La Galleria d’Arte Moderna di Milano presenta in apertura dell’Art Week milanese, da martedì 29 marzo a domenica 3 luglio 2022, la mostra As Above, So Below, personale di nuove opere dell’artista Elisa Sighicelli.
A cura di Paola Zatti, conservatrice responsabile della Galleria d’Arte Moderna di Milano, la #mostra porta in scena un racconto inedito e sorprendente dedicato ai depositi del museo milanese, che si sviluppa attraverso un allestimento speciale, concepito dall’artista stessa lungo le cinque sale della Villa Reale dedicate alle esposizioni temporanee.
Il percorso espositivo riunisce un corpus di circa 25 immagini tra stampe fotografiche su carta, una stampa su gesso e due sculture provenienti dal deposito sculture della GAM di Milano.
I depositi sono luoghi di grande fascino, normalmente non visitabili, perché deputati alla conservazione e allo studio delle opere per necessità scientifiche. Alla vigilia del riallestimento dei depositi, la Galleria d’Arte Moderna di Milano affida a #elisasighicelli il compito di raccontare un mondo nascosto prossimo alla scomparsa, abitato da circa 800 oggetti scultorei: una popolazione di gessi, bronzi, marmi, cere, corpi mutilati, languide figure femminili, epigrafi, condottieri e cimeli funerari che, a insaputa del visitatore del museo, abitano i sotterranei in attesa di ritrovare una più funzionale collocazione ai piani superiori.
Da questo binomio nasce il titolo della #mostra: As Above, So Below che riflette il concetto di rispecchiamento tra il comportamento umano e quello suggerito dalle sculture, ma anche il riconoscimento della corrispondenza tra un ordine superiore e una diversa dimensione sotterranea.
Alla base di questo lavoro il rapporto tra #fotografia e oggetto, tra immagine e reale, tra #scultura e umanità. L’artista sceglie infatti di misurarsi con il deposito indagando le potenzialità espressive di opere singole o in gruppo, rivelando in accostamenti casuali interessanti relazioni formali e dialoghi silenziosi.
Elementi come la polvere, i cartellini per l’inventariazione, il pluriball a protezione dei corpi, le mutilazioni e la decontestualizzazione dei gruppi scultorei, diventano nodi cruciali di una sceneggiatura spontanea attivata dallo sguardo dell’artista sulle sculture. Una statua che sussurra all’orecchio di un’altra, uno sguardo di sbieco che pare incrociare gli occhi di un compagno, un contatto ravvicinato che suggerisce un incontro amoroso, ma forse anche altro.
La #mostra è accompagnata da una prestigiosa pubblicazione a cura di Silvana Editoriale, che raccoglie i contributi di Paola Zatti, curatrice della #mostra, Jennifer Higgie, Salvatore Settis e Francesco Stocchi, insieme a un’ampia documentazione iconografica.
Maggiori informazioni nel comunicato stampa da scaricare
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