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agosto 24, 2022 - Palazzo Galeano

Blueback

Alessandro Manfrin
Con il supporto curatoriale di Giulia Menegale

31 agosto – 25 settembre 2022 Opening: mercoledì 31 agosto, ore 19.00 u

Platea | Palazzo Galeano, associazione attiva dal 2021 nella promozione dell’arte contemporanea nata dalla passione di un gruppo di cittadini lodigiani per l’arte e l’architettura, presenta da mercoledì 31 agosto a domenica 25 settembre 2022, “Blueback”, personale del giovane artista Alessandro Manfrin (Savignano, Cuneo, 1997).

Dopo “Notes For Dried and Living Bodies in Corso Umberto” intervento di #lucatrevisani presentato in collaborazione con Pinksummer Contemporary Art di Genova, “Blueback” è il secondo episodio della seconda edizione del palinsesto espositivo dedicato ai giovani emergenti. Il progetto è coordinato quest’anno da Giulia Menegale e realizzato in dialogo con #lucatrevisani che ha selezionato i quattro artisti partecipanti.

Concepito come format inedito firmato Platea, il programma mostre dedicato agli emergenti si sviluppa secondo un modulo costante. Un vero e proprio palinsesto composto da episodi espositivi la cui apertura è sempre affidata a un artista affermato che in veste di “nume tutelare” indica una rosa di emergenti protagonisti dopo di lui di mostre personali dedicate. Un format molto speciale, pensato appositamente per dare visibilità alle nuove leve creative che si articola anche in una serie di poster dedicati che includono l’immagine della vetrina allestita e un testo curato e che tutti insieme andranno a comporre un catalogo - fanzine di Platea | #palazzogaleano. Per questa seconda edizione ogni poster riporterà un frammento del dialogo corale e costante che ha caratterizzato la collaborazione tra l’artista #lucatrevisani, la curatrice Giulia Menegale e gli artisti coinvolti.

Per la sua prima personale presso Platea, #alessandromanfrin presenta un progetto espositivo inedito, il cui titolo si ispira alla carta utilizzata per le affissioni pubbliche esterne, che si caratterizza per il retro di colore blu, appunto, che non lascia intravvedere la stratificazione di affissioni che precedono il nuovo manifesto impedendo così che le immagini stampate in ciascuno strato interferiscano tra loro.

L’allestimento include infatti una serie di manifesti pubblicitari che #alessandromanfrin ha recuperato tra le vie della sua città, #milano, per poi lavorarli con una pressa improvvisata nel suo studio e restituirgli nuova forma, rovesciati e riassemblati, offrendo in particolare allo sguardo del visitatore le carte blue back sul retro.

Strappati, arrotolati e abbandonati a terra, questi materiali affascinano l’artista per la loro capacità di trattenere le tracce della vita urbana. Il ritmo frenetico della città contemporanea appare trascritto nelle croste e increspature dei manifesti pubblicitari ancor prima che l’artista li raccolga per trasformarli nella carta da parati che ricopre la stanza di Platea nella sua totalità.

«I poster pubblicitari vengono sottoposti a un ricambio continuo sulle billboard della città, sotto gli occhi assuefatti di coloro che la abitano. La città che Manfrin ritrae è #milano, luogo in cui vive e soggetto frequente nei suoi lavori. L’artista descrive #milano a partire da quegli oggetti che lui stesso definisce “esausti, stanchi”. I cartelloni pubblicitari dismessi sono infatti oggetti che hanno perso la loro capacità di suscitare l’attenzione di coloro che vi passano accanto. Ammucchiati ai bordi delle strade, spiega la curatrice Giulia Menegale - le matasse di sfondi blu sono percepite dall’artista come l’involucro di un inconscio urbano deprivato della sua naturale capacità di produrre nuovi desideri. Attraverso i suoi vagabondaggi, Manfrin è interessato a “rintracciare le cicatrici dell’accelerazione” legata a “un consumismo ipertrofico” che si riproduce a vari livelli della realtàurbana per mezzo delle persone che la abitano, come anche per mezzo del ciclo di vita dagli oggetti. In questo senso, le carte blue back esposte dall’artista a Platea sono una pelle. Lo spettatore è posto di fronte all’immagine del corpo scuoiato della città di #milano, senza alcuna mediazione.»

Le carte blue back ricoprono interamente gli spazi di Platea negando il primato alle immagini pubblicitarie per la cui stampa erano stati originariamente concepite. Un’operazione di rovesciamento di livelli, tra la carta blueback e la stampa pubblicitaria che impone un abbondante grado di astrazione: un azzurro senza fine, incapsulato nell’architettura della vetrina di #palazzogaleano, per dirla come Gino Paoli “Il cielo in una stanza”.

Bluebackè la seconda #mostra di un ciclo di quattro inaugurato da Deborah Martino e che include le personali di Maria Vittoria Cavazzana (1-29 ottobre 2022) e Marco Sgarbossa (5 novembre2 dicembre 2022).

Il progetto ideato da Platea e nato dal dialogo tra #lucatrevisani, i quattro giovani artisti e #giuliamenegale, ha ricevuto il supporto comunicativo dell’Università IUAV Venezia, con la collaborazione di #saulmarcadent.
Le mostre di Platea | #palazzogaleano sono realizzate grazie al contributo della Fondazione Comunitaria della Provincia di Lodi Onlus e alla generosità dei donatori che ne hanno condiviso attività e obiettivi.

Il progetto Platea | #palazzogaleano è realizzato anche grazie al supporto dei main partner Ferrari Giovanni Industria Casearia Spa e Consorzio Tutela Grana Padano e ai partner tecnici Solux Led Lighting Technology, Verspieren Broker di Assicurazione e 4Legal Studio Legale.

Alessandro Manfrin vive e lavora a #milano, nel 2021 conclude il percorso di studi in arti visive presso l’Università Iuav di Venezia, il suo lavoro è stato esposto presso Gian Marco Casini Gallery, Livorno (IT); “DEGREE SHOW II”, Palazzo Monti, Brescia (IT); JaguArt x Artissima, Venezia (IT); “Aqua”, a cura di Eva Comuzzi, Lignano Sabbiadoro (IT).

Giulia Menegale è una curatrice indipendente e ricercatrice. Ha completato una magistrale in Contemporary Art Theory presso Goldsmiths, University of London, nel 2020 e una triennale in Arti Multimediali presso Iuav (Università di #architettura di Venezia) nel 2018. Attualmente, è PhD candidate in Museum Studies presso gli IMT di Lucca. Ha collaborato come assistente curatoriale, editoriale e ricercatrice con: Looking Forward C.I.C. (Londra, UK), Castello di Rivoli - Museum of Contemporary Arts (Torino, IT), Island gallery (Bruxelles, BE) e Taryn Simon Projects (New York, US). I suoi articoli sono stati pubblicati da: WCS/CD (Belgrado, RB), Subbcultcha (Amsterdam, NL), Artillery Mag (L.A., US) e altre riviste accademiche. Ha preso parte nelle seguenti residenze e corsi curatoriali: Bagni d’Aria (Torino, IT), Salzburg Summer Academy (Salisburgo, AU), IMMA- Art and Politics Summer School (Dublino, IR), Unidee, Fondazione Pistoletto (Biella, IT) e Ramdom (Lecce, IT). Sarà fellow presso CuratorLab di Stoccolma per l’edizione 2022-23. Attualmente collabora con Âyiné, una casa editrice indipendente brasiliana, per la produzione di una collana di libri d’arte e teoria.

Avvalendosi di una prospettiva intersezionale ed elaborando un’analisi della realtà attraverso la teoria degli affetti e l’analisi istituzionale, la ricerca di Menegale si focalizza sul valore epistemologico delle emozioni negative e il loro ruolo potenziale nei processi di formazione del soggetto, al di là di paradigmi sociali portanti, interiorizzati dal singolo.

PALINSESTO EMERGENTI, I PROSSIMI EPISODI Artisti selezionati da Luca Trevisani
Mostre a cura di Giulia Menegale

Il format del palinsesto emergenti si fonda sulla presenza sottesa di un dialogo virtuoso tra i giovani artisti invitati, coordinati da una curatrice coetanea, e un artista di chiara fama ed esperienza con una spiccata propensione alla trasmissione del proprio sapere, riconosciuto dal gruppo come maestro.

1 – 29 ottobre 2022 | Maria Vittoria Cavazzana

La ricerca di #mariavittoriacavazzana si muove tra disegno, scultura, #fotografia e #installazione, esplora tematiche legate alla ricerca identitaria dell’individuo e della collettività attraverso visioni, traumi e memorie personali e condivise. Il lavoro dell’artista presenta richiami formali e teorici all’occultismo, la ritualità pagana e religiosa e l’universo fantascientifico, esplorando lo zona grigia esistente tra realtà e immaginazione.

Maria Vittoria Cavazzana vive e lavora tra Verona e Venezia, nel 2017 ha maturato la laurea triennale in arti multimediali presso l’Università IUAV a Venezia e approfondito i suoi studi con la magistrale in Fine Arts presso il Chelsea College of Arts, a Londra, nel 2021. #mariavittoriacavazzana ha preso parte a diverse mostre personali e collettive: “Collettiva Giovani Artisti”, Fondazione Bevilacqua La Masa, Venezia (IT) ; “London Grads Now”, Saatchi Gallery, Londra (UK); 24/7, The Shop Front gallery, Londra (UK); “Futuro Arcaico Festival”, Museo Nuova Era, Bari (IT); “The Only way out is through”, Spazio Aarduork, Venezia (IT); “Rally”, collettiva, Chelsea College of Arts, Londra (UK); “Revenge of The real”, Rupture Xibit Gallery, Londra (UK); 2See you on a dark night”, Plataforma2, Barcellona (UK).

5 novembre – 2 dicembre 2022 | Marco Sgarbossa

La sua ricerca si muove principalmente tra #installazione, scultura e disegno. Nel suo lavoro impiega materiali talvolta non immediatamente percepibili agli occhi, o che hanno subito processi di alterazione e trasformazione prima di raggiungere il momento dell’esposizione. La dimensione che Sgarbossa è interessato a investigare corrisponde a una realtà complessa, che include fraintendimenti e malintesi. Essa è colma di punti di svolta inaspettati che interrompono e invertono clamorosamente il senso di una narrazione ideale, lineare e condivisa.

Marco Sgarbossa vive e lavora tra Venezia e Torino, laureato in Arti Visive presso l’Università IUAV di Venezia, ha esposto in mostre personali e collettive presso istituzioni private e gallerie, tra cui: Osservatorio Futura, Torino (IT); Premio Fondazione Francesco Fabbri, Pieve di Soligo (IT); Premio Combat, Livorno (IT); Spazio Punch, Venezia (IT); Double Room Gallery, Trieste (IT); TBC Organization, Los Angeles (US); Exact Science Gallery, Los Angeles (US).

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