Cookie Consent by Free Privacy Policy website Arcangelo Sassolino per la Fondazione Falcone. 30° anniversario delle stragi di Capaci e Via D'Amelio
maggio 24, 2022 - Fondazione Falcone

Arcangelo Sassolino per la Fondazione Falcone. 30° anniversario delle stragi di Capaci e Via D'Amelio

Piazza Villena ai Quattro Canti Palermo

In occasione del 30° anniversario delle stragi di Capaci e Via D'Amelio, l'artista Arcangelo Sassolino presenta su invito della Fondazione FalconeElisa, un'opera monumentale di grande potenza allestita presso Piazza Villena ai Quattro Canti di #palermo.

Elisa è una simbolica #scultura a forma di escavatrice, bianca e senza testa, che si muove su se stessa attraverso movimenti lenti e apparentemente incontrollati.
 
L'escavatrice si trovava in un cantiere, completamente bruciata, bloccata per questioni di appalti e dalla madre macchina, Arcangelo Sassolino ha dato nuova vita al braccio meccanico donandole un cuore [artificiale] attraverso un sistema idraulico.
La #scultura si presenta come una bestia primitiva che incide il cemento, lo spacca e distrugge lo stesso piedistallo su cui poggia. I tre bracci, svincolati l'uno dall'altro, creano forme diverse nello spazio.
L'arte offre spunti di riflessione e pone interrogativi: l'opera di #arcangelosassolino evoca i tanti saccheggi architettonici e urbanistici che la mafia ha compiuto in tutta Italia, in particolare a #palermo e in Sicilia.

Nel salotto della più fragile grande bellezza dell'architettura storica della città di #palermo, la brutalità del cemento, seppur temporaneo, e l'ottusità della macchina demolitrice, che mangia tutto, anche il suo stesso altare di presunzione.
Un'opera accusatoria verso quella palude culturale che fa urlare contro l'arte contemporanea nei luoghi storici e premia gli indifferenti, ai moderati che negli anni hanno taciuto sull'abusivismo speculativo di Cosa nostra e del Sacco di #palermo.
La bestia bianca, come un sepolcro, come un demonio di ferraglia, è una provocazione passeggera, come un improvviso riflesso sconcertante nello specchio di un'inattesa vetrina che ci rivela come davvero siamo, ipocriti e fragili.