Cookie Consent by Free Privacy Policy website Yona Friedman: Meuble Plus
marzo 29, 2022 - Triennale

Yona Friedman: Meuble Plus

1 – 17 aprile 2022

Triennale Milano presenta nel Giardino Giancarlo De Carlo Meuble Plus, installazione dell'architetto franco-ungherese Yona Friedman (Budapest, 1923 – Parigi, 2020), donata dalla Fondazione Friedman a #triennale e ora entrata nella collezione dell’istituzione. Il progetto è a cura di Maurizio Bortolotti. Emilio Genovesi e Rodrigo Rodriquez hanno reso possibile la realizzazione di questa opera in occasione dell’edizione 2018 della Design Week e ne avevano previsto la collocazione in #triennale per renderla disponibile alla città di Milano.

Afferma Stefano Boeri, Presidente di #triennale Milano: “Siamo molto felici di arricchire la collezione di #triennale Milano con un’opera così significativa come Meuble Plus di #yonafriedman, ostinato, acuto, dolce, visionario di una città leggera e reticolare nutrita di rapporti umani e accelerazioni artistiche. Siamo grati alla Fondazione Friedman e il nostro ricordo va a Emilio Genovesi e Rodrigo Rodriquez che fortemente hanno voluto la collocazione di questa installazione proprio in #triennale come dono alla città".

Il progetto, che era stato appositamente ideato da Friedman per i rifugiati, costituito da tre moduli abitativi e realizzato con materiali riciclati, sintetizza la ricerca dell’architetto e urbanista sul tema dell’“architettura mobile”, costituita da un'infrastruttura immateriale e da elementi “domestici” mobili simili ad arredi dai costi molto contenuti.

Pratica e poetica di Friedman sono caratterizzate da una sperimentazione radicale in grado di travalicare i limiti della disciplina architettonica per entrare in dialogo con arte, biologia, cibernetica, antropologia, psicologia e sociologia. Nel 1958 Friedman fonda a Parigi il Gruppo di studio per l’architettura mobile influenzando con il suo lavoro gruppi d’avanguardia come gli inglesi Archigram o i Metabolisti giapponesi. Con opere seminali, dal progetto della Ville spatiale (1959–1960) allo studio delle agricolture urbane, dalle proposte di autocostruzione da parte delle popolazioni dei paesi sottosviluppati a quelle per una edilizia sostenibile – esemplare in questo senso il Museum of Simple Technology a Madras del 1987, realizzato impiegando materiali locali come il bambù – alle riflessioni sulla partecipazione attiva dal basso, Friedman ha sempre proposto una propria personale lettura del Modernismo, spesso basata sul paradosso e sull’ossimoro. Nei suoi progetti Friedman propone “utopie realizzabili”, come titola il suo omonimo testo del 1974, rovesciando così ogni paradigma e infondendo un messaggio di speranza e positività. L’architettura di Friedman non è mai impositiva, si concentra sul preesistente, sulla comunità e sulle esigenze del singolo individuo, in modo tale che anche il soddisfacimento di un bisogno personale possa essere foriero di miglioramento per l’intera collettività.

I Partner Istituzionali Eni e Lavazza e il Technical Partner ATM sostengono #triennale Milano anche per questo progetto.

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