The Exhibition III 16 - 17 - 18 DICEMBRE 2022 - ingresso libero con registrazione al Club Paratissima
Li abbiamo già incontrati durante il circo dell'Art Week torinese, ma ora il palco sarà tutto loro:
sono i vincitori del III ciclo di #paratissima Factory, i 10 artisti under 36 che per 3 lunghi ed intensi mesi hanno lavorato a stretto contatto in Cavallerizza, creando nuove connessioni e visioni, definendo e realizzando i loro personali progetti artistici.
Partecipano alla mostra gli artisti vincitori del Premio Torino Creativa per Paratissima con i progetti di restituzione realizzati al Cortile del Maglio.
La mostra è a cura di Stefania Dubla, vincitrice della residenza per curatori del III ciclo.
ARTISTI IN MOSTRA:
Fabiola Colla • Fortuna De Nardo • Lou Duca • Lorenzo Gnata • Federico Grilli • Fabio Orioli • Germain Ortolani • Francesca Pazzagli • Giulia Perin • Dario Pruonto Caos • Claudia Vetrano • Corrispondenze: Paola Boscaini e Cristina Materassi
"Ho imparato dalla vita a non trasformare la perdita in un'assenza, prima ancora che il titolo di una mostra, è il manifesto di un'esperienza che ha dell'incredibile, iniziata tre mesi fa nell'incontro fortuito di undici giovani vite tra le mura della Cavallerizza di Torino. Da questo incontro è nato il Non collettivo, un gruppo, costituito tra lз dieci artistз e la curatrice del III ciclo di #paratissima Factory, che si ritrova ad essere unito non per intenti iniziali ma per affinità artistiche cresciute in un tempo brevissimo.
Ho imparato dalla vita a non trasformare la perdita in un'assenza è il racconto di come dalla casualità si possa far nascere una bellezza inattesa e della forza di darle nome in un sentimento che spesso si teme anche solo pronunciare, la gioia. «Quando siete felici, fateci caso» ripeteva Francesco A. Convertini, per lз amicз Ciulicchio, ed è sotto questo prezioso consiglio che ha preso forma tutta l'esperienza del III ciclo di residenze artistiche di #paratissima Factory.
A lui, alla vigilia dei sei mesi dalla sua prematura scomparsa, è dedicata questa mostra.
L'esposizione cela velatamente tutto questo, gioia e dolore, ed è allo stesso tempo un viaggio nel senso della perdita affrontato da dieci punti di vista differenti, insieme ai tre dellз artistз del Premio Torino Creativa per #paratissima, tra loro vicendevolmente contaminati. Camminando nelle sale del Galoppatoio e delle Scuderie della Cavallerizza, il senso dell'abbandono, nel suo significato etimologico quale dono della perdita, si manifesta nell'essenza delle cose per Fortuna De Nardo, nell'esplorazione di una bellezza intimistica per Francesca Pazzagli, nello sconfinamento del limite imposto dall'esterno e da se stessi in Claudia Vetrano e in Federico Grilli, nell'astenersi dalla ricerca di un senso per Fabiola Colla. Si attraversa il tema dell'assenza di sé nella vita dellз altrз, tastandone il peso soffocante nella metafora degli insetti di Fabio Orioli, per poi riprendere fiato nel lucente respiro cerato che il colore sottrae nei tessuti di Giulia Perin. Lou Duca sollecita attraverso una perdita forzata la necessità di ciò che si dà per scontato, mentre Germain Ortolani ribalta le certezze sull'abitare palesando il paradosso dell'utopia urbanistica nella distopia sociale che essa crea al momento della sua concretizzazione. Una battaglia in cui chi perde è solo l'abitante e a lui guarda Dario Pruonto, in #arte Caos, eleggendo a poesia le parole gridate sui muri delle città e la cui futura assenza per decoro urbano si fa presenza sulla carne viva, nel dolore di un tatuaggio.
Paola Boscaini e Cristina Materassi, unite nel progetto Corrispondenze, e Lorenzo Gnata sono invece lз vincitorз del Premio Torino Creativa per #paratissima, curato da Stefania Dubla e Roberto Mastroianni. Il loro periodo di residenza artistica è stato trascorso al Cortile del Maglio, dove hanno indagato l'area nei suoi confini o, meglio, nella loro assenza, e attraverso chi la abita. In soccorso al racconto del loro lavoro potrebbe venire Milo de Angelis, secondo il quale La terra appartiene / a chi l'ha abbandonata. Il Cortile del Maglio è un luogo di transito, fatto di storie di migrazioni, sfratti e mercati, e a queste appartiene, a questa costante e presente moltitudine di assenze state e ancora a venire."
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