Cookie Consent by Free Privacy Policy website Vincenzo Castella. Il libro di Padova la mostra
novembre 03, 2022 - Orto Botanico Padova

Vincenzo Castella. Il libro di Padova la mostra

È una sperimentazione quella che l’Orto botanico di #Padova propone nella sua sede, dall’11 novembre all’8 gennaio: trasferire una sequenza di immagini fotografiche dal formato #libro a quello espositivo. Operazione solo apparentemente ovvia.

Le immagini sono quelle che #vincenzocastella ha realizzato tra il 2020 e il 2021, raccolte ne Il #libro di #Padova, volume edito da #silvanaeditoriale su commissione di Hermès Italie, nell’ambito della collana di libri fotograficinati come omaggio alle città italiane dove la maison è presente.

“Per rendere omaggio a #Padova -spiega #francescadicarrobio, amministratore delegato di Hermès Italie-“abbiamo invitato l’artista #vincenzocastella, a mostrare la città attraverso immagini di grande forzaespressiva”.

Lontano da ogni forma di evoluzione dello stile, il lavoro di Castella è legato alla riduzione sistematica delrepertorio e della sintesi del linguaggio.
La #mostra all’Orto botanico propone una selezione di quaranta immagini. Nulla a che vedere con un itinerarionella città, né con la presunzione di un’indagine sociale e territoriale.

Nel volume (e, in modo originale) nell’esposizione, #Padova è mostrata attraverso quattro temi: l’«Ortobotanico», o più in generale il mondo vegetale; la «pittura», principalmente gli affreschi, conservati nellechiese, nelle cappelle, negli oratori, nei battisteri, nei palazzi, ma anche cori, altari, fregi, sculture;l’«architettura», che l’artista non descrive, non legge, ma che lascia emergere come spazio interno (trannepoche eccezioni), come possibilità del movimento, definizione di un ambiente e di un luogo; l’«Università», conla sua storia che è un nodo cruciale della cultura europea.
Non si tratta di sezioni isolate ma, al contrario, di una trama, visiva e concettuale, con andate e ritorni, saltiimprovvisi e spostamenti quasi impercettibili, che nasce dalla ripetizione e dall’accostamento di realtàseparate, secondo il principio che solo le cose incomparabili sono davvero comparabili.

Le immagini si presentano in due soli formati: uno panoramico (aspect ratio 3:1), stretto e lungo, usato inorizzontale e in verticale, con scatti ravvicinati e accostati tra loro; uno quasi quadrato (aspect ratio 4:3), cheappare in pochi momenti precisi, necessari, come un’apertura improvvisa dello sguardo.

«I travelings e le panoramiche visibili non seguono i movimenti dell’occhio. Vuol dire separare l’occhio dalcorpo. (Non servirsi della macchina come di una scopa)», annotava nei suoi taccuini Robert Bresson, il grandemaestro del cinema francese. Spiega Castella: «Sistemo il centro e la verticale per una porzione bastevole epoi la estendo, per vedere la presenza dell’estensione, per vedere se succede qualcosa, per includeresignificati nuovi».

Se nel #libro le fotografie si adattano alle dimensioni del formato, nella #mostra ridefiniscono lo spazio che leaccoglie e soprattutto creano percezioni differenti. Un quadrittico del Martirio e trasporto di San Cristoforo diMantegna e un trittico degli affreschi del Battistero di Menabuoi, per esempio, sono stampati in carta leggera digrandi dimensioni, appese liberamente alle pareti come fossero striscioni. Altre immagini in medio formatosono invece incorniciate in modo più tradizionale. E ancora i video, che sono dei movimenti all’interno delle immagini, presentano un’ulteriore possibilità della visione.

Ogni opera non è soltanto la restituzione fisica dell’immagine fotografica, ma una macchina che attiva diversepossibilità dello sguardo, e la relazione tra le opere che si crea nello spazio spinge lo spettatore aun’esperienza estetica su molteplici livelli, dal contenuto, allo statuto dell’immagine, alla relazione con leimmagini nella società di oggi. «E naturalmente, osservare una città attraverso questi temi – afferma il curatore– obbliga a pensare all’arte come documento storico. Come scriveva Gianni Rodari, “Un sasso gettato in unostagno suscita onde concentriche che si allargano sulla sua superficie… Altri movimenti invisibili si propaganoin profondità… Innumerevoli eventi, o microeventi, si succedono in un tempo brevissimo. Forse nemmeno adaver tempo e voglia si potrebbero registrare tutti, senza omissioni”. Le immagini di Castella producono dunque un proliferare di storie, solo alcune delle quali raccontate in questo #libro e in questa #mostra. Ogni visitatore puòricostruire i suoi seguendo il sasso gettato nello stagno nel #libro di #Padova ».

Castella, che aveva iniziato la sua storia di artista proprio attraverso un’indagine sul campo delle comunitàafroamericane del Mississippi e del Tennessee, prosegue con i suoi mezzi e i suoi metodi il suo lavoro sullarappresentazione, sulla realtà che diventa immagine, attraverso un gesto (quello fotografico) che non è e nonpuò essere mai neutro, bensì consapevole del processo di riduzione che ogni immagine, ogni creazioneartistica, produce rispetto al reale: «L’atto di rappresentare (e quindi di ridurre) comporta quasi sempre unaviolenza verso il soggetto rappresentato. C’è un contrasto reale tra la violenza dell’atto di rappresentare e lacalma interiore della rappresentazione stessa, l’immagine del soggetto» (Edward Said). Per molti anni halavorato sull’industria e sulla città contemporanea, sul paesaggio e il tessuto urbano, e più di recente si èconcentrato sulla pittura e sull’architettura rinascimentale italiana, per poi dedicarsi al mondo naturale ritrattonella cattività degli orti botanici e delle serre. Questo #libro e questa #mostra su #Padova hanno offerto lapossibilità di collegare le ricerche in un’immersione nella storia occidentale, nei suoi sviluppi, nel suo declino,nel suo rinnovamento profondo, se si vuole.

La #mostra - compresa nel biglietto d'ingresso e visitabile negli orari di apertura dell'Orto botanico - è realizzatacon il sostegno di Hermès e con la collaborazione di #silvanaeditoriale e Studio la Città, nell’ambito dellecelebrazioni per gli 800 anni dell’Università di #Padova.

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