Cookie Consent by Free Privacy Policy website Fabrizio Clerici. L’atlante del meraviglioso
giugno 28, 2022 - Galleria Nazionale

Fabrizio Clerici. L’atlante del meraviglioso

La Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea inaugura la #mostra #fabrizioclerici. L’atlante del meraviglioso, a cura di #giuliatulino, un viaggio nell’immaginario di un grande protagonista dell’arte italiana del Novecento, raffinato pittore, scenografo e illustratore incomparabile nella sua capacità di inventiva visionaria e senza limiti.

Artista estremamente colto e dalla curiosità enciclopedica, Clerici ha dato vita ad universi onirici ed enigmatici ricchi di fascino, scaturiti da una fantasia sconfinata e nutrita dalla cultura classica e dal mito, ma anche dai movimenti del suo inconscio.

La formazione da architetto e l’incontro giovanile con Alberto Savinio sono elementi fondamentali del suo percorso artistico, che lo vede orientato al surrealismo ma con un’ispirazione metafisica, mentre architetture, misteriose rovine e famosi reperti partecipano ad un gioco simbolico. Proprio il simbolo, affidato spesso all’elemento architettonico, è centrale nell’opera di Clerici, come veicolo del suo personale atlante di memorie e meraviglie.

Lo spettatore è invitato a perdersi nel tentativo di decifrare i numerosissimi riferimenti letterari e artistici, mentre partecipa dell’inquietudine che appartiene all’animo dell’artista e al tempo stesso all’umanità del Novecento.

La #mostra nasce dalla recente acquisizione, avvenuta nel 2021, del fondo proveniente dall’Archivio #fabrizioclerici, di grande valore per il prezioso di materiale conservato e per la sua testimonianza del ricco arcipelago di relazioni intessute da Clerici con importanti intellettuali e artisti del suo tempo.

Intento principale è quello di restituire non solo la storia di #fabrizioclerici, ma anche quella dell’arte “fantastica italiana” troppo spesso confusa con il Surrealismo tout-court.

Artisti che non si unirono mai in gruppi o movimenti organizzati ma furono piuttosto accomunati da un clima, da uno stato d’animo, un gusto citazionista, colto e disinteressato.

Oltre un centinaio di opere, tra dipinti, incisioni e opere su carta, sono affiancate nel percorso espositivo da diversi focus tematici costituiti da materiali d’archivio quali documenti, fotografie, lettere, articoli, oggetti di design, bozzetti teatrali, libri d’artista e prime edizioni, che ampliano lo sguardo sulla produzione di Clerici in qualità di scenografo, illustratore, designer e architetto.

In #mostra, un importante nucleo di opere di #fabrizioclerici, con capolavori quali Il Minotauro accusa pubblicamente sua madre del 1952, il Sonno romano, 1955, Le Confessioni palermitane del 1954 e la Minerva phlegraea del 1956-1957.

All’importante nucleo di opere di #fabrizioclerici si aggiungono quelle di artisti precursori come Alberto Martini, Giorgio de Chirico e Alberto Savinio; opere di artisti affini oltre che amici attivi tra Francia, Stati Uniti e Italia tra la metà degli anni Venti e la fine dei Cinquanta tra cui Max Ernst, Leonora Carrington e Salvador Dalí; dei compagni di percorso come Leonor Fini (presente in #mostra con importanti opere) e Stanislao Lepri o i neo-romantici Eugene Berman e Pavel Tchelitchew. Tra gli artisti più giovani che a lui si sono ispirati troviamo: Domenico Gnoli, Enrico Colombotto Rosso e Enrico D’Assia a cui sono affiancate le opere di tre artisti contemporanei che, in modi diversi, manifestano un’estetica affine a quella di questi precedenti “fantastici”: Eros Renzetti, Beatrice Scaccia e Fausta Squatriti.

«Fabrizio Clerici è come una spugna che assorbe ciò che vede e ciò che ama e lo mette da parte facendolo suo; la sua memoria è impressionante e attinge ad un repertorio culturale vastissimo che va dall’antichità classica alla mitologia, dalla storia alla religione, dall’antropologia all’architettura e, naturalmente, alla storia dell’arte», così scriveva sull’artista #raffaelecarrieri.

Fabrizio Clerici
(Milano, 15 maggio 1913 – Roma, 7 giugno 1993)
Fabrizio Clerici nasce a #milano il 15 maggio 1913. Nel 1920 si trasferisce con la famiglia a Roma, dove si laurea in architettura nel 1937. A Roma entra in contatto con l’ambiente artistico e intellettuale e si lega, in modo particolare, ad Alberto Savinio. Alla fine degli anni Trenta è di nuovo a #milano come architetto e illustratore e dove, nel 1943, tiene la sua prima #mostra personale. Nel 1944 torna a Roma dove incontra Leonor Fini e Stanislao Lepri e inizia a frequentare artisti, letterati e galleristi quali Alberto Moravia, Elsa Morante, Irene Brin e Gaspero Del Corso, Mario Praz, Alberto Savinio e il fratello Giorgio de Chirico.
Nel 1945 partecipa a due importanti mostre collettive: a Roma, presso la libreria-galleria La Margherita (con Leonor Fini e Alberto Savinio) e a New York presso la Julien Levy Gallery (con Giuseppe Viviani). Di questi anni sono anche le prime pubblicazioni di libri illustrati dall’artista, come il Bestiario di Leoncillo Leonardi e Il fu Mattia Pascal di Luigi Pirandello.
Nel 1947 esordisce come scenografo ne La professione della signora Warren di George Bernard Shaw, dando così inizio a una prolifica attività nell’ambito del teatro, del balletto e dell’opera. L’anno seguente partecipa per la prima volta alla Biennale di Venezia, dove incontra Salvador Dalí e realizza le scene e i costumi per l’Orpheus di Igor Stravinskij, in scena al teatro La Fenice. Nel 1953 l’artista affronta una serie di viaggi nel Medio Oriente, Egitto, Siria, Giordania, Libia, Cirenaica e Turchia riportando poi nella sua #arte due temi importanti: quello dei Miraggi e i Templi dell’uovo, cicli di costruzioni utopistiche nei deserti, che si sviluppano a spirale partendo da un nucleo centrale dove ha sede un ipotetico uovo primigenio. Nel 1955 espone a New York la maggior parte delle pitture eseguite in quegli anni. Contemporaneamente alla pittura, continua a lavorare come scenografo in teatro, collaborando anche con Giorgio Strehler. Clerici ha ottenuto riconoscimenti nazionali e internazionali per la sua opera ed è stato esposto al MoMa, al Museo Guggenheim di New York, al Centre Pompidou di Parigi, al Museo Puškin di Mosca, ai Musei Vaticani ed in prestigiose collezioni private e pubbliche.