di una grande foglia essiccata, presentata come se si trattasse dello specimen di un museo di storia naturale. L’operazione di Trevisani riflette sulla labile linea esistente tra natura e artificio: creando un cortocircuito visivo l’artista proietta l’immaginario fitomorfo su di una vera pianta per dirci che, in fondo, siamo parte della natura che tentiamo di comprendere. “Notes for dried and living bodies” è un’indagine sugli immaginari e le costruzioni visive con cui l’uomo conferisce forma alla propria rappresentazione del mondo. Con queste sculture bidimensionali Trevisani sperimenta ambiti disciplinari ed epistemologici differenti, portando a una messa in discussione dei nostri modelli interpretativi convenzionali del mondo naturale.

Se la natura è sfuggente e fugace per definizione, ecco che l’uomo ha sempre pensato di poterla fermare e possedere sublimandola, facendone feticcio, immagine preziosa: la vetrina di Platea è il palcoscenico ideale dove affrontare, cavalcare e ridiscutere lo sguardo e l’ostensione che l’uomo fa del mondo.

Luca Trevisani

Luca Trevisani (Verona, 1979) è un artista la cui pratica multidisciplinare è stata esposta a livello internazionale in musei e istituzioni, come Biennale of Sydney, Manifesta 7, Biennale di Architettura di Venezia, Museum of Contemporary Art Tokyo, Kunsthalle Wien, Kunstverein Braunschweig, ZKM Karlsruhe, Magasin, Grenoble, MAXXI Roma. Trevisani ha vinto premi e riconoscimenti prestigiosi tra cui il Premio Furla per l’arte, il Premio New York, Italian Council e Cantica21. Trevisani ha pubblicato testi per riviste d’arte e quotidiani, nazionali e internazionali, e ha pubblicato diversi libri tra cui: The effort took ist tools (Argobooks 2008), #LucaTrevisani (Silvana Editoriale 2009), The art of Folding for young and old (Cura Books 2012), Water Ikebana (Humboldt Books, 2014), Grand Hotel et des Palmes (Nero, 2015), Via Roma 398. Palermo, (Humboldt Books, 2018). #LucaTrevisani è artista docente presso lo IUAV di Venezia, e la Libera Università di Bolzano. La ricerca di Trevisani spazia fra la scultura e il video, e attraversa discipline di confine come le arti performative e quelle grafiche, l’architettura e il design, il cinema di ricerca o l’architettura, in una perpetua condizione magnetica e mutante. Nelle sue opere le caratteristiche storiche della scultura sono interrogate se non addirittura sovvertite, in un’incessante indagine sulla materia e sulle narrazioni.

GIUGNO – NOVEMBRE 2022 | PALINSESTO EMERGENTI Artisti selezionati da Luca Trevisani
Mostre a cura di Giulia Menegale

Il format del palinsesto emergenti si fonda sulla presenza sottesa di un dialogo virtuoso tra i giovani artisti invitati, coordinati da una curatrice coetanea, e un artista di chiara fama ed esperienza con una spiccata propensione alla trasmissione del proprio sapere, riconosciuto dal gruppo come maestro.

Maria Vittoria Cavazzana

La ricerca di #mariavittoriacavazzana si muove tra disegno, scultura, fotografia e installazione, esplora tematiche legate alla ricerca identitaria dell’individuo e della collettività attraverso visioni, traumi e memorie personali e condivise. Il lavoro dell’artista presenta richiami formali e teorici all’occultismo, la ritualità pagana e religiosa e l’universo fantascientifico, esplorando lo zona grigia esistente tra realtà e immaginazione.

Maria Vittoria Cavazzana vive e lavora tra Verona e Venezia, nel 2017 ha maturato la laurea triennale in arti multimediali presso l’Università IUAV a Venezia e approfondito i suoi studi con la magistrale in Fine Arts presso il Chelsea College of Arts, a Londra, nel 2021. #mariavittoriacavazzana ha preso parte a diverse mostre personali e collettive: “Collettiva Giovani Artisti”, Fondazione Bevilacqua La Masa, Venezia (IT) ; “London Grads Now”, Saatchi Gallery, Londra (UK); 24/7, The Shop Front gallery, Londra (UK); “Futuro Arcaico Festival”, Museo Nuova Era, Bari (IT); “The Only way out is through”, Spazio Aarduork, Venezia (IT); “Rally”, collettiva, Chelsea College of Arts, Londra (UK); “Revenge of The real”, Rupture Xibit Gallery, Londra (UK); 2See you on a dark night”, Plataforma2, Barcellona (UK).

Alessandro Manfrin

Il lavoro di #alessandromanfrin nasce da una riflessione sul contesto urbano, con particolare attenzione al rapporto natura-architettura. L’intento della sua ricerca è quello di produrre delle immagini che giochino con il paesaggio cittadino inserendosi nel confine tra selvaggio e addomesticato, tra naturale e artificiale. Evadendo i limiti di ciascun medium, il processo di realizzazione dei suoi lavori include la stampa, il suono, la scultura e il video.

Alessandro Manfrin vive e lavora a Milano, nel 2021 conclude il percorso di studi in arti visive presso l’Università Iuav di Venezia, il suo lavoro è stato esposto presso Gian Marco Casini Gallery, Livorno (IT); “DEGREE SHOW II”, Palazzo Monti, Brescia (IT); JaguArt x Artissima, Venezia (IT); “Aqua”, a cura di Eva Comuzzi, Lignano Sabbiadoro (IT).

Deborah Martino

La ricerca di #deborahmartino si focalizza principalmente sui corpi, organici e non, analizzandoli attraverso processi sperimentali e di metamorfosi. Incrociando vari media, dal disegno alla scultura fino alla scrittura di diari, la sua pratica ha come obiettivo la decostruzione del corpo fisico per ricercare nuove forme e identità in esso contenute, affini al concetto di corpo cosmologico. A partire dall’analisi delle relazioni e fusioni che avvengono fra corpi, Martino suggerisce quindi una nuova idea di famiglia collettiva, identificandola in un corpo unito che si muove insieme a tutta l’energia del Cosmo.

Deborah Martino vive e lavora a Torino, dal 2020 lavora come assistente dell’artista Paolo Cirio, nel 2021 si è laureata nel triennio di Arti multimediali presso l’Università Iuav di Venezia. Il suo lavoro è stato incluso nelle mostre: “UNCOATED- CONTENT”, Mucho-Mas! Artist run space, Torino (IT); “LAB1” ArtVerona, Verona (IT); “Esterno Notte”, CAMERA - centro italiano per la fotografia, Torino (IT); “DISFA”, LINK, Bologna (IT).

Marco Sgarbossa

La sua ricerca si muove principalmente tra installazione, scultura e disegno. Nel suo lavoro impiega materiali talvolta non immediatamente percepibili agli occhi, o che hanno subito processi di alterazione e trasformazione prima di raggiungere il momento dell’esposizione. La dimensione che Sgarbossa è interessato a investigare corrisponde a una realtà complessa, che include fraintendimenti e malintesi. Essa è colma di punti di svolta inaspettati che interrompono e invertono clamorosamente il senso di una narrazione ideale, lineare e condivisa.

Marco Sgarbossa vive e lavora tra Venezia e Torino, laureato in Arti Visive presso l’Università IUAV di Venezia, ha esposto in mostre personali e collettive presso istituzioni private e gallerie, tra cui: Osservatorio Futura, Torino (IT); Premio Fondazione Francesco Fabbri, Pieve di Soligo (IT); Premio Combat, Livorno (IT); Spazio Punch, Venezia (IT); Double Room Gallery, Trieste (IT); TBC Organization, Los Angeles (US); Exact Science Gallery, Los Angeles (US).

La curatrice Giulia Menegale

Avvalendosi di una prospettiva intersezionale ed elaborando un’analisi della realtà attraverso la teoria degli affetti e l’analisi istituzionale, la ricerca di #giuliamenegale si focalizza sul valore epistemologico delle emozioni negative e il loro ruolo potenziale nei processi di formazione del soggetto, al di là di paradigmi sociali portanti, interiorizzati dal singolo. Giulia Menegale è curatrice indipendente e ricercatrice, ha completato la magistrale in Contemporary Art Theory presso Goldsmiths, University of London nel 2020 e una triennale in Arti Multimediali presso Iuav (Università di Architettura di Venezia) nel 2018. #giuliamenegale ha collaborato presso diverse istituzioni nazionali e internazionali come assistente curatoriale, editoriale e ricercatrice: Looking Forward C.I.C. (Londra, UK), Castello di Rivoli - Museum of Contemporary Arts (Torino, IT), Island gallery (Bruxelles, BE) e Taryn Simon Projects (New York, US); suoi articoli sono stati pubblicati da: WCS/CD (Belgrado, RB), Subbcultcha (Amsterdam, NL), Artillery Mag (L.A., US) e altre riviste accademiche. Giulia Menegale ha preso parte a diverse residenze e perfezionato i propri studi nell’ambito di corsi specializzati in curatela: Bagni d’Aria (Torino, IT), Salzburg Summer Academy (Salisburgo, AU), IMMA- Art and Politics Summer School (Dublino, IR), Unidee, Fondazione Pistoletto (Biella, IT) e Ramdom (Lecce, IT).

DICEMBRE 2022 – FEBBRAIO 2023 | #fabioroncato A cura di Gaspare Luigi Marcone

Conclude la programmazione espositiva 2022 la personale dell’artista Fabio Roncato, curata da Gaspare Luigi Marcone, direttore artistico di The Open Box, Milano.

Scultore, grande sperimentatore di materiali e tecniche differenti, Roncato porta in scena un’installazione che prende le mosse dallo studio e dall’osservazione del contesto locale.

Il lavoro di #fabioroncato nasce da una profonda fascinazione per le forze energetiche della natura – l’acqua dei fiumi e dei mari, i movimenti astronomici, il dinamismo della Terra – trasfigurate con materiali, metodi e processi eterogenei in nuovi paesaggi o frammenti di visioni naturali.

Fabio Roncato

Fabio Roncato (Rimini, 1982) vive e lavora a Milano.
Dopo aver conseguito il diploma in pittura presso l’Accademia di Belle Arti di Brera a Milano ha perfezionato il suo percorso di formazione frequentando diverse residenze in Italia e all’estero tra cui: l’Atelier Bevilacqua La Masa (Venezia), VIR-Via Farini in Residence (Milano), Fondazione Spinola Banna per l’Arte (Banna, Torino), Jan van Eyck Academie (Maastricht) e Premio Shangai alla East China Normal University (Shanghai).
Nelle opere che fanno parte della sua recente ricerca Roncato sviluppa una riflessione relativa ai confini della rappresentazione visiva indagando forme, elementi, energie della natura e della contemporaneità; l’idea è quella di condurre la pratica artistica all’interno delle criticità legate al rapporto fra comprensione della realtà e limiti imposti dalla percezione dei sensi. L’opera si modella spontaneamente in maniera ogni volta imprevedibile. L’immaginazione ha un ruolo determinante in questa prassi e in questi metodi di scoperta.
Le sue opere sono state esposte in mostre personali e collettive presso gallerie private, spazi indipendenti e istituzioni museali in Italia e all’estero fra cui si ricordano: “Italian Twist”, a cura di Elisa Carollo e Mattia Solari, Fondazione Imago Mundi, Gallerie delle Prigioni, Treviso (2021), “Come pesci nell’acqua”, a cura di Giorgio Verzotti, Villa Nigra, Miasino (2021), “Come trattenere l’energia che ci attraversa. Paesaggi”, a cura di Stefano Coletto, Fondazione Bevilacqua La Masa, Palazzetto Tito, Venezia (2021), “The Field of Unknown” (mostra bipersonale con Julie van der Vaart), Ingrid Deuss Gallery, Anversa (2020), “Ti Bergamo”, a cura di Lorenzo Giusti e Valentina Gervasoni, GAMeC – Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di Bergamo, Bergamo (2020), “A Collection for Beyond the Plastic”, a cura di Chiara Casarin e Giovanni Bonotto, MUSE – Museo delle Scienze di Trento, Palazzo delle Albere, Trento (2020), “Il motore delle stelle”, #mostra personale a cura di Giorgio Verzotti, The Open Box, Milano (2019), “Ultramar”, #mostra personale a cura di Davide Dal Sasso, MARS – Milan Artist Run Space, Milano (2019), “Il pianeta dove evaporano le rocce”, #mostra personale a cura di Chiara Casarin ed Eleonora Castagna, Torre delle Grazie, Musei Civici di Bassano del Grappa, Bassano del Grappa (2018).

Associazione Platea | Palazzo Galeano

Platea | #palazzogaleano è un’associazione culturale nata a Lodi nel 2020 con lo scopo di promuovere l’arte in tutte le sue forme sul territorio locale con una prospettiva internazionale, sviluppando forme inedite di mecenatismo rivolte ai giovani talenti creativi che prevedono il coinvolgimento di artisti affermati e gallerie d’arte di primaria importanza.

I soci fondatori sono un gruppo di amici appassionati di #arte contemporanea e architettura e amanti della propria città: Claudia Ferrari, Laura Ferrari, Carlo Orsini, Luca Bucci, Lorenzo Bucci, Gianluigi Corsi.
L’attività dell’associazione prevede la presentazione di progetti d’arte e cultura contemporanea presso lo spazio espositivo ricavato nella facciata di #palazzogaleano, nel centro storico di Lodi: Platea. Una vetrina sempre illuminata, visibile di giorno come di notte, inaccessibile dall’esterno.

Platea deve il suo nome - che contiene un preciso intento programmatico - a una generosa concessione dell’artista Marcello Maloberti, lodigiano di nascita, che, nel fare dono all’Associazione di quello che avrebbe dovuto essere il titolo di una sua nuova performance, ha detto: “Platea è l’omaggio alla città. Il nome dello spazio sottolinea l’importanza del pubblico, disposto in una grande ‘platea’, che poi è la città di Lodi, ma anche, citando Harald Szeemann, la ‘platea’ dell’umanità. E per me, il pubblico è il mio corpo.”

Da questo gesto si è sviluppato il progetto culturale votato al sostegno delle più giovani generazioni creative, attraverso la costruzione di collaborazioni con artisti affermati, chiamati in veste di “numi tutelari”, e con il coinvolgimento di gallerie d’arte contemporanea d’eccellenza.

Il progetto si basa sul concetto di “platea”, intesa anche come modalità molto attuale di esporre, di organizzare il display, in cui l’opera si offre allo sguardo del passante che inconsapevolmente la incrocia sul suo cammino. Per questo motivo, le opere che comporranno i cicli espositivi protagonisti di Platea saranno selezionate per la loro capacità di suscitare “un incidente di sguardo”, come annunciato nel Manifesto composto dall’associazione.

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