Cookie Consent by Free Privacy Policy website Gli Oscar dell’arte. Il meglio del 2021 secondo la redazione di ArtsLife
dicembre 22, 2021 - Acp Inc.

Gli Oscar dell’arte. Il meglio del 2021 secondo la redazione di ArtsLife

Artisti, musei, gallerie, fiere, case d'asta, critici, giornalisti. E molto altro: ecco a chi vanno gli Oscar dell'Arte assegnati per il 2021 dalla redazione di #arts.life:

Casa d’aste

I 7,3 miliardi di dollari di vendite sono una cifra (incredibile) che non basta a raccontare l’anno (pazzesco) di Sotheby’s. A comporre il fatturato tanti grandi record e prime volte storiche. Come il successo di Botticelli (Old Master più caro della storia di Sotheby’s con $92.2 milioni) o quello di Frida Kalho (Diego y yo, $34.9 milioni, è l’opera d’arte latinoamericana più preziosa di sempre). Per non parlare di Banksy, che tre anni dopo il passaggio nel trita carte vede Love is in the bin far segnare il suo nuovo record. E ancora il tutto venduto per Christo and Jeanne-Claude a Parigi e per la Karl Lagerfeld Collection a Monaco. Per non parlare dell’Afrodite Hamilton, il marmo antico più caro di sempre ($24.6 milioni). Fino alla vendita record della Macklowe collection, la più ricca della storia ($676 milioni) dedicata a un singolo collezionista. Sotheby’s sembra non sbagliare un colpo, anche quando esce dalla comfort zone. A ottobre ha organizzato la sua prima importante asta nordamericana lontano da #newyork: Picasso: Masterworks from the MGM Resorts Fine Art Collection. 11 capolavori di Pablo Picasso venduti per $109 milioni in un grande show a Las Vegas. Ma anche in Italia Sotheby’s è riuscita a stupire: 683 lotti venduti -divisi tra le aste di #arte Contemporanea, Design e Gioielli- per un totale di 29 milioni di euro, in aumento del 26,5% rispetto al 2020. E non dimentichiamo la sede italiana presieduta da Claudia Dwek e Filippo Lotti, che anche quest’anno ha messo a segno una serie di aste (per ora ancora solo online only) -coordinate da Raphaelle Blanga, Marta Giani e Roberta Dell’Acqua- di assoluto livello. Menzione dovuta anche per Dorotheum. Il 2021 per la casa d’aste viennese è stato l’anno migliore di sempre. Prezzi record mondiali in tutti i settori della pittura e il miglior anno per l’arte moderna.

Fiera d’arte 

Niente sorprese. La regina delle fiere Art Basel si conferma al top mondiale. Su tutto, e tutti. Due edizioni in tre mesi -Basilea a settembre, Miami Beach a cavallo tra novembre e dicembre- con relativo successo di critica, pubblico e soprattutto vendite. A Miami, come abbiamo constatato in questo servizio, sembrava essere tornati ai fasti pre-pandemia. L’edizione madre, Basilea, bella ma sottotono e ancora qualche timore sia come proposte che come corollario collaterale. Secondo gradino del podio per la sempre magnifica Frieze Masters, sorella “antica” della classica Frieze London, durante una piacevole Art Week londinese caratterizzata da aste significative (vedi il record di Banksy da Sotheby’s, la battuta dello Gnoli da Christie’s, Phillips e Bonhams). Medaglia di bronzo per Art Cologne, sempre impeccabile, qui il nostro report da Colonia.

Galleria internazionale

Matthew Marks. La storica galleria di Chelsea (NY) non sbaglia un colpo: mostre (tra NY e l’altra sede a West Hollywood, LA, vediThe Undoing di Wade Guyton o Stanley Whitney: How Black is That Blue); progetti (la prima esposizione di Thomas Demand in Russia, a Mosca, al The Garage); fiere (ultima la partecipazione a Basel Miami con uno dei migliori stand di tutta la rassegna). Impossibile poi non citare Hauser & Wirth. Doppia nuova apertura a Monte Carlo e Minorca (splendido il centro d’arte realizzato sull’isola di fronte al porto di Mahon) e livello sempre altissimo tra fiere e mostre, l’ultima con la combo Cindy Sherman e Maria Lassnig appena inaugurata a Sankt Moritz.

Galleria nazionale

Tutto ha inizio nel 1990 a San Gimignano, borgo medievale della Toscana. Poi sono venute Pechino, Le Moulins (nella campagna parigina), L’Avana, Roma, San Paolo e dal 2021 anche Parigi. Galleria Continua sembra non avere confini e finalmente porta la sua #arte di prima fascia nel Marais della Ville Lumière. Cinque vetrine che sono già iconiche (ogni insegna, per esempio, ha un font diverso) e tre collettive di prima qualità. Da Truc à faire, curata da JR, alla collaborazione con la Cittadellarte – Fondazione Pistoletto.

Approda a Parigi anche MASSIMODECARLO, un’altra delle top galleries italiane. É il sesto spazio per la galleria (due a Milano, uno a Londra, uno a Hong Kong e uno virtuale), ma il primo a presentare una sola opera alla volta. PièceUnique è un esperimento nuovo che deriva da una storica intuizione. Quella di Lucio Amelio, che proprio a Parigi nel 1989 propose una mostra composta da un solo pezzo esposto. Una mossa fuori dagli schemi, non l’unica di questo 2021. MASSIMODECARLO ha infatti disertato Artissima per esporre le proprie opere, in contemporanea alla fiera torinese, negli spazi liberty di Villa Chiuminatto. Ma ha anche presentato ad Art Basel -a Basilea prima e a Miami poi- una speciale esposizione dedicata a Maurizio Cattelan. Insieme alle altre due gallerie che collaborano con l’artista -Marian Goodman Gallery e Perrotin- ha disperso gli ormai celebri piccioni tassidermizzati per i tre stand delle gallerie. Un’opera che si è unita alle altre opere esposte in un dialogo estetico e contenutistico.

Mostra italiana

Il destino non poteva architettare miglior omaggio al compianto Germano Celant se non la realizzazione del suo ultimo -ahinoi- progetto espositivo. La più ampia e importante mostra mai fatta al mondo su Domenico Gnoli, ancora visitabile alla Fondazione Prada di Milano. Una rivalutazione di un grandissimo e difficilmente inquadrabile artista che si attendeva ormai da troppo tempo: e che è bello che parta come gesto di commiato di uno dei maggiori critici d’arte italiani. E lo stile Celant c’è tutto nella mostra: dalla completezza in ogni sezione e periodo della biografia di Gnoli, agli accuratissimi apparati documentari, fino al portentoso catalogo, destinato a diventare un riferimento per studiosi e storici.

Artista storico

Lei, ricalcando per certi versi nella pittura la parabola percorsa da Vivian Maier nella fotografia, ha operato nel pieno del ‘900, ma ha dovuto attendere la fine del secolo scorso per veder riconosciuto il suo indiscusso talento. Noi oggi possiamo conoscere la forza e la profondità dell’opera di Alice Neel grazie alla grande mostra che le tributa il Guggenheim di Bilbao. Ma l’anno che si va a chiudere si permette il lusso di farci rivalutare nientemeno che un gigante come Sandro Botticelli: grazie alla grande mostra allestita a Parigi al Musée Jacquemart André, e al record con la seconda opera old master più cara venduta in asta dopo il Leonardo da 450 milioni: “Young Man Holding a Roundel”, battuto a 92.184.000 dollari da Sotheby’s a #newyork.

Artista giovane

La prima obbiezione che respingiamo: a 41 anni in Italia si è considerati ancora “giovani”, e non l’abbiamo scelto noi. Seconda obbiezione, parimenti respinta: il cumulo di incarichi (Biennale, Quadriennale, Hangar Bicocca)? Non può certo essere addebitato, qualora se ne senta la necessità, a lui. Quel che è certo che se c’è un giovane artista italiano che resterà agli annali nel 2021 quello è Gian Maria Tosatti. Sul piano internazionale, gli tocca vedersela con un certo BEEPLE, al secolo Mike Winkelmann, che di anni ne ha uno in meno, 40. E che con la vendita del suo “Everydays – The First 5000 Days” per 69 milioni di dollari ha scoperchiato il vaso di Pandora degli NFT! Chiudiamo i top di quest’anno citando due enfant prodige della scena mondiale, freschi di super record in asta appena un mese fa: Amoako Boafo e Avery Singer.

Critico d’arte

Laurence des Cars. Per la prima volta in 228 anni il Louvre sarà guidato da una donna. Basterebbe questo a restituire la portata della nomina di #laurencedescars, dall’1 settembre direttrice di uno dei musei più importanti del mondo. Classe 1966 e specializzata nell’arte del XIX e dell’inizio del XX secolo, è stata curatrice al Musée d’Orsay dal 1994 al 2007, direttrice scientifica di Agence France- Muséums (l’operatore francese incaricato dello sviluppo del Louvre Abu Dhabi dal 2007 al 2014) e direttrice del Musée de l’Orangerie dal 2014 al 2017. Ambiziosa e importante la mostra del 2019 “Black Models: From Géricault to Matisse”, sviluppata con la Wallach Art Gallery di #newyork. Ora l’obiettivo è portare avanti Louvre 2030, progetto che si propone di avvicinare i giovani al #museo attraverso aperture serali quotidiane e collaborazioni culturali con artisti contemporanei, scrittori, musicisti, ballerini, registi e designer. Sullo stesso gradino del podio anche Christine Messineo, nominata lo scorso mese direttrice dei suoi due eventi annuali di Frieze negli Stati Uniti: Frieze Los Angeles e Frieze #newyork. La Messineo, prima direttrice della Hannah Hoffman Gallery di LA e direttrice esecutiva di Plan Your Vote, prende il posto di Rebecca Ann Siegel.

Giornalista d’arte

A livello internazionale, si contendono lo scettro le sempiterne Sarah Cascone, senior writer di Artnet dal 2014, e Angelica Villa di ArtNews, di base a #newyork. A casa nostra, quest’anno lo scettro va a Laura Larcan, firma delle colonne del Messaggero e da sempre attenta osservatrice e narratrice della vita culturale del nostro Paese a 360 gradi: teatro, cinema, critica d’arte e soprattutto storia e archeologia. Menzione d’obbligo anche per Erica Roccella di Exibart. Responsabile della sezione di Mercato dell’arte da luglio 2020, attraverso articoli quotidiani precisi e puntuali ha dato una chiara identità alla sezione “economica” della rivista. Chapeau.

Museo

Museo Munch. Non c’è artista in Norvegia che sia più grande di Edward Munch. E dal 2021 non c’è neppure nessun #museo che sia bello e importante come quello dedicato al celebre pittore. Dopo anni e anni di preparazione e ritardi, ha aperto la nuova casa dell’artista che più di tutti rappresenta la Norvegia nel mondo. Costruito nel cuore di Oslo e affacciato sul fiordo, il #museo, eloquentemente nominato MUNCH, va a sostituire il precedente #museo eretto nel 1963. I 13 piani dell’edificio e gli 86258,4 metri quadrati lo collocano tra i più grandi musei dedicati a singoli artisti del mondo.

Dopo diversi slittamenti causati dalla pandemia, il 22 maggio ha finalmente aperto la Bourse de Commerce-Collection François Pinault. Progettato da Tadao Ando, è il terzo spazio espositivo del magnate francese (dopo Palazzo Grassi e Punta della Dogana). La mostra d’inaugurazione è stata Ouverture, sinfonia introduttiva che ha raccolto circa trenta artisti: da Urs Fischer a Maurizio Cattelan, da Martial Raysse a Cindy Sherman passando per Bertrand Lavier, Philippe Parreno e Ryan Gander. Ora che il dado è stato finalmente tratto, il nuovo #museo ha tutte le carte in regola per diventare un punto di riferimento per il sistema artistico parigino e non solo.

Centro d’arte 

Vedere belle mostre proprio lì, all’ombra del Ponte dell’Accademia a Venezia, non è che sia una gran novità. Ma quest’anno Palazzo Franchetti si guadagna la corona fra i centri espositivi nazionali, grazie a due mostre che potrebbero lottare entrambe per la palma d’oro nazionale. La prima, inaugurata in era Biennale Architettura, è “Campigli e gli Etruschi: Una pagana felicità”. La seconda, ancora visibile fino a marzo 2022, è “Power and prestige – Simboli del comando in Oceania”.

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