Cookie Consent by Free Privacy Policy website Grazia Varisco: il corpo come campo dei sensi
maggio 18, 2016 - Mac Lissone

Grazia Varisco: il corpo come campo dei sensi

Inaugurata nel 1961, la dodicesima edizione del Premio #lissone è a tutt’oggi ri-cordata come la più importante e memorabile, merito anche della sezione “Infor-mativo-Sperimentale” in cui #graziavarisco [Milano, 1937] aveva esposto una Ta-vola magnetica. L’occasione di questo suo ritorno nella cittadina briantea non è vincolato a nostalgici amarcord, sancisce anzi il desiderio di soffermarsi sulla ricerca che l’artista ha sviluppato dai primi anni del Duemila fino ai giorni nostri. Diversamente dalle solite mostre antologiche, il #museo d’Arte Contemporanea di #lissone ha preferito invertire il senso di marcia, focalizzandosi sul presente; la #mostra indaga infatti la complessità e la vastità di informazioni che scandiscono la mutevolezza della sua attuale ricerca.
Ovviamente e inevitabilmente qualcosa è cambiato nelle “regole del gioco” degli ultimi cinque lustri. Anziché reiterare le proprie opere nel corso dei decenni, Varisco ha preferito reificare nuove idee, convertendole cioè in “cose” (gravide di messaggi cinevisuali che sono in grado di comunicare alla collettività nuove metodologie nella fruizione). Esemplificativi di questo atteggiamento sono i Double, opere che si prestano a un’ampia gamma di associazioni divergenti: fronte e retro, dentro e fuori, noto e ignoto. Dello stesso avviso sono pure Sollevo/Sollievo e R. RotoReteRossa che intrattengono con il mondo delle idee un rapporto basato su volumi animati da tensioni e suggestioni interne. Il ciclo dei Silenzi si compone invece di passepartout che ritagliano spazi di vuoto. Sfasamenti, sospensioni, sorprese caratterizzano i Quadri comunicanti: arcipelaghi di forme geometrizzanti che disegnano un’orizzontalità-orizzonte (di stimolazioni, sensazioni e suggestioni). Non dissimili sono i Ventilati di cartone vegetale e i Rivelati di metallo, i cui fogli ci appaiono ripiegati su se stessi, come fossero sospesi a un filo invisibile. Infine, con le Risonanze al tocco l’artista incoraggia gli spettatori a interagire con l’opera, senza timori, né imbarazzi, giocando con il senso dell’udito.
Se cinquantacinque anni or sono il Premio #lissone l’aveva annoverata nella se-zione delle “Nuove proposte”, oggi le spetterebbe un posto d’onore tra le “Presenze dei valori internazionali” conferite ai grandi maestri e ai pionieri dell’arte. Pan-theon a lei riservato non soltanto per le ricerche cinevisuali degli anni Sessanta, ma ancor più per le opere realizzate a partire dagli anni Duemila, nella quali si evince come la prassi dell’artista sia – per sua stessa ammissione – «ancora vittima di entusiasmi».
Accompagna la #mostra una selezione di videointerviste all’artista e un catalogo con testi di #graziavarisco e Alberto Zanchetta.


Mercoledì e Venerdì h10-13
Giovedì h16-23
Sabato e Domenica h10-12 / 15-19

www.museolissone.it
museo@comune.lissone.mb.it
tel. 039 7397368 – 039 2145174

Museo d’Arte Contemporanea
Viale Padania 6
20851 #lissone - MB

GRAZIA VARISCO
IL CORPO COME
CAMPO DEI SENSI

A CURA DI ALBERTO ZANCHETTA