Cookie Consent by Free Privacy Policy website Metamorfuoco
luglio 26, 2022 - Marazzi

Metamorfuoco

SOTTO LA LUCE DI TINTORETTO

09.09.2022 31.01.2023

MODENA

SALA MOSTRE GALLERIE ESTENSI

Dal 9 settembre 2022 a #modena la #mostra visionaria di un grande artista contemporaneo in dialogo con un capolavoro del museo e il patrimonio artistico delle Gallerie Estensi

Dal 9 settembre 2022 al 31 gennaio 2023 le Gallerie Estensi presentano nella sede di #modena la #mostra Simon Starling. Metamorfuoco. Sotto la luce di Tin- toretto, installazione innovativa che porterà il visitatore a vivere un’esperien- za immersiva grazie a un’unica opera che collega alcuni dei temi più attuali del nostro tempo allo straordinario patrimonio artistico del museo. Il titolo, in modo profetico, fa riferimento anche all’attuale siccità e più in generale, agli effetti dei cambiamenti climatici diventando un’allegoria del mondo con- temporaneo, di una tecnologia che destabilizza un ecosistema che l’uomo non riesce più a gestire.

Concepita nel contesto delle Gallerie Estensi di #modena e ispirata dalle opere del ciclo pittorico del Tintoretto nella Galleria Estense e delle xylografie della Biblioteca Estense, la #mostra è il risultato di un lavoro di esplorazione e di immaginazione di un grande artista contemporaneo, in relazione con il contesto culturale del territorio.

L’esposizione è parte di un programma varato nel 2021 che vede ogni anno un’artista contemporaneo misurarsi con le opere delle collezioni museali e i temi che queste pongono. Il progetto, dal titolo artist in residence, chiede agli artisti interpellati di anno in anno di venir ad abitare il museo stabilendo con esso un rapporto dialettico. In questo modo l’arte contemporanea entra a far parte del museo di #arte antica non come estranea inserzione ma come traduttrice delle istanze che la contemporaneità gli impone affrontare.

In tale prospettiva le Gallerie Estensi di #modena hanno chiesto a Gianfranco Maraniello - recentemente nominato alla Direzione dell’Area Musei d’Arte Moderna e Contemporanea di Milano - di contribuire all’articolazione di un programma di interventi artistici capaci di portare lo sguardo critico e in- ventivo di protagonisti della scena contemporanea sulle caratteristiche del museo: le sue opere, la storia, la sede stessa, le professionalità del team così come la rete economica e culturale della regione.

Il primo invito è stato rivolto a Simon Starling (1967), figura di spicco della scena britannica e internazionale, i cui interventi sono stati ospitati in diversi importanti musei ad ogni latitudine del mondo e nelle principali rassegne d’arte come la Biennale di #Venezia. Sue opere sono presenti nella collezione di istituzioni come il Centre Pompidou di #Parigi, la Tate Modern di #londra, il Solomon R. Guggenheim Museum di #newyork. Nel 2005 è stato insignito del prestigioso Turner Prize.

Prima di concepire l’opera #simonstarling nei mesi scorsi ha effettuato so- pralluoghi e soggiorni presso la Galleria Estense di #modena, la Pinacoteca di #Ferrara, il Palazzo Ducale di #sassuolo e, con il curatore Maraniello, ha visitato diversi siti della regione. Da specifici incontri con i vari lavoratori del museo ha appreso le metodologie di lavoro e di conservazione del museo, ha analizzato storia e vicende delle opere d’arte e del patrimonio librario.

La sua attenzione si è rivolta in particolare al ciclo pittorico di Tintoretto (1518-1594) ispirato a Le Metamorfosi di Ovidio. Nello specifico il quadro della Caduta di Fetonte ha originato un ampio progetto e costituisce l’epicen- tro di quella che può a tutti gli effetti definirsi un’unica grande opera negli spazi espositivi temporanei delle Gallerie Estensi.

In Simon Starling. Metamorfuoco. Sotto la luce di Tintoretto, il dipinto del grande artista Veneziano, originariamente collocato a soffitto di un palazzo Veneziano e in seguito nel Palazzo Ducale di #modena, sarà ospitato e ripo- sizionato in alto, in orizzontale, obbligando il visitatore ad alzare lo sguardo recuperando la meditata prospettiva di una scena che rappresenta il preci- pitare dal cielo del figlio del Sole. Secondo il mito, infatti, Fetonte, tentò di dimostrare la sua divina discendenza guidando il carro solare per un giorno, ma la sua inesperienza gli fece perdere il controllo del mezzo che precipitò avvicinandosi troppo alla terra, provocando incendi e asciugando fiumi. Zeus, per frenare tale devastante deriva, intervenne colpendo il carro con un ful- mine e fece precipitare Fetonte nelle acque del fiume Eridano, che per molti interpreti coincide con il fiume Po.
Simon Starling in quest’opera di grandissimo impatto visivo ha deciso di incentrare la propria idea progettuale sui processi di metamorfosi che già in termini generali costituiscono una cifra distintiva del proprio lavoro e, in particolare, ha guardato al
fuoco come ambivalente simbolo di capacità di trasformazione e rischio di distruzione, attingendo alla mitologia e alle ri- correnti immagini di combustioni nella letteratura greca e latina. A partire da magnifiche illustrazioni che sono state selezionate dalle pagine di preziosi volumi della Biblioteca Estense l’artista ha realizzato il disegno di una cor- rispondente grande pavimentazione ceramica realizzata per il museo grazie al decisivo contributo dell’azienda Marazzi di #modena, leader del mercato mondiale del settore. L’opera è stata realizzata su moduli in gres porcellana- to 60x60 della collezione Marazzi Mystone Limestone nel colore ivory grazie ad una tecnologia di stampa digitale di ultima generazione.

La ceramica, ottenuta da terra lavorata alle altissime temperature dei forni, assieme al cielo da cui precipita Fetonte e all’acqua in cui questi finisce con l’annegare, rappresentano classici elementi di una fisica arcaica e la cardi- nalità di uno spazio congegnato da Starling per immergere il visitatore in un ambiente da percorrere e da cui ammirare il capolavoro di Tintoretto sulla propria testa.

In questo suggestivo scenario, si inseriscono anche precedenti lavori convo- cati da Starling, opere riferibili ad analoghi temi, come quelli trattati con il lavoro dal titolo Carbon Hiroshima o come nella proiezione di diapositive di Autoxylopyrocycloboros che documenta il viaggio/azione dell’artista su una barca alimentata dal proprio stesso legno combusto nella stufa-motore fino all’insostenibile precarietà del natante che finisce con l’affondare.

A queste opere si aggiunge la disposizione nel medesimo grande spazio espo- sitivo di straordinari telescopi realizzati a mano dall’architetto #mikedavies, una serie di estintori in dotazione delle Gallerie Estensi che finiscono con l’a- bitare in modo scultoreo lo spazio espositivo e il mascherone utilizzato nella fabbricazione della carrozzeria della lussuosa giulietta Alfa Romeo, versione contemporanea del carro di Fetonte solido nella sua struttura lignea e al tempo stesso fragile perché infiammabile.

Dal patrimonio artistico individuato alla modalità di produzione di importanti aziende del territorio come Marazzi, dal riferimento a luoghi e fiumi come il Po alla lavorazione artigianale come nella tradizionale passione meccanica dell’industria automobilistica caratteristica del territorio, #simonstarlingartista/demiurgo, capace di creare connessioni e ricombinare le fonti di ispi- razione in una forma complessiva sorprendente e immersiva. Al punto che un suo stesso autoritratto, una sorta di avatar animato a metà tra robotica e tradizione artigianale giapponese per la fabbricazione delle maschere, si collocherà nel cuore della #mostra, parlerà ai visitatori pronunciando un lun- go discorso che è insieme una scultura dinamica e un accompagnamento da cantastorie nell’illustrazione poetica della storia dell’umanità nella sua relazione con il fuoco.

Dai miti di Prometeo a Fetonte, arrivando ad autori contemporanei come Ste- phen Pyne o W.G. Sebald, il fuoco è immagine di potenza della tecnica e, se non dominata, a rischio di catastrofe. Senza intenti didascalici e quasi suo malgrado la #mostra di Starling a #modena si rivela terribilmente profetica nel contingente riferimento all’attuale siccità nelle regioni attraversate dal Po e, più in generale, nella considerazione angosciante degli effetti dei cambia- menti climatici. Metamorfuoco diviene un’allegoria del mondo contempora- neo, di una tecnologia potente che, se non governata, rischia di compromet- tere il fragile ecosistema terrestre.

L’opera di #simonstarling si presenta come un geniale Gesamtkun- stwerk (opera d’arte integrale)” afferma Martina Bagnoli diret- trice delle Gallerie Estensi, “Metamorfuoco ha il potere di rias- sumere al suo interno l’universalità del mito del fuoco e al tempo stesso ci interroga sull’ineluttabilità del destino dell’uomo, sempre in bilico tra innovazione e distruzione nella sua disperata lotta per addomesticare la natura di cui fa parte. Starling ha saputo coglie- re quanto di più attuale e importante giace nel mare delle nostre collezioni storiche. In questo contesto l’artista presenta un’opera essenziale per cogliere il senso del valore universale delle nostre collezioni.”

La rara capacità di aprirsi alle istanze degli artisti contemporanei per fare luce sul proprio patrimonio e per creare nuove relazioni con un pubblico sempre più attivo e globale fanno delle Gallerie Estensi un’istituzione straordinaria, ossia capace letteralmente di superare “l’ordinaria” gestione per diventare luogo di produzione e incremento del patrimonio stesso” dice il curatore della #mostra Gianfranco Maraniello.

Con questa mostra”, dice Mauro Vandini, Amministratore De- legato di Marazzi Group, “dopo la rassegna di Ghirri dello scorso anno al Palazzo Ducale di #sassuolo, continua la nostra collaborazio- ne con le Gallerie Estensi con la realizzazione del pavimento dell’o- pera Metamorfuoco. In questo modo si rafforza il nostro rapporto con un’istituzione che vuole essere fortemente radicata sul territo- rio valorizzandone le radici produttive e mettendone in luce il rap- porto strettissimo con il patrimonio artistico.”

SCHEDA TINTORETTO “LA CADUTA DI FETONTE”

1541 - 1542
Robusti Jacopo detto Tintoretto

ll ciclo di scene tratte dalle Metamorfosi del poeta latino Ovidio (43 a.C. – 17 d.C.) è la prima importante impresa decorativa eseguita da Tintoretto. Le quattordici tavole furono commissionate al giovane artista dal banchiere ve- neziano Vittore Pisani in occasione del suo matrimonio con Paolina Foscari nel 1541 per decorare il soffitto della stanza da letto nel palazzo di famiglia a #Venezia. Nel 1658 Francesco I d’Este acquistò i dipinti per disporli nel soffitto di una delle “camere da parata” che ospitavano i più bei dipinti della collezio- ne estense nel Palazzo Ducale di #modena. I soggetti raffigurati derivano dalla versione in volgare delle Metamorfosi pubblicata a #Venezia da Niccolò degli Agostini nel 1522 e, riguardando per lo più amori infelici ed esempi di super- bia punita, acquistano un tono di monito morale. Tintoretto sfrutta in modo magistrale la ristretta superficie delle tavole riducendo ciascun racconto ai personaggi principali, raffigurati in complicati scorci dal basso, in modo da dare maggiore profondità allo spazio dipinto. I gesti fortemente espressivi, la posizione instabile delle figure e l’illuminazione drammatica conferisco- no alla narrazione un carattere teatrale ed emotivamente coinvolgente, che molto probabilmente fu ispirata al giovane artista dalla visione dei soffitti di Giulio Romano in Palazzo Te a Mantova.

BIOGRAFIA SIMON STARLING

Simon Starling è nato nel 1967 a Epsom, nel Regno Unito. La sua attività artistica comprende un’ampia varietà di media, tra cui film, installazioni e fotografia. Nel 1977 ha comprato un secondo di un minuto di un’ora in una lotteria e ha vinto la sua prima macchina fotografica. Nel 1980 ha costruito la sua prima camera oscura e nel 1992 ha conseguito un Master of Fine Arts presso la Glasgow School of Art. Tra il 1993 e il 1996 è stato membro del comitato della Transmission Gallery di Glasgow e si è guadagnato da vivere fotografando mostre in musei e gallerie scozzesi. Nel 1995 ha realizzato la sua prima #mostra personale alla Showroom Gallery di #londra, per la quale ha ricostruito parte dello spazio espositivo londinese a Glasgow per utilizzarlo come studio [An Eichbaum Pils Beer Can...].

Nel 1997, a Marsiglia, costruisce una piccola barca da pesca a partire da una vetrina museale del National Museum of Scotland di Edimburgo [Blue Boat Black] e realizza una sedia da una bicicletta e una bicicletta da una sedia [Work, Made-ready, Kunsthalle Bern].

Nel 1998, dopo un viaggio in Ecuador per trovare un albero di balsa, ha fatto volare un aereo radiocomandato sopra il Museum of Modern Art di Heidi, Melbourne [Le Jardin Suspendu].
Nell’agosto 2002 ha dissotterrato un grande cactus Cereus sul set del “Texas Hollywood Film Studio” e lo ha trasportato per 2.145 km a Francoforte sul Meno, in Germania, a bordo di una Volvo rossa 240 Estate [Kakteenhaus]. Nel 2003 espone un’opera d’arte pubblica indesiderata a Palazzo Levi sul Canal Grande nell’ambito di Zenomap, il contributo della Scozia alla Biennale di #Venezia [Island for Weeds, Prototype] e inizia a lavorare come professore di Belle Arti alla Staedelschule di Francoforte.

Nel 2004 è stato selezionato per l’Hugo Boss Prize e l’anno successivo ha vinto il Turner Prize. Nel 2008 ha realizzato mostre, tra l’altro, in un bagno abban- donato a Glasgow, in Scozia [Project for a Public Sculpture (After Thomas An- nan)], in una fabbrica semi-abbandonata a Dornbirn, in Austria [Plant Room] e in una casa incredibilmente stretta di sette piani a Torino, in Italia, nota come “Fetta di Polenta” [Three Birds, Seven Stories, Interpolations and Bifurcations]. Nel 2011 Starling ha reinstallato oltre 30 opere della storia espositiva del Camden Art Centre nello stesso identico luogo in cui erano state esposte originariamente [Never the Same River (Possible Futures, Probable Pasts)] e ha mescolato un’opera teatrale giapponese Noh del XVI secolo con la com- plessa storia della doppia vita della scultura di Henry Moore “Atom Piece” [Project for a Masquerade (Hiroshima)]. Nel 2013 ha installato Phantom Ride nelle Duveen Galleries della Tate Britain di #londra e ha costruito una piccola camera oscura in bianco e nero nel suo studio di Copenhagen.

Nel 2015 ha utilizzato quella camera oscura per sviluppare i negativi realizzati in 12 diverse città del Nord America e dell’Europa nel tentativo di riconfigurare due vedute dell’installazione di una #mostra del 1927 di 22 sculture di Constan- tin Brancusi all’Art’s Club di Chicago [Picture for an Exhibition] e ha inizia- to a lavorare a un’opera teatrale sull’incursione di W.B. Yeats nel teatro Noh del 1916. L’anno successivo, questa pièce all’interno di una pièce all’interno di una pièce (realizzata in collaborazione con l’autore teatrale Graham Eatough, il coreografo Javier de Frutos e il musicista Josh Abrams) [At Twilight] è stata rappresentata su un palcoscenico all’aperto nel giardino di una villa di origine egizia a Glasgow. Questo spettacolo teatrale in piena regola è stato seguito da un tentativo di attraversamento del Mar Morto in una canoa fatta di magnesio prodotto dall’acqua del Mar Morto [Project for a Rift Valley Crossing].

Nel 2017, con l’aiuto di un suonatore di zampogna, di un suonatore di kaval e di una danzatrice di zoccoli, Starling ha immaginato un possibile incontro tra tre musicisti emigrati che erano stati fotografati a Ellis Island, #newyork, all’inizio del XX secolo [The Liminal Trio plays the Golden Door] e ha installato una mo- stra di quattro progetti recenti che coinvolgono la musica al MRAC di Sérignan [À l’ombre du pin tordu]. Mentre espone ancora una volta Project for a Ma- squerade (Hiroshima) all’Aargauer Kunsthaus, Starling ha recentemente inau- gurato una #mostra in due parti a Glasgow e a Torino che ha unito due specie di travestimenti: quello di un’umile storia biblica (Il ritrovamento di Mosè) del pittore Veneziano Giovanni Battista Tiepolo e il travestimento del “supremo” Giovanni Agnelli, proprietario della Fiat che, pur possedendo innumerevoli vei- coli di lusso unici, scelse di guidare un’ auto di serie per le strade di Torino.

SCHEDA MARAZZI GROUP

Il Gruppo Marazzi, presente in più di 140 Paesi, è universalmente riconosciu- to come sinonimo di ceramica di alta qualità per pavimenti e rivestimenti e simbolo del miglior made in Italy nel settore dell’arredamento e del design. Tutti i prodotti Marazzi in ceramica e gres sono realizzati con le migliori tec- nologie applicate e con cicli di produzione ecosostenibili, certificati secondo i più severi standard internazionali.

Marazzi fu fondata nel 1935 nel distretto di #sassuolo (Modena), polo di fama internazionale per la produzione di piastrelle di ceramica. Si devono a Maraz- zi le principali innovazioni tecnologiche, di processo e di design che hanno reso il distretto un punto di riferimento per l’intero mondo della ceramica. Marazzi Group fa parte di Mohawk Industries, Inc. il più grande produttore mondiale nel settore del flooring, gruppo multinazionale quotato alla Borsa di #newyork e che ha fatturato nel 2021 11 mld di dollari.

L’opera di #simonstarling è stata realizzata producendo moduli in gres por- cellanato in 60 grafiche diverse, disegnate dall’artista, che insieme hanno costituito il pavimento dell’installazione. I moduli in gres sono stati sviluppati per la stampa digitale nei laboratori Marazzi e prodotti a #sassuolo con le mi- gliori tecnologie produttive, secondo sistemi e processi sostenibili certificati secondo i più severi standard internazionali.

SCHEDA GALLERIE ESTENSI

Le Gallerie Estensi sono un museo diffuso che, seguendo il filo rosso della storia dinastica e collezionistica degli Este, racchiude al suo interno diversi istituti culturali tra le provincie di Modena e Ferrara. Questa caratteristica rende le Gallerie Estensi un modello museale innovativo: una rete di musei sempre in movimento ma allo stesso tempo un “luogo dell’incanto” che offre ai suoi visitatori un itinerario culturale unico.

LE SEDI
La Galleria Estense
espone la straordinaria collezione d’arte dei duchi d’E- ste, fra cui opere di #pittura, scultura, #arte applicata. Il Palazzo Ducale di Sas- suolo è tra le più preziose dimore barocche del Nord Italia. La Biblioteca è un moderno istituto di rilievo nazionale che unisce la preziosa collezione libraria estense alla ricca Biblioteca Universitaria. Il Museo Lapidario racconta la storia di #modena dalla fondazione romana fino alla modernità, con una vasta collezione monumenti e reperti archeologici. La Pinacoteca Nazionale propo- ne un percorso alla scoperta della #pittura ferrarese, nella cornice di Palazzo dei Diamanti di #Ferrara.

MODENA

Gli istituti di #modena sono tutti ubicati nel Palazzo dei Musei. Al piano terra si trova Il Museo Lapidario Estense, il primo museo pubblico istituito a Mode- na, fondato dal duca Francesco IV d’Austria-Este nel 1828 con una peculiare vocazione civica tesa a glorificare il passato illustre della città fin dalle sue origini come colonia romana di Mutina. Oltre ai reperti di età romana, il Lapidario accoglie le memorie ed arche sepolcrali medievali e rinascimen- tali che fino al tardo Seicento, erano state collocate sul sagrato presso il fianco meridionale del Duomo o presso altri edifici sacri di #modena e Reggio Emilia. Al secondo piano la Biblioteca Estense Universitaria raccoglie la col- lezione libraria degli Estensi, le cui prime tracce risalgono al XIV secolo. Nel corso dei secoli la biblioteca si arricchì di opere di contenuto letterario, storico e artistico grazie all’ attenta vocazione al collezionismo e allo studio dei duchi d’Este e dei raffinati e dotti bibliotecari che furono chiamati a di- rigerla. Dopo l’Unità d’Italia, la Biblioteca Estense si fuse con la Biblioteca Universitaria, che portava in dote un’importante raccolta di testi filosofici, giuridici e scientifici. La Galleria Estense occupa il quarto e ultimo piano del palazzo. Istituita nel 1854 da Francesco V d’Austria-Este comprende il cospi- cuo patrimonio artistico accumulato dai duchi d’Este fin dagli anni gloriosi della signoria ferrarese. Orientate verso un aristocratico collezionismo dai molteplici interessi, le raccolte estensi comprendono la ricca quadreria, che racchiude un pregevole numero di dipinti dei secoli dal XIV al XVIII, diver- se sculture in marmo e terracotta; un nutrito nucleo di oggetti d’arte appli- cata che costituivano parte del sontuoso guardaroba ducale, oltre a diverse collezioni specifiche quali quelle dei disegni, dei bronzetti, delle maioliche, delle medaglie, degli avori e degli strumenti musicali. Tra le opere di mag- giore rilievo si segnalano La Pietà di Cima da Conegliano, la Madonna col Bambino del Correggio, il Ritratto di Francesco I d’Este del Velázquez, il Tritti- co di El Greco, il busto marmoreo di Francesco I d’Este del Bernini ed il Cro- cefisso di Guido Reni.

FERRARA

A #Ferrara, ospitata al piano nobile di Palazzo dei Diamanti, nelle sale com- prendenti il magnifico salone d’onore e l’appartamento cinquecentesco di Virginia de’ Medici, la Pinacoteca Nazionale di #Ferrara offre una significativa rassegna della #pittura a #Ferrara dal Due al Settecento: dai grandi cicli di affre- schi medievali provenienti dalle chiese di San Bartolomeo e di Sant›Andrea, alle tele seicentesche dello Scarsellino, di Carlo Bononi e del Guercino, fino ai bozzetti dei Gandolfi e dei Crespi. Notevole è la raccolta di dipinti del Quattrocento, dai preziosi maestri del tardogotico a Cosmè Tura, Ercole de’ Roberti e gli altri artefici dell›Officina ferrarese, cui si affiancano artisti forestieri come Gentile da Fabriano, Mantegna e Carpaccio. È parte delle collezioni fin dall’istituzione della Pinacoteca nel 1836 la serie di pale d’alta- re del Cinquecento provenienti dalle chiese cittadine, fra cui numerose opere di Garofalo e Dosso Dossi e i drammatici dipinti del Bastianino, con i quali si chiude l’epoca estense a #Ferrara.

SASSUOLO

A #sassuolo, il Palazzo Ducale una delle più importanti residenze baroc- che dell’Italia settentrionale. Il suo aspetto attuale prende forma per volere del duca Francesco I d’Este, che nel 1634 incarica l’architetto Bartolomeo Avanzini di trasformare l›antico castello di famiglia in una moderna dimora extraurbana per la corte. Pitture murali, decorazioni a stucco, sculture e fontane ancora oggi trasmettono il senso dello splendore della corte estense.