Cookie Consent by Free Privacy Policy website Presentazione del restauro del santuario di San Bartolomeo a Magno
dicembre 20, 2021 - Comunità Montana Di Valle Trompia

Presentazione del restauro del santuario di San Bartolomeo a Magno

In occasione del progetto “Geometrie di Valle” promosso dalla Comunità Montana di Valle Trompia, che ha meritato il contributo di Regione Lombardia nell’ambito dei “Piani Integrati della Cultura” sono stati completati i lavori di #restauro del Santuario di San Bartolomeo a Magno.

Il progetto di #restauro nasce da un’idea del professore Carlo Sabatti, scomparso pochi giorni fa, condivisa dall’ingegnere Sandro Guerrini nell’anno 2019 i quali, successivamente, hanno coinvolto l’Associazione Storico Culturale “Valtrompia Storica”, presieduta da Armando Signorini.

«La finalità dell’intervento è stato quello di garantire la conservazione di questa importante testimonianza artistica che documenta la sensibilità e la cultura delle popolazioni della montagna e che appartiene a tutto il patrimonio della Lombardia e di accrescere la diffusione della cultura artistica tra le giovani generazioni.» afferma Armando Signorini presidente dell’Associazione Storico Culturale “Valtrompia Storica.

«Il Santuario di San Bartolomeo di Magno - sottolinea Ivonne Valcamonico, Assessora alla Cultura della Comunità Montana di Valle Trompia rappresenta un importante tassello della storia valtrumplina e il progetto PIC “Geometrie di Valle”, di cui l’ente comunitario è capofila, ha permesso di restituire degli interessanti dipinti murali alla comunità. La Comunità Montana di Valle Trompia ha sempre cercato di promuovere e cogliere occasioni per la crescita culturale della comunittriumplina, la conservazione e trasmissione di saperi e tradizioni quali parte di uno scenario fatto di segni, impronte e interventi ereditati dal passato e oggi tasselli di un mosaico in divenire, come dimostra la costituzione nel 2009 dell’Ecomuseo di Valle Trompia. La Montagna e l’Industria, quale Istituto partecipato della Cultura.»

«Per preservare le tracce legate al rapporto creato nei secoli tra le comunità e il loro “Cielo”, ha dato vita all’itinerario della “Via del Sacro e dell’Arte”: un’ideale percorso conoscitivo composto da un intreccio di segni materiali e immateriali riguardanti luoghi e vicende della storia religiosa, interpretate nelle realtà civiche locale.

Edifici, percorsi liturgici, documenti d'archivio, testimonianze orali, fotografie storiche, produzioni artistiche, pubblicazioni e nuove ricerche, divengono in questa “Via” importanti testimonianze di carattere antropologico, storico-artistico e comunitario come il Santuario di San Bartolomeo.» dichiara Francesca Lucchini Coordinatrice Sistema Museale ed Ecomuseo di Valle Trompia.

Il 17 aprile 2019, la Soprintendenza per i Beni Architettonici, Ambientali e del Paesaggio per le province di Bergamo e #Brescia approva le opere di #restauro delle pareti interne ed esterne e dei portali in pietra del Santuario civico di San Bartolomeo di Magno di Gardone V. T., secondo le modalità proposte dal Maestro Romeo Seccamani, notissimo restauratore Bresciano, con la collaborazione dell’Ingegnere Sandro Guerrini, che ha al suo attivo importanti interventi di salvaguardia di edifici sacri e palazzi antichi di #Brescia e provincia.

Importante è stata la collaborazione con l’Amministrazione comunale di Gardone V.T., che in quanto proprietario del Santuario, con delibera 175/2019 ha condiviso il progetto, mentre la Convenzione, indispensabile per il proseguo dell’intervento, è stata stipulata il 10 ottobre 2019 tra il Comune di Gardone V.T e l’Associazione Storico Culturale Valtrompia Storica e l’Associazione Nazionale Alpini Gruppo di Gardone V.T., custode del Santuario. L’accordo ha affidato all’Associazione Valtrompia Storica le opere di #restauro dei dipinti murali, del santuario di San Bartolomeo di Magno.

L’importo complessivo del progetto iniziale ammontava a 191.143,70 euro e i lavori erano suddivisi in 5 lotti, comprendenti gli affreschi della cupola, del presbiterio, della navata, gli intonaci esterni, la facciata e i portali in pietra, poi ridotti a due lotti.

Il primo giugno del 2020 è stato aperto il cantiere.
U
n’approfondita indagine sugli affreschi ha riscontrato che la superficie dipinta non presentava fortunatamente gravi lacune nella materia pittorica, poiché queste erano dovute per lo più a vecchie e deboli infiltrazioni di acqua piovana nelle zone dove la parete di fondo del presbiterio si appoggia al tetto della retrostante sacrestia. Inoltre la superficie dipinta evidenziava una tecnica esecutiva di altissima qualità e per lo più ancora completamente originale, senza accumuli consistenti di sporco o polvere, senza ridipinture, con delicatissime e fragili finiture a secco ancora integre.

Questo ha permesso una forte riduzione del costo stimato.

I lavori sono stati seguiti dalla ditta Panizza 1914 e il Maestro Romeo Seccamani con la sua equipe e a settembre 2021 il #restauro dei dipinti interni delle pareti del presbiterio e della navata e degli intonaci della parete esterna a nord del Santuario di S. Bartolomeo è terminato.

L’intervento complessivo è costato 62.110,00 euro e le risorse messe in campo derivano dalle gentili donazioni di privati e da contributi degli Enti pubblici:

- 10.000,00 euro dalla Regione Lombardia tramite il progetto “Geometrie di Valle: per un piano integrato della cultura in Valle Trompia”;
- 10.000,00 euro dalla
Comunità Montana di Valle Trompia;
- 25.000,00 euro donati da Eleonora (Noretta) Miselli, vedova dell’industriale Edoardo Racheli di Gardone V. T.;

- 11.000,00 euro da parte del Comitato “Restauri di S. Bartolomeo di Magno”, presieduto da Carlo Sabatti; la somma è stata ricavata dalle vendite delle due edizioni del volume del santuario del 1996 e 1992, generosamente sponsorizzate;
- 2.500,00 euro donazione Art Bonus della ditta
Tavana s.r.l.

Sono stati elargiti contributi anche dal Comune di Bovegno, dalla Cassa Padana, dalla ditta Fly Global Service nonché l’intervento è stato sostenuto dall’Associazione Valtrompia Storica.

Il #restauro del Santuario San Bartolomeo di Magno

Il Maestro restauratore Romeo Seccamani sul #restauro degli affreschi dell’artista Scalvini del Santuario di San Bartolomeo così si esprime:
Gli affreschi dello Scalvini, firmati e datati, presentavano tutto sommato, nel loro complesso, uno stato di conservazione quasi discreto. Erano in generale leggermente offuscati dall'inevitabile pulviscolo del tempo; però, sui lati della parete di fondo del presbiterio, all’altezza del cornicione e in corrispondenza all’esterno con la conversa del tetto della sacrestia, erano presenti forti abrasioni e perdite di colore dovute a infiltrazioni insistenti di acqua; mentre nelle parti sopra le porte che conducono nella sacrestia erano presenti sommari rifacimenti, come pure lungo i cornicioni del presbiterio. Più seri danni, causati dall'incuria, ma soprattutto dall’umidità di risalita, erano presenti nella parte inferiore dei due grandi affreschi delle pareti laterali nel presbiterio raffiguranti la storia della beata Panacea e di Sant’Isidoro, e di quello dell'Immacolata, sulla parete della navata.

Dopo aver esaminato attentamente la tenuta dei colori, le due restauratrici del Laboratorio di ricerca d’arte Romeo Seccamani, Eleonora Bertolazzi e Angela Binetti, hanno affrontato la rimozione accurata del sedimentato pulviscolo depositatosi nei secoli sui dipinti che ne annebbiava la peculiare freschezza, oltre a risultare per essi sostanza nociva. Contemporaneamente hanno controllato la stabilità dell’intonaco di supporto, non riscontrando parti in tal senso problematiche, salvo nelle zone sopra descritte, dello stato di conservazione; proseguendo poi a rimuovere, in queste zone, i sommari rappezzi di vecchie e avulse integrazioni. Hanno quindi affrontato l’operazione d’integrazione dell’intonaco di supporto, chiudendo tutte le lacune e le più invasive fessure, con appropriato impasto di sabbia di fiume, carbonato di calcio e calce spenta. Quindi degli affreschi dello Scalvini hanno consolidato alcune parti dei colori scuri, che risultavano piuttosto deboli, con acqua di calce, così pure, mediante prolungate imbibizioni con acqua di calce, le vaste zone delle cromie indebolite e abrase dall’umidità e dall’incuria.

Al fine di ridare alle significative pitture murali del maggiore affreschista del Settecento Bresciano il dovuto loro peculiare vigore, la loro completezza narrativa, escludendo ogni intenzione interpretativa delle forme, è stata compiuta la delicata, riguardosa opera di ritocco consistente nella ricostruzione delle parti mancanti degli ornamenti modulari, per mezzo di velature di latte di calce e terre colorate, mentre per quanto riguarda le parti figurative sono state integrate, nelle piccole e medie lacune e nelle fitte frantumazioni esistenti nelle parti basse, con colori ad acquerello.

A completamento del #restauro degli affreschi pregiati, per conferire loro una degna ambientazione, si è provveduto al #restauro anche delle superfici cromatiche e ornamentali della navata che erano imbrattate e lesionate. Sono stati rimossi i vari sommari rappezzi in malte cementizie e sono state integrate accuratamente le lacune di cornicione, cornici e capitelli delle paraste e le lesioni di tutte le superfici mediante stucco composto di sabbia, carbonato di calcio e calce spenta. Identificate poi, tramite sondaggi stratigrafici, le cromie settecentesche, si è provveduto a ripristinarle mediante sovrapposte velature di tinte a base di latte di calce, ben scelte e calcolate, nell’armonica scansione tonale.